In questi ultimi giorni il Governo e il Parlamento stanno preparando la legge di bilancio, anche detta nel gergo giornalistico e politico “manovra”. Alcuni provvedimenti comparsi nelle bozze hanno già fatto discutere il pubblico del web, come per esempio il “no” della maggioranza al salario minimo.
Non è l’unica proposta che sta trovando l’opposizione di molte persone. Infatti, sta facendo discutetene un emendamento della maggioranza che di fatto abrogherebbe il noto Bonus cultura 18app, non includendolo nella prossima legge di bilancio.
Il Bonus cultura 18app
Il Bonus cultura è stato istituito per la prima volta con la legge di stabilità del 2016, durante il Governo Renzi. Il provvedimento stabilì una Carta elettronica del valore di 500 euro per tutti coloro che avrebbero compiuto 18 anni in quell’anno. Una cifra che i maggiorenni avrebbero potuto spendere “per assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’acquisto di libri, nonché per l’ingresso a musei, mostre” ed altri eventi dal vivo.
Nel corso degli anni il Bonus cultura è stato leggermente rivisto, ma l’impianto è rimasto lo stesso. Tutti coloro che hanno compiuto 18 anni hanno potuto beneficiare del Bonus di 18app per recuperare libri dell’università oppure anche di fumetti e manga.
Il Bonus 18app fino a questo momento è stato un discreto successo, con una media di 350/400 mila utenti registrati ogni anno e un controvalore economico massimo di 198 milioni di euro (dati disponibili a questo link). 500 euro che, in molti casi, hanno aiutato molte famiglie ad alleggerire la spesa per i libri universitari. Le cose però dovrebbero cambiare.
Infatti, il presidente della Commissione Cultura alla Camera Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossana Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia) hanno presentato Forza Italia ha presentato un emendamento alla legge di bilancio che abolirebbe di fatto 18app. I 230 milioni di euro previsti per il Bonus cultura verrebbero destinati ad altri settori della “filiera culturale”.
Come si legge in una nota dei firmatari,
Il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso.
Al posto del Bonus 18app sarebbe prevista una “carta cultura”, che verrà discussa a gennaio “con le categorie produttive della cultura”. Si tratterebbe insomma di “una misura volta a tutelate dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto di libri di testo“.
Questa decisione ha trovato contraria l’opposizione. In particolare, proprio Italia Viva e il suo leader, Matteo Renzi. Non solo ha promesso di fare opposizione dura in Parlamento, ma ha anche lanciato una petizione per non far cancellare il Bonus cultura.
Al momento, comunque, ricordiamo ai nati nel 2003 che è possibile spendere i 500€ di 18app fino al 28 febbraio 2023.
Fonti: Adnkronos, Il Sole 24 ore