ChatGPT è stato sulla cresta dell’onda in questi ultimi mesi, tanto che ci sono sempre notizie molto curiose sull’IA dietro al chatbot. Alcuni hanno preso la palla al balzo per creare delle situazioni divertenti, come l’autore Eiichiro Oda che chiede al bot di suggerirgli come continuare la storia di One Piece nel nuovo capitolo o un prete ungherese che ha fatto la predica domenicale con il bot.
Tutte le attenzioni attirate dal bot hanno però fatto nascere in alcuni il desiderio di creare una sorta di rivale. Google ci ha provato con Bard, e anche Bing si è aggiornato ispirandosi al chatbot. Ora anche Amazon vuole un suo chatbot, e recentemente ha siglato un accordo con Hugging Face Inc., startup statunitense specializzata sull’Intelligenza Artificiale generativa.
Amazon punta ad ampliare i propri servizi cloud integrandoli con strumenti IA di ultima generazione. Questo consentirà agi clienti dell’e-commerce di accedere ai modelli machine learning e di testare delle IA ad un costo basso. L’accordo tra le due parti non è di natura esclusiva, e consentirà quindi alle due società di poter lavorare anche con altri.
Le dichiarazioni di Amazon e Hugging Face
Adam Selpyski, CEO di Amazon Web Services, ha dichiarato: “L’IA generativa ha il potenziale di trasformare interi settori, ma il suo costo e l’esperienza richiesta per essa mettono questa tecnologia a disposizione di non troppe aziende. Amazon Web Services e Hugging Face puntano a facilitare l’accesso ai modelli di machine learning ai rispettivi clienti e consentire a loro si sviluppare applicazioni di IA generativa con alte prestazioni e costi bassi“.
Il CEO di Hugging Face, Clement Delangue, ha aggiunto che l’accessibilità e la trasparenza sono le chiavi principali per creare degli strumenti che permettano di utilizzare queste capacità in modo saggio e responsabile. I chip progettati da AWS e Amazon SageMaker permetteranno al team di convertire le ultime ricerche in dei modelli riproducibli a cui potranno lavorare tutti.
Le applicazioni che verranno create potranno essere sfruttate per generare immagini, effettuare ricerche avanzate, dialogare con gli utenti altre attività. Amazon e HugginFace svilupperanno inoltre una versione 2.0 di Bloom, modello linguistico open source basato sul machine learning.
Fonte: DDay.