Su Twitch imperversa ancora lo scandalo delle sub bot. Le clamorose affermazioni di NezaK in live avevano già fatto discutere, ma ogni giorno si aggiungono tasselli che costruiscono un quadro molto complesso.
Ieri sera il Cerbero Podcast ha fatto chiarezza sull’effettivo funzionamento delle sub bottate. È stato intervistato in esclusiva un ex venditore di sub illecite: il “pentito” spiega come vengono creati gli account Prime, quanto costano e come vengono iniettati nei canali Twitch per non destare sospetti.
Il funzionamento delle sub illecite
Davide Marra ha intervistato in esclusiva un ex venditore di sub illecite, chiarendo inizialmente alcuni dubbi. Il Cerbero assicura che la fonte è attendibile ma non è stata ovviamente divulgata l’identità del ragazzo.
Il venditore ha spiegato in maniera molto chiaro il procedimento per la creazione delle sub bot:
Le sub di cui si sta parlando in questo periodo sono dei Prime creati da terze persone in quantità infinita che possono abbonarsi a un tuo canale con lo scopo di un guadagno illecito. Il metodo per crearle è conosciuto da poche persone: c’è un programma che ti crea degli account Prime e per ogni account servono dei proxy e delle VPN. Dietro ad ogni Prime c’è una spesa, quindi il fornitore fa un prezzo stock per un certo numero di Prime.
Il venditore ha continuato dicendo che questi account Prime utilizzano il mese di prova gratuito. Lo stesso programma permette di inserire il nome del canale Twitch da bottare. A quel punto arrivano gli abbonamenti e vengono detratti i soldi allo streamer.
Non si tratta, quindi di carding, come inizialmente ipotizzato:
Non servono carte clonate: il fornitore ha bisogno di un VPS (Virtual Private Server) che in base alla clientela crea gli account Prime. Affitti un VPS e poi utilizzi il solito metodo con proxy e VPN.
Come vengono iniettate le sub illecite
Il ragazzo intervistato ha spiegato anche in che modo è possibile identificare i canali che hanno sub bot:
Per capire se qualcuno si botta bisognerebbe controllare la chat durante la notte. La maggior parte dei fornitori sono russi e solitamente si mettono d’accordo con lo streamer: vengono iniettate quando non si è in live, verso la sera, quando nessuno può essere in chat.
Come ha spiegato anche Marra al ragazzo intervistato, il caso è scoppiato proprio in una live di JOk3R in orario notturno. Anomalo che JOk3R le abbia ricevute mentre era in diretta: non si può escludere però un eventuale errore di comunicazione sull’orario.
Chi utilizza questo metodo per iniettare sub illecite?
Chi passa più inosservato, spiega l’intervistato, sono i canali partner:
I canali piccoli riescono a farlo fino a un tot perché dopo un po’ Twitch li scopre e manda i pagamenti in fase di verifica. Invece i partner, se la gestiscono bene, possono continuare a guadagnare: nessuno gli rompe il c***o.
Ovviamente, mischiando sub reali e sub bot, un canale attivo è molto meno sospetto. Il ragazzo non si spinge a fare nomi di streamer che attualmente fanno uso di sub bot, ma cita Dizko, streamer ora permabannato.
L’insider spiega che, ricevendo le sub in orario notturno, il content creator deve essere presente in chat, anche se non sta trasmettendo in diretta:
Di canali che utilizzano questa pratica ce ne sono abbastanza. Qualcuno lo conosco ma non me la sento di fare i nomi. Solitamente però se uno streamer fa live pomeridiane viene bottato verso le due di notte perché lo streamer deve rimanere sveglio in chat a pulirla.
Il costo di ogni sub, sempre secondo l’insider, è di circa 17 centesimi a Prime fino a 100 account, per poi scendere a 12 centesimi l’una comprando pacchetti più grandi. Durante l’intervista viene spiegato anche il funzionamento della creazione dei bit, che in questo caso coinvolge il carding:
Con i bit ai tempi è un pochino più pericolosa la situazione: per donare i bit adesso utilizzano le carte. Prima Twitch ti permetteva di farmare bit e c’erano account veramente vecchi con tantissimi bit. […] Ora si utilizza il clonaggio delle carte per comprarli. Ci sono fornitori che ti chiedono una percentuale a fine mese. Altri invece ti vendono i bit, 15mila bit costano 15 euro, per dire, e ti fanno una specie di contratto.
Subgate: l’inchiesta del Cerbero Podcast non è ancora finita
Per l’intervista completa vi rimandiamo al video originale, pubblicato in queste ore dal Cerbero Podcast sul loro canale ufficiale. Durante la live del trio romano si è discusso ampiamente dell’intervista ma hanno annunciato che il SubGate non è ancora concluso e ci sono altre informazioni ancora da rivelare.
La reazione del pubblico, ovviamente, è stata immediata: in molti, dopo la live, sono entrati all’interno delle chat di svariati streamer per verificare eventuali iniezioni notturne di sub sospette. La divisione dell’inchiesta in più puntate potrebbe però permettere agli streamer colpevoli di correre ai ripari.
Incredibile anche la mancanza di misure da parte di Twitch per arginare il fenomeno. Da quanto raccontato, questa pratica non solo è molto facile da attuare, ma sfrutta una falla nel sistema Prime. L’automatizzazione del processo è un danno enorme per la piattaforma e si può sfruttare per trasferire soldi illeciti su conti italiani.
L’inchiesta, comunque, è ancora lontana dalla conclusione: non mancheranno i colpi di scena.
LEGGI ANCHE: Marco Merrino vorrebbe abbandonare Twitch in favore di YouTube