La Disney ha licenziato Isaac “Ike” Perlmutter, il presidente e amministratore delegato di marvel Entertaiment: a rivelarlo è stato il New York Times. La Marvel Entertaiment è un’azienda separata dai Marvel Studios, incentrata principalmente su prodotti di consumo, le cui divisioni erano Marvel Comics, Marvel games e Marvel New Media (in passato c’erano anche Marvel Television e Marvel Animation).
Perlmutter è stato sempre una figura controversa, e ha diretto la Marvel Entertaiment per più di vent’anni. È stato anche l’artefice principale della vendita della compagnia alla Disney per 4 miliardi di dollari. Molto noti i suoi continui scontri con Kevin Feige, il CEO di Marvel Studios, che ha pure quasi licenziato nel 2015. Il licenziamento di Feige è stato impedito dal presidente della Disney Bob Iger, e quell’anno Perlmutter ha perso il controllo creativo sulla divisione cinematografica della Marvel, in quanto l’azienda ha decretato che Feige dovesse confrontarsi solamente con gli studios principali della Disney e non Marvel Entertaiment.
Perlmutter è sempre stato un manager attento a risparmiare il più possibile e per questo ha spesso messo i bastoni tra le ruote ad alcune produzioni del Marvel Cinematic Universe, soprattutto a film come Captain Marvel e Black Panther, e si opponeva agli sforzi per aumentare la diversità nei film. L’anno scorso aveva provato a scuotere il consiglio di amministrazione della Disney con la scalata al potere dell’azionista Nelson Peltz, che non è andato a buon fine.
I licenziamenti della Disney
Ora che Perlmutter è stato licenziato, la Marvel Entertaiment passerà direttamente sotto il controllo della Disney, e le sue varie divisioni saranno inglobate nelle varie unità dell’azienda. In questo periodo l’azienda aveva annunciato 7000 licenziati per le sue operazioni di contenimento dei costi e della ristrutturazione delle imprese, atte a risparmiare almeno 5.5 miliardi di dollari entro 5 anni.
I licenziamenti continueranno fino a quest’estate, e Iger ha rivelato che questa è una situazione difficile che l’azienda non prende alla leggera, ricordando inoltre sai dipendenti che rimarranno che ci saranno molte sfide future.