Con la situazione di crisi che stiamo vivendo da 2 anni a questa parte, il costo del carburante ha subito numerosi rincari. Per cercare di contenerne i prezzi, il Governo Draghi lo scorso marzo ha messo in campo una serie di manovre per ridurre le accise, ossia le tasse, che gravano sul carburante.
Il taglio, che doveva originariamente scadere lo scorso 17 novembre, è stato prorogato dal Governo Meloni fino al 31 dicembre 2022, ma non è stato confermato per il 2023 nella legge di bilancio approvata. Dal 1° gennaio quindi cesseranno i prezzi calmierati e il listino aumenterà di conseguenza.
Si rialzano i prezzi del carburante
La decisione presa dall’attuale Governo porterà ad un aumento complessivo del prezzo di circa 18 centesimi al litro. La linea politica è stata dettata dalla forte riduzione del costo del carburante avuta negli ultimi 9 mesi.
Stando infatti alle ultime rilevazioni fatte dal Ministero dell’Ambiente, il prezzo medio nazionale della benzina è pari 1,625 €/litro, il minimo da giugno 2021, mentre quello del gasolio si aggira intorno a 1,689 €/litro, il più basso da gennaio 2022. Questo abbassamento dei prezzi del carburante ha fatto venir meno l’extragettito che aveva permesso all’esecutivo di operare i tagli alle accise, che da domani quindi torneranno in vigore.
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In realtà questa conclusione era abbastanza prevedibile: la riduzione originale del costo del carburante operato a marzo dal Governo Draghi col decreto Ucraina bis era stato già ridimensionato dall’attuale esecutivo Meloni col decreto Aiuti quater. Si è passato infatti da uno sconto complessivo di 30,5 centesimi al litro a uno di 18,3 centesimi a litro (sempre per questioni legate alla riduzione delle quotazioni del carburante).
La decisione presa dal Governo ha fatto comunque discutere: Centro Consumatori Italia ha stimato che con la fine delle riduzioni le spese del trasporto su strada aumenteranno, nel 2023, di 5,2 miliardi di Euro, ciò porterà a un rincaro dei prezzi delle merci per compensare l’aumento della spesa, calcolata intorno allo 0,4% dalle varie associazioni di consumatori.
