La notte degli Oscar è sempre più vicina. Tra sfarzo, alta moda e vip che si avvicendano sul red carpet molto spesso si finisce per mettere in secondo piano quello che è il vero cuore degli Academy: il cinema.
In una cerimonia che aspira a diventare un “reset” rispetto all’anno scorso e alle polemiche che si sono susseguite (il politically correct, lo schiaffo-gate di Will Smith) è necessario fare un quadro della situazione per capire in che direzione potrebbero andare le premiazioni.
I vari Festival e premi collaterali che si sono susseguiti negli ultimi mesi danno per sicura la vittoria di alcune pellicole in particolari categorie mentre la situazione risulta essere più incerta in altre.
Anche alcuni premi che sembravano già assegnati da mesi, nelle ultime settimane stanno vedendo intaccata la loro cortina di ferro a causa di indiscrezioni e rumor che, ovviamente, più si avvicina la notte degli Oscar più diventano insistenti.
Siamo davanti agli Oscar più pop degli ultimi anni?
Dopo le premiazioni abbastanza dimenticabili dell’anno scorso, quest’anno, finalmente, sembra essere previsto qualche inaspettato colpo di scena.
Rispetto al recente passato, la qualità dei film candidati è ampiamente salita nonostante alcune categorie pecchino di poca lungimiranza nella loro composizione.
Siamo davanti a quelli che si prospettano essere gli Oscar più pop degli ultimi anni e sembra che in pochi se ne siano accorti.
Al momento, la pellicola più quotata per ricevere la statuetta per il Miglior Film sembra essere Everything Everywhere All at Once e questo potrebbe confermare come gli Academy stiano prendendo gusto nel premiare film meno autoriali ma con un’alta percentuale di sperimentazione e originalità.
Everything Everywhere all At Once parte da superfavorito
Se fino a qualche mese fa il vincitore quasi scontato sembrava essere Steven Spielberg con il suo The Fabelmans, nelle ultime settimane, grazie soprattutto ai tanti riconoscimenti conquistati ai SAG Awards e ai Critics Choice Awards., la pellicola dei Daniels ha conquistato sempre più terreno.
Ciò gli ha dato modo di assicurarsi un posto di prestigio tra i possibili vincitori come Miglior Film e Miglior Regia, lasciando dietro grandissimi nomi come Martin McDonagh o lo stesso Steven Spielberg.
Vedendo il modo in cui negli ultimi anni si è cercato di puntare sulla diversificazione di prodotti e generi, la vittoria di Everything Everywhere All at Once sembra essere al momento uno degli elementi più scontati dell’intera serata.
Il possibile terzo Oscar di Cate Blanchett (con l’insidia Michelle Yeoh)
A questo si affianca anche la vittoria di Cate Blanchett come Miglior Attrice Protagonista per Tàr di Todd Fields. Potrebbe essere la terza statuetta per l’interprete che raggiungerebbe il record detenuto da Meryl Streep.
Dopo aver conquistato qualsiasi riconoscimento sia nel circuito dei Festival che dei premi più mainstream (tranne il SAG vinto da Michelle Yeoh), la statuetta per Blanchett al momento, sembra essere il premio più scontato della serata.
Unica “insidia” potrebbe essere proprio Michelle Yoeh, sorprendente protagonista della pellicola dei Daniels, che continua a riceve consensi per la sua performance. Questo, però, non sembra intaccare la Blanchett ormai più che lanciata verso il suo terzo Oscar.
La commuovente rinascita di Brendan Fraser
Situazione differente riguarda la categoria Miglior Attore Protagonista. Infatti, nonostante in molti diano per scontata la vittoria di Brendan Fraser per The Whale, le variabili sono tante tra cui la particolare passione dei votanti degli Academy per i biopic su artisti scomparsi.
Questo potrebbe dare a Austin Butler, alla sua prima candidatura con Elvis, una marcia in più. Nonostante ciò, però, Fraser sembra essere tra i nominati il più lanciato verso la vittoria.
Ad aiutarlo, non solo l’incredibile performance in The Whale, ma anche la narrazione da “attore ritrovato” che lo accompagna da diverso tempo. Dopo essere scomparso dal mondo del cinema per diversi anni a causa di problemi fisici e alcune molestie subite, l’attore è ritornato gradualmente sugli schermi.
Se all’inizio lo si riconosceva in ruoli piccoli o secondari (Doom Patrol, No Sudden Move) il “nuovo” salto è stato fatto grazie a Aronofsky e al personaggio intimo, profondo e sofferto di Charlie in The Whale. Il lavoro fatto da Fraser è talmente radicato da non riuscire a capire la differenza tra recitazione e realtà.
Oscar 2023: l’incognita miglior attrice non protagonista
Come ogni anno, il vero interrogativo risultano essere le categorie dei migliori attori non protagonisti. Se manca ormai solo la statuetta per Ke Huy Quan per il suo grande lavoro fatto in Everything Everywhere All at Once, situazione diversa riguarda la categoria femminile.
La battaglia rimane aperta tra Angela Bassett (Black Panther: Wakanda Forever), Kerry Condon (Gli Spiriti dell’Isola) e Jamie Lee Curtis (Everything Everywhere All at Once).
Tutte e tre le interpreti hanno conquistato riconoscimenti durante la stagione dei premi portandole a fare qualche passetto in più verso il tanto agognato Oscar. Al momento, quella che sembra essere un pò più avanti è Angela Bassett con la sua performance della Regina Ramona nel film Marvel.
Nonostante ciò tutto rimane aperto per la serata e le possibilità che le previsioni possano ribaltarsi da un momento all’altro sono altissime.
I Daniels alla conquista dei premi tecnici
Per i premi tecnici il superfavorito continua ad essere il film dei Daniels mentre per le sceneggiature e la colonna sonora la partita per gli Oscar è ancora aperta.
Mai come quest’anno non si riesce a prevedere che precisa direzione potrebbe prendere la serata che, come è logico che sia, potrebbe cambiare prospettiva ad ogni premio assegnato.
Abbiamo grandi esempi di cerimonie che hanno totalmente ribaltato le aspettative portando a polemiche che, ad anni di distanza, continuiamo ancora a trascinarci (l’Oscar al miglior film assegnato a Green Book è un esempio).
Oscar 2023: una fotografia del mondo del cinema
Ciò che però in pochi hanno capito è che gli Oscar non sono altro che una fotografia della direzione che il mondo del cinema e dell’intrattenimento sta prendendo.
La vittoria di Parasite di qualche anno fa mostrò quanto la cinematografia americana si stesse aprendo all’internazionale, in particolare all’Oriente. Per quest’anno, invece, sembra che il life motive sia quello di renderli il più generalisti possibili.
L’inclusione di pellicole come Top Gun: Maverick, Avatar: la via dell’acqua, Black Panther 2 e The Batman anche in categorie principali svela come anche il mondo del cinema più patinato e meno amante dei film ad alto budget stia capendo l’importanza dei blockbuster dal punto di vista culturale ma, soprattutto, economico.
Tengono in piedi le sale e gli incravattati dell’Academy sembrano finalmente averlo capito.