Boris è tornato e nella maniera migliore possibile. Nonostante molti si aspettassero una delusione, le aspettative sono state ribaltate attraverso un prodotto, come al solito, intelligente, feroce e al passo con i tempi.
Se 12 anni fa al centro di tutto si ponevano i problemi con la Rete, ora protagonista diventa “la piattaforma” e il temutissimo algoritmo.
Il tempo passa per tutti, sia in positivo che in negativo. Il primo episodio di Boris ci da la dolce amara consapevolezza dello scorrere degli eventi sia attraverso ciò che racconta (la vita e il destino dei personaggi dopo ben un decennio) sia tramite diversi omaggi che porta avanti all’interno della narrazione con delicatezza ed intelligenza.
Se risulta molto più diretta la dedica fatta a Roberta Fiorentini, interprete della segretaria di produzione Itala scomparsa nel 2019, l’ incredibile omaggio fatto a Mattia Torre potrebbe essere colto solo da un occhio più attento. Lo sceneggiatore, scomparso a 47 anni a causa di un tumore, insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico era la penna alle spalle di Boris. I due autori e registi hanno voluto ricordare il collega proprio nel ruolo che lui preferiva ricoprire al cinema e in tv: lo sceneggiatore.
*AVVERTIMENTO SPOILER*
Un omaggio in punta di piedi
Nel primo episodio di Boris 4 ci viene mostrato “che fine hanno fatto” i nostri protagonisti.
Tra Alessandro che ha fatto carriera come delegato di piattaforma, Stanis e Corinna che hanno aperto la loro casa di produzione autonoma e la troupe ancora determinata a svolgere il proprio lavoro (“a c***o di cane”), ritroviamo anche i 3 sceneggiatori che, pare mai come questa volta, abbiano intenzione di realizzare un prodotto di qualità.
Già all’uscita delle prime stagioni i registi della serie dichiararono quanto in realtà la figura dei tre autori nella serie non fosse altro che una “parodia” di loro stessi. Un modo per raccontare l’amicizia che li legava e che li aveva portati a concepire un progetto come Boris.
Nel corso dell’episodio, vediamo sempre due dei tre sceneggiatori interagire con gli altri personaggi mentre l’altro (interpretato da Valerio Aprea) risulta sempre in disparte quasi come se non facesse parte della conversazione. Una ironica e impertinente voce della loro coscienza.
Una presenza/assenza
Solo negli ultimi minuti del primo episodio di Boris 4 capiamo realmente cosa è successo. Durante uno dei loro soliti breafing per lavorare alla sceneggiatura di “Vita di Gesù”, nuovo progetto di Renè per la piattaforma, capiamo che in realtà il terzo sceneggiatore non è realmente presente, ma è una “presenza” che gli altri due sentono e percepiscono costantemente.
Con una battuta geniale ci fanno capire che l’uomo non c’è più ma rimane comunque un costante punto di riferimento nella vita degli altri due, talmente tanto da essere presente sotto forma di “coscienza parlante” in ogni inquadratura che interessa direttamente il gruppo di sceneggiatori.
In maniera molto poetica vediamo uno dei tre autori rivolgersi al “fantasma” dell’amico. “Collega, ma com’è l’inferno?” “Ma guarda, te dirò. Non è male: è pieno di quarte stagioni” Una battuta geniale che, non solo riassume a pieno il senso di revival, ma anche lo spirito che ha sempre guidato Mattia Torre nel proprio lavoro: ironia, sagacia ed incredibile intelligenza.
Una presenza che si sente ogni secondo
Far interpretare lo sceneggiatore scomparso all’attore romano Valerio Aprea, è solo l’ennesima mossa che conferma la solennità di questo omaggio. L’attore, infatti, è sempre stato uno degli amici più cari di Torre e, attualmente, continua a portare a teatro e in tv suoi lavori e monologhi.
La decisione di non far “scomparire” il personaggio, ma renderlo una “voce” ironica e irriverente (con annessa battuta “così de botto, senza senso”) non fa altro che portare avanti un affettuosissimo ricordo di Torre la cui presenza sembra sentirsi in ogni singola battuta di questa quarta stagione.
Nonostante la sua inevitabile assenza si percepisce qualcosa di lui in ogni inquadratura, ogni gag e ogni frase pronunciata in questa quarta stagione di Boris.
E’ quasi poetico scoprire quanto il ricordo di una persona possa influire sulle azioni degli altri. Come se, indirettamente, avesse contribuito a rende reale quel sogno che, sfortunatamente, in vita non era riuscito a realizzare.
Sembra quasi impossibile ma, anche se non c’è più, la sua penna è sempre presente irriverente, ironica e pronta, sempre e comunque, a raccontare.