Don Alì è nuovamente protagonista di scene violente. Pochi giorni fa abbiamo lanciato la notizia in cui il ragazzo torinese sosteneva di essere stato pedinato dalle forze dell’ordine. Ieri invece la pubblicazione di un video, su Telegram, in cui Don Alì ha recuperato un cellulare rubato ad una signora picchiando selvaggiamente il ladro.
Don Alì interviene dopo aver scoperto del furto
Tutto avviene su Instagram. Don Alì chiede in una story la disponibilità di canali telegram per pubblicare un video dove “far vedere cosa succede a chi prova a rubare alle signore”.
Subito dopo, nella storia successiva l’annuncio: “il video uscirà alle 12:00”. Il pestaggio viene quindi pubblicato in un gruppo Telegram che adesso conta ben 20 mila iscritti.
Nel video – che vi consigliamo di non guardare se siete facilmente impressionabili – l’ex streamer picchia selvaggiamente un ragazzo che ha rubato un cellulare. Scene di ordinaria follia in cui Don Alì tira una ginocchiata in piena faccia per atterrare il ladro. Poi viene chiesto alla proprietaria dello smartphone di avvicinarsi e identificare l’uomo. La signora sembra dire “Avevo il telefono in mano, voleva rubarmelo ma è scappato”.
La versione di Don Alì
Il giorno successivo, Don Alì commenta la vicenda in altre storie Instagram e pare avere alcuni segni della colluttazione in volto. L’ex streamer intima i suoi follower a non imitarlo:
Ai ragazzini che vedono sto video […] Non provate a replicare queste cose che vedete. Non sapete mai chi potete trovare per strada. Non è che se vedete una cosa su internet o sui film dovete fare come quella cosa. […] Io sono uno che va d’istinto, voi non dovete farlo perché siete ancora ragazzini e avete un futuro davanti.
Successivamente, spiega la dinamica della situazione:
Io l’ho fatto solo perché era una signora del nostro palazzo e l’ho vista che stava piangendo. Quello di ieri aveva un coltellino Lungo 8 dita e me la sono anche cavata molto bene […] Un motivo in più per non fare gli eroi. Come ho fatto a sapere che era lui? Abbiamo trovato il telefono che era dall’altra parte della strada in un cespuglio. Voleva fot***e con me ma io vengo dalla giungla peggio di lui. La donna nel video, si vede proprio, era là che si stava lamentando, stava piangendo ed era senza telefono. L’ha identificato e lo stavano inseguendo i miei amici. Lui scappava e a casa mia uno non scappa se non è colpevole.
Quella di cui stiamo raccontando è vera e propria giustizia privata. I quartieri di barriera di Milano, citati in una delle ultime storie di Don Alì, sono certamente dei quartieri difficili ed è un dovere farlo notare. Ma questo non giustifica la giustizia fai da te, segno del fallimento della giustizia, quella vera.
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