Eccoci a un nuovo appuntamento con questa nostra rubrica sull’esplorazione del mondo del modding. Con questo episodio si chiude la serie, ma non disperate, non vi lasceremo soli in balia degli OEM cattivi! Abbiamo infatti in programma molte altre novità, guide e articoli su questo tema!
E poichè non ci piace concludere in sordina, per il gran finale abbiamo pensato a una piccola chicca per chi si diletta nel modding: Multirom. Ovvero il dualboot (ma anche di più) per gli smartphone!
Dannato nerd, ho visto le tue antenne drizzarsi! Quindi non perdo tempo e vado subito al dunque.
Cos’è?
Come accennato prima, il multirom è un’applicazione che, attraverso l’utilizzo di determinate modifiche software, permette di avviare nel telefono diversi sistemi operativi, alcuni anche non basati su android!
Per cui se state cercando nuovi modi per esprimere la vostra nerdosità nel panorama smartphone, beh, complimenti, li avete trovati!
Cosa fa?
Questa hack di Android, come detto sopra, permette di avere installato (e quindi di eseguire) diversi sistemi operativi.
Questo è reso possibile grazie a tre distinte parti dell’applicativo:
- Un file .zip apposito che deve essere installato tramite recovery o adb
- Una versione apposita della recovery custom (twrp è perfettamente supportata da tempo)
- Un kernel che supporti il multirom (elementalX e francokernel solitamente lo supportano, ma è sempre meglio controllare)
Cosa supporta?
Tutto molto bello direte voi, ma alla fine, cosa ci posso mettere sopra? Non è più semplice installare direttamente di volta in volta la rom che mi interessa e al massimo tenere un backup per tornare indietro?
Bene, preparatevi a una sorpresa: Android non è l’unico sistema operativo esistente che può girare su smartphone (il primo che mi cita iOS lo defenestro).
Ecco quindi un elenco di tutto quello che potreste installare in dualboot sul vostro telefono:
- Ubuntu touch
- Firefox OS
- Sailfish OS
- Una ROM secondaria
- Avvio da USB collegato tramite OTG
Purtroppo i primi due sistemi operativi sono stati a diversi livelli abbandonati, ma se avete un telefono non proprio nuovissimo, vale la pena farci un pensierino!
Ubuntu Touch
Fortemente spinto da Canonical dal febbraio del 2013, questo sistema operativo su distingueva per la forte somiglianza grafica con Ubuntu propriamente detto. Offriva un’esperienza utente parecchio diversa dall’android dell’epoca. Si basava infatti su diverse schede indipendenti l’una dall’altra, ognuna con uno scopo ben preciso. Era quindi possibile trovare la scheda dedicata a facebook, quella al player musicale, una per lo store e via dicendo.
L’idea nasceva dalla volontà di arrivare alla così detta “convergenza”, ovvero la possibilità di poter usare lo stesso sistema operativo sia su smartphone sia su PC. Per questa ragione era previsto il supporto nativo a mouse e tastiera. (Qualcuno ha nominato Samsung DeX?)
Il fatto di essere graficamente un pugno in un occhio e la schiacciante superiorità di android in quanto a comodità d’uso, hanno fatto si che il progetto venisse abbandonato ufficialmente alla fine del 2017, anche se la gestione pare essere passata nelle mani della community
Firefox OS
Forse il più bello graficamente fra i vari sistemi qui trattati.
Sviluppato da Mozilla, questo sistema operativo ha la caratteristica di essere stato scritto interamente in HTML5 e web api, mentre l’interazione con l’hardware avviene grazie all’utilizzo di JavaScript.
Nasce con l’idea di essere un sistema operativo completamente gestito dalla community, secondo la filosofia che da sempre contraddistingue il browser Firefox, a cui il SO si ispirava pesantemente.
