Intervistata da Suzanne Moore, J.K. Rowling ha parlato apertamente delle numerose polemiche che l’hanno investita nel corso degli anni.
J.K. Rowling si apre in un’intervista con Suzanne Moore
Tra i primissimi argomenti a essere toccati dalla celebre scrittrice e autrice della saga di Harry Potter troviamo ovviamente le vicende relative alla sua presunta transfobia. Negli anni scorsi, molti tweet della Rowling sono stati considerati discriminatori nei confronti delle donne trans e più in generale delle persone transgender.
Tuttavia, J.K. Rowling ha sempre risposto alle polemiche sostenendo con grande forza le sue motivazioni, frutto di esperienze personali traumatiche, come abusi domestici e aggressioni sessuali, e sostenendo che l’odio nei suoi confronti sia dovuto all’incapacità di avere un confronto con chi la accusa.
“Non ho alcuna paura delle persone trans”
Le accuse di transfobia hanno colpito numerose volte l’autrice, spesso accusata di appartenere al femminismo radicale TERF (trans-exclusionary radical feminist), un gruppo che esclude le donne transgender. Nell’intervista, la Rowling ha affrontato direttamente la tematica e ha spiegato la sua visione:
Non provo alcun tipo di odio o di paura irrazionale nei confronti delle persone trans, e Dio solo sa quante volte l’ho ripetuto. Ma se non credere a un genere dell’anima significa provare “odio”, allora preferisco fare a meno di parlare. È impossibile. Non si va da nessuna parte. La strategia è sempre stata di evitare il confronto, ma ora le cose stanno cambiando.
È chiaro che J.K. Rowling associ le pesanti accuse che ha ricevuto alla mancanza di un vero e proprio confronto. Dopo l’uscita allo scoperto della Rowling, molte donne hanno avuto il coraggio di esporsi e l’autrice afferma di ricevere molte lettere ed e-mail da “donne bullizzate e in silenzio con il timore di dire la cosa sbagliata”.
Tuttavia, J.K. Rowling considera le sue dichiarazioni un passo importante e soprattutto necessario. Nonostante si ritenga delusa dal fatto che le critiche siano arrivate da coloro che considerava “alleate” (le donne che vogliono difendere le persone transgender, NdR), la scrittrice è convinta che la sua esposizione fosse qualcosa di “dovuto”.
La Rowling e la cancel culture: “Le vendite dei miei libri sono aumentate”
Il grande successo di J.K. Rowling è il motivo principale che l’ha spinta a esporsi. Molte donne non possono infatti permettersi di subire il contraccolpo causato dalle polemiche, mentre la posizione privilegiata dell’autrice la metteva in una condizione favorevole:
Dovevo essere io a parlare, no? Perché sarò sempre in grado di dar da mangiare ai miei figli, anche se dovessero boicottare i miei libri per il resto della mia vita. Mi trovo in una posizione incredibilmente privilegiata. Mi considero una delle persone più fortunate sulla Terra.
La Rowling non perde occasione di lanciare una stoccata ai suoi detrattori e a chi sperava che potesse finire vittima della cancel culture, ossia della graduale estromissione dell’autrice dal qualsiasi contesto, social o reale, in seguito alla pioggia di accuse e minacce:
Per questo è importante che parlino donne come noi, persone che possono incassare il colpo. E sì, tutto questo ha un costo. […] Ma l’unica volta che ho fatto riferimento alla possibilità di esser cancellata, le vendite dei miei libri sono aumentate. È incredibile che lo stia dicendo. Ma bisogna prenderli in giro (i detrattori, NdR). Non mi considero cancellata.
L’intervista di Suzanne Moore con la celebre autrice dell’universo di Harry Potter e di Hogwarts è una conversazione libera e spontanea che non mancherà di generare polemiche. Vi invitiamo a leggerla in versione integrale visitando il link che trovate nelle fonti in conclusione all’articolo.
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FONTI: Suzanne Moore
