Frank Matano, l’attore e comico un tempo molto famoso per le sue gag sul web e che è poi sbarcato in TV ormai da diversi anni, si è recentemente sfogato su Instagram in merito alla tragica questione avvenuta a Napoli, durante il quale ha perso la vita un ragazzo di soli 18 anni: Francesco Pio Maimone, ucciso con un colpo di pistola da un suo coetaneo sul Lungomare.
Matano ha voluto raccontare in diverse storie sul social la propria esperienza da adolescente in un paesino anonimo in provincia di Caserta. Nel racconto, il comico si concentra molto nel porre l’accento sull’aberrante situazione che i giovani vivono in Campania, dove sempre più ragazzi sono convinti che sia necessario arrivare a compiere gesti estremi pur di dimostrare di essere qualcuno, di uscire dall’anonimato e di farsi notare.
Come racconta Matano, lui stesso ha subito in prima persona un’aggressione quando era solo un adolescente da un soggetto che non desiderava altro che imporsi sugli altri a tutti i costi, per nessun motivo se non quello di dare un qualche risalto al proprio nome. Indipendentemente che ciò fosse in negativo o in positivo. La colpa dell’esistenza di questi atteggiamenti, secondo Matano, è soprattutto dello Stato.
Il messaggio di Frank Matano
Secondo Matano, l’assenza dello Stato ha portato i ragazzi a crescere educati da ben altri principi. Il comico fa più volte il nome della camorra, e la considera la principale maestra di quei ragazzi che, lasciati a loro stessi, hanno capito che l’unico modo per ottenere rispetto è quello di utilizzare la violenza.
Frank Matano descrive ciò che accadeva ogni giorno quando cercava semplicemente di andare a scuola:
Ho fatto le superiori a Sessa Auruna. Prendevo il pullman ogni mattina, e quasi ogni mattina cercavo di NON incontrare un ragazzo che NON era un camorrista ma voleva esserlo. Doveva dimostrare qualcosa in più al suo gruppo perché nelle sue vene scorreva sangue anonimo, insopportabile per un anonimo.
Questo mio coetaneo aveva scelto da maturo quindicenne di imporsi sugli altri. Questo ragazzo mi si avvicina e mi chiama “o suggettò”, che vuol dire “tu che non ti imponi con la forza qui avrai problemi”. Non risposi alle provocazioni. Si avvicina sempre di più, siamo faccia a faccia, mi minaccia senza motivo. Mi dà una testata secca in bocca. Così a caso. Senza motivo. Nessun motivo. Zero motivi. Non un motivo. Per ridere. Per fare la camorra.”
Come conclude Frank Matano, il suo messaggio è rivolto ai ragazzi che vogliono imporre sé stessi con la violenza: “Non c’è nulla che vi fermerà, neanche un morto. Neanche mille, di cui già non sappiamo più nulla. Francesco Pio sarà uno di quelli.”
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