Tiktok è il social del momento, si sa. Lanciato nel 2016 dalla compagnia cinese ByteDance, la piattaforma ha avuto un enorme successo negli ultimi 2/3 anni. Grazie al suo algoritmo e alla veloce fruizione dei video, TikTok è riuscito non solo a imporsi sugli altri social come Instagram o Facebook, ma anche a influenzarli. Infatti, nel giro di poco tempo, Meta ha lanciato diverse funzioni molto simili alla piattaforma di ByteDance, come i Reels su Instagram e in generale un’interfaccia simile alla concorrenza.
Ovviamente, visto tale successo, non mancano le polemiche quotidiane intorno al social cinese. Molte istituzione pubbliche per esempio stanno bannando la piattaforma dai cellulari dei dipendenti: così negli organi federali Stati Uniti, così nel Parlamento Europeo (e anche nel nostro Paese si sta pensando a un ban per i dipendenti pubblici).
Ma oltre questioni di “sicurezza”, TikTok suscita critiche per il comportamento di molti suoi utenti, specie degli influencer con moltissimi follower sulla piattaforma. L’ultimo caso riguarda una tiktoker statuintense, Savannah Glembin. Mamma di un bambino di due anni, è diventato virale un suo video in cui avvolgeva insieme al marito il figlio in una pellicola di plastica “per punizione”.
Il comportamento inappropriato della tiktoker
Qualche giorno fa la content creator ha caricato un video sulla piattaforma in cui lei e suo marito avvolgevano loro figlio in una pellicola di plastica, dal suo collo fino alle ginocchia. In poco tempo il filmato è diventato virale e numerosi altri content creator hanno commentato negativamente il fatto nei loro video. La Glembin ha rimosso il video dal suo profilo.
Ma come ha spiegato sui social, poco dopo la pubblicazione del filmato è intervenuta la Child Protective Services (CPS), l’organizzazione governativa americana per la protezione dell’infanzia. La CPS ha infatti preso in custodia il bambino, valutando se possa vivere in maniera sicura con i suoi genitori. Qualche giorno dopo, la Glembin ha pubblicato un nuovo video in cui stringe fra la sue braccia il figlio, segno che la CPS ha restituito il bambino ai suoi genitori.
In un altro video, non disponibile al momento, la Glemblin ha spiegato cosa sia successo. In lacrime la donna si è scusata per il suo comportamento, nato da una situazione di profondo nervosismo. Il bambino infatti era molto scontroso e lei essendo “stufa” ha deciso di punirlo con questo gesto, avvolgendolo nella pellicola trasparente.
All’inizio pensava fosse un gesto normale visti i commenti positivi dei suoi follower. Ha anche aggiunto che il bambino non sembrava soffire della situazione, chiuso così nella pellicola. Invece, dalle clip che circolano, si può notatre come il bambino stia evidentemente piangendo. E così, come già detto, una segnalazione è arrivata al CPS e i servizi sociali sono intervenuti.
Insomma: la presenza dei bambini sui social è sempre oggetto di grandi discussioni, specie in situazioni come questa della Glembin. Quanto è legittimo pubblicare video di minorenni senza il loro consenso? A questa domanda è difficile rispondere
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Fonti: Dexerto, Il Gazzettino