Dopo il lancio passato in sordina nel 2013, anno in cui viene commercializzato e installato su un paio di smartphone, il sistema operativo scivola lentamente nel dimenticatoio. Seppur più graficamente curato di Ubuntu Touch, FirefoxOS soffriva di performance decisamente sotto tono, e questo ne ha causato la fine. Infatti, nel settembre del 2016 Mozilla ne dichiara la fine dello sviluppo.
Sailfish OS
Se siete appassionati di android da qualche anno probabilmente ricorderete quella meteora che era stata Jolla (la quale ho scoperto con mia grande sorpresa di essere in vita ancora oggi). La sua idea di un sistema operativo basato interamente sulle gestures era assolutamente innovativa per l’epoca (IphoneX chi?). Anche questo sistema era sviluppato strizzando molto l’occhio alla community, che infatti aveva un peso non trascurabile riguardo alle nuove funzionalità e aggiornamenti.
Un tablet e uno smartphone mai davvero decollati a causa della mancanza di applicativi dedicati, sono bastati a far scomparire Jolla e il suo sailfish OS dai radar del 99% degli utenti. Al momento l’ultima versione rilasciata di questo sistema è di febbraio 2018.
Solitamente questo sistema non gira su tutti gli smartphone android, ma passando attraverso vecchie versioni della CyanogenMod è possibile riuscire a eseguirlo.
Una ROM secondaria
Forse l’utilizzo più classico e diffuso del multiboot. Tenere due diverse custom rom sullo stesso dispositivo, magari una stabile, dall’uso di tutti i giorni e un’altra magari in prova o per divertimento.
Avvio da USB
Avete su una chiavetta una nuova ROM che non vedete l’ora di provare e non potete aspettare di essere a casa? Nessun problema, con un semplice cavo OTG si può risolvere il problema. Infatti il gestore delle ROM permette di avviare il sistema anche da USB.
Come si installa?
Ci sono due strade per installare Multirom:
La prima è quella di scaricare l’applicazione dal play store. Dopo essersi assicurati di aver installato un kernel supportato, basta aprire l’app, selezionare Multirom/Recovery nella sezione “Install/Update” e il gioco è fatto!
La seconda è quella di installare manualmente via recovery o adb le tre parti di cui ho parlato sopra: lo zip, la recovery e il kernel.
Perchè usarlo?
Come avrete notato dall’elenco dei sistemi, la maggior parte di questi sono stati abbandonati o sono obsoleti, mentre quei pochi che esistono ancora sono di difficile installazione.
Ma allora perchè usarlo? C’è una qualche ragione pratica che può essere usate per suggerirlo?
La risposta è no. Il multirom su android è inutile nel 99% dei casi. Ma allora perchè ne abbiamo parlato in questa rubrica?
Ne abbiamo parlato perchè in primo luogo lo scoprire che android non è l’unica possibilità, permette di ampliare gli orizzonti con cui si guarda al mercato della telefonia. Ma soprattutto perchè a volte si può prendere lo smartphone in mano e pensare di modificarlo non per un bisogno effettivo, ma perchè è divertente o interessante. Perchè la passione per qualcosa non sempre deve avere giustificazioni pratiche o logiche.
E questo speriamo di avervi trasmesso in questi nostri appuntamenti settimanali. Non una conoscenza che vi permetta di hackerare lo smartphone del vostro vicino di casa, ma la passione per una cosa, il modding, che sta lentamente scomparendo dalla comunità android. Che si sta riducendo al mero “voglio disinstallare questa app dal telefono perchè è inutile”, perdendo completamente la vivacità e la pluralità che la caratterizzava all’inizio.
Come si diceva a inizio articolo, questo è il nostro ultimo episodio di Tutto ciò che avreste voluto sapere (Ma non avete mai osato chiedere). È stato un fantastico esperimento e speriamo che anche per voi sia stato così. Per cui mano ai commenti e fateci sapere se siete modder, se lo eravate o lo siete diventati! Se queste guide vi sono servite a qualcosa, se le avete apprezzate, etc…
Insomma, piccoli nerd da smartphone, parlateci di voi, e state con le orecchie tese, che presto potrebbero arrivare i DLC!
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