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Festa del Cinema di Roma, top e flop: cosa non ha funzionato in questa 17esima edizione?

L’anteprima nazionale di Boris 4 di questa sera chiuderà la 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Definito da molti come il secondo più grande festival del cinema in Italia (dopo Venezia), l’evento diventa ogni anno una incredibile vetrina per il mondo del cinema nazionale ed internazionale.

Un tentativo di spingere la gente in sala in quella che sarebbe dovuta essere l’edizione della ripresa definitiva. Il #RFF17, mai come quest’anno, è stato un evento particolare caratterizzato da tantissimi cambiamenti (non sempre positivi) rispetto agli anni passati.

Dalla reintroduzione del Concorso fino al cambio di direzione artistica, questo diciassettesimo appuntamento è stato percorso da alti e bassi, non solo per quanto riguarda i film presentati ma anche l’organizzazione e la visibilità data all’evento.

I pochi ospiti internazionali e la presenza quasi esclusiva di film italiani, hanno attirato gli appassionati cinefili ma messo nell’angolo quel pubblico più generalista che è sempre stato un pò la linfa vitale per la Festa del Cinema di Roma.

Noi ci siamo stati, respirando a pieno tutti i grandi momenti e le delusioni di questa rivoluzionaria edizione. Oggi, nella giornata conclusiva, cercheremo di raccontarvi il top e il flop di questo 17esimo appuntamento con la Festa del Cinema di Roma.

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TOP: Il one-man show di Russell Crowe

Russell Crowe, con moltissima probabilità è stato l’ospite di punta del #RFF17.

Presente al Parco della Musica per presentare nella sezione Alice nelle Città il suo secondo lungometraggio da regista “Poker Face“, l’attore si è donato al pubblico in una masterclass dove non solo ha raccontato della sua carriera ma ci ha tenuto a parlare in prima persona con gli studenti e il pubblico presente in sala.

Quello che doveva essere un semplice incontro si è trasformato in uno scambio e in un vero e proprio one man show dell’attore che ha interagito con il pubblico girando in platea, raccontandosi alle persone e cercando di scoprire qualcosa in più sui giovani con cui si stava confrontando.

Nonostante il film non si sia rivelato all’altezza delle aspettative, Crowe ha reso memorabile la sua partecipazione alla Festa del Cinema di Roma, raccontandosi e “donandosi” ai suoi fan nella maniera migliore possibile.

FLOP: il cambio di direzione artistica e i pochi ospiti internazionali

Il cambio di direzione e artistica si è percepito, eccome. A sostituire Antonio Monda, uno dei pochi capace di portare Hollywood a Roma, è stata la giornalista Paola Malaga.

Il cambiamento maggiore è nel grandissimo numero dei film italiani e sempre meno titoli internazionali capaci di attirare il pubblico in sala.

La Festa, sembra abbia cambiato totalmente volto, perdendo quasi totalmente il suo fascino internazionale e tornando, sfortunatamente, a raccontare principalmente solo il cinema italiano.

I pochi biglietti venduti, molto probabilmente, sono legati proprio a questo. La poca presenza di film americani (non se ne contano più di 5) e l’assenza di divi sul red carpet (gli unici presenti Russell Crowe e il cast di Bros negli ultimi giorni) ha abbassato inesorabilmente l’interesse del pubblico.

Le premesse potevano essere eccellenti ma tutto si è concluso in un nulla di fatto.

TOP: il ritorno del Concorso

Eliminato dalla programmazione nel 2013, l’edizione 2022 della Festa del Cinema di Roma è stata segnata dal ritorno del concorso ufficiale, probabilmente una delle migliore scelte fatte da questa direzione.

Un ritorno al cinema meno mainstream ma più autoriale, dando modo anche a nuove leve di trovare il proprio spazio nel mondo del cinema.

Nonostante l’impostazione da “Festa” e meno da “Festival” del #RFF17, alcuni titoli in concorso si sono rivelati essere tra i migliori presentati, anche al di sopra della selezione dedicata al grande pubblico.

Tra gli esempi più virtuosi troviamo sicuramente Causeway, opera prima di Lila Neugebauer con protagonista Jennifer Lawrence, Raymond & Ray di Rodrigo Garcia con Ethan Hawke e Ewan McGregor e January di Viesturs Kairišs vincitore del concorso come miglior film.

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FLOP: La qualità dei film

Nonostante gli esempi virtuosi del concorso e qualche titolo della sezione maistream degno di nota, il livello generale delle pellicole presentate non è stato altissimo.

Questo lo si è notato anche dalle poche persone presenti sia alle anteprime che alle prime ufficiali. La voglia di presentare un gran numero di film (intorno ai 100) pare abbia un pò messo da parte la qualità delle pellicole che lasciavano un pò a desiderare.

L’affollamento di titoli italiani non ha favorito la qualità di suddetti film, che, diverse volte si sono rilevati deludenti o poco incisivi. Vera svolta del #RFF17 sono stati i documentari (ad esempio Kill me if you Can di Alex Infascelli) che hanno saputo dare visibilità ad un genere molto spesso sottovalutato.

TOP: The Fabelmans, Bros, The Menu e Boris 4

Cercando parlare ad un pubblico visibilmente più generalista dell’appassionato del cinema d’autore, i quattro prodotti che meglio hanno incarnato l’anima mainstream della Festa del Cinema di Roma sono stati The Fabelmans di Steven Spielberg, The Menu di Mark Mylod, Bros di Nicholas Stoller e Boris 4.

Parliamo di 4 realtà totalmente differenti ma che, a loro modo riescono a parlare ad un pubblico meno incravattato e più dedito alla sala nel senso più classico del termine.

Presentato in anteprima per Alice nelle Città The Fabelmans di Steven Spielberg è, con molta probabilità, il titolo che ha ottenuto più applausi e lodi. Nonostante la lunghezza, il regista con la sua maestria da mito del cinema, riesce a spiegare l’amore per la settima arte nella maniera più universale possibile.

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L’amore universale è anche una delle chiavi di lettura di Bros, rom-com di Nicholas Stoller presentata sul red carpet del #RFF17 dal regista e dai due coprotagonisti Billy Eichner (anche sceneggiatore) e Luke McFarlene.

Il divertentissimo racconto di due persone che per tutta la vita non hanno saputo che farsene dell’amore ma che, improvvisamente, devono imparare a gestirlo.

Tra i titoli maistream top di questa Festa del Cinema di Roma si pone anche The Menu di Mark Mylod, black comedy che si trasforma in un thriller ad orologeria con protagonisti Ralph Fiennes, Anya Taylor Joy e Nicholas Hoult.

A chiudere troviamo un titolo fin troppo “italiano” (a voi capire la citazione). Dopo anni di attesa torna Boris 4, che si è rivelato il vero “evento” di questa Festa del Cinema di Roma, sbaragliando tutti i concorrenti.

FLOP: Amsterdam di David O. Russell

Nonostante la grandissima attesa, il vero flop cinematografico di questa 17esima edizione è stato uno dei titoli più aspettati: Amsterdam di David O. Russell. La mancata presenza di regista o anche qualche membro del cast, ha fatto passare il film fin troppo in sordina.

Nonostante ciò, la critica italiana sembra aver confermato le recensioni molto tiepide riguardo questo attesissimo film.

Insomma, una grande uscita che è mancata totalmente di phatos o semplicemente di considerazione da parte dei grandi vertici del Festival. Che il film non sia piaciuto, sembra un qualcosa di secondario rispetto alla poca cura data alla promozione del film nel corso della manifestazione.

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