Negli ultimi 30 anni siamo stati abituati a vedere sul grande schermo storie incentrate sul mondo LGBTQ+ molto tragiche e drammatiche che molto spesso sono diventate simbolo di particolari problematiche legate a questo mondo.
Bros ribalta totalmente questa idea cercando raccontare l’universo queer nella maniera più naturale e sincera possibile. Non cercando la lacrima o il risvolto tragico ma, semplicemente, facendo divertire gli spettatore.
Presentato in anteprima come titolo conclusivo della sezione Gran Public della Festa del Cinema di Roma, Bros è una boccata d’aria fresca in una serie di racconti sul tema che cercano costantemente di commuovere
Rom-com diretta da Nicholas Stoller e scritta da Billy Eichner, Bros lavora sul divertimento raccontando, per la prima volta, una storia d’amore come tante e le difficoltà di essere un uomo 40enne single, in un mondo che sembra aspiri costantemente alla felicità.
Bros: una storia d’amore come tante?
Alla base di Bros c’è una storia molto semplice. Bobby è un conduttore di un podcast e direttore artistico di un museo di prossima apertura incentrato sulla storia LGBTQ+.
La sua vita fatta di libertà sia personale che sessuale (è un grande frequentatore di Grindr) viene minata dal suo incontro con Aaron, avvocato addetto alla scrittura di testamenti, che sembra non abbia minimamente voglia di avere una relazione stabile e monogama.
Nel corso del film riusciamo a capire, nonostante non ci venga mai spiegato direttamente, ciò che ferma entrambi dal fare un passo avanti.
Paura di provare qualcosa
Se dal lato di Bobby c’è la paura di perdere la sua indipendenza e autonomia tanto conquistata negli anni, dall’altro c’è Aaron bloccato in uno stile di vita che non riesce a soddisfarlo. Il loro incontro metterà in crisi le certezze di entrambi in un circolo vizioso che li vedrà costantemente confrontarsi con i propri limiti.
Nonostante i migliori propositi, dal punto di vista internazionale la pellicola sembra non stia incassando a dovere a causa del poco marketing fatto e dell’inserimento del film in un periodo saturo di uscite.
Proprio per questo motivo oggi noi, invece di proporvi una semplice recensione di Bros, vi sveleremo i 5 motivi per cui dovreste andare a vedere questa pellicola in uscita il 3 novembre.
Protagonista, scrittore e mattatore: un Billy Eichner sempre più personale
Sembra più che scontato dire che uno dei motivi fondamentali per cui dovreste andare a vedere Bros è il suo protagonista. Billy Eichner, oltre a scrivere la sceneggiatura, incarna perfettamente il nervosismo, l’ostentata sicurezza e le paure di Bobby.
Alle spalle di quello che sembra un personaggio completamente inventato c’è, in realtà, l’esperienza personale del comico e attore, una delle prime personalità di Hollywood a fare coming out.
La storia di rivalsa personale di Bobby ha incredibili similitudine con la storia di Eichner e della sua complessa carriera nel mondo dello spettacolo.
Quel “avevano torto” pronunciato durante il film, più che dal protagonista sembra provenire direttamente dal cuore del suo interprete. La sua comicità senza peli sulla lingua crea quasi un dissidio nello spettatore durante la visione: amarlo o odiarlo? Sta al pubblico decidere.
La chimica “buca-schermo” dei protagonisti
Nonostante sia la prima commedia LGBTQ+ promossa da un grande studios come l’Universal in moltissimi hanno criticato che il fatto che Bros non avesse appeal a causa della mancanza di grandi star all’interno del cast.
Infatti, entrambi gli interpreti, da un punto di vista di puro influencing, hanno pochissimo potere internazionale. Billy Eichner è un nome che al di fuori degli USA in pochi conoscono, mentre Luke Macfarlane è un nuovissimo volto del cinema americano.
Ciò non toglie il fatto che entrambi mostrano una sana e sincera chimica su schermo, probabilmente tra le migliori viste negli ultimi tempi.
Sia dal punto di vista di immagini che interpretativo riescono ad incastrarsi perfettamente e ad adattarsi benissimo l’uno a l’altro. La grande alchimia tra i due è uno degli elementi più validi dell’intera pellicola.
La difficoltà di essere diversi (e se stessi)
La storia raccontata in Bros fa della semplicità il suo cavallo di battaglia. L’autenticità che c’è dietro ogni difetto di ogni singolo personaggio avvicina lo spettatore ancor di più a loro nonostante le storie diverse. Non esiste chi ha ragione o torto e non ha senso definire chi sia l’eroe della storia.
Sia Bobby che Aaron sono pieni di difetti che, però, rappresentano il vero banco di prova della relazione. I due protagonisti di Bros imparano a comprendersi e a capirsi nonostante all’inizio possa sembrare impossibile.
La consapevolezza che entrambi hanno di se stessi va maturando di momento in momento, in un tentativo di capire meglio le proprie scelte e quelle di coloro che hanno accanto.
Uno dei momenti più belli del film (che non vi spoileriamo, ma ricordate solo una parola: Provincetown) si basa proprio su un discorso riguardo la consapevolezza di se stessi e delle proprie capacità. Qualcosa che può avere un risvolto molto più universale di quanto molti potrebbero pensare.
Racconto di un amore universale
Una delle trame principali di Bros riguarda l’apertura di un museo LGBTQ+ a New York di cui Bobby è direttore artistico.
La “scusa” delle mostre da organizzare sembra essere un perfetto modo per ricollegarsi alla tematica principale del film: l’amore. Come ogni rom-com Bros mette al centro l’amore nonostante la strada sia un pò più tortuosa e dissestata rispetto al solito.
Il museo diventa un modo per raccontare il sentimento non solo tra due persone ma nella maniera più onnicomprensiva e totale possibile. La diversità diventa simbolo dell’amore e l’amore il modo più semplice per capire gli esseri umani.
Una rom-com all’insegna dell’autoironia
Andando verso tematiche un pò più concrete, ciò che rende Bros un film da vedere è il divertimento. La comicità di Eichner, che trasuda in ogni singola battuta, impregna qualsiasi cosa risultando protagonista quasi quanto gli attori.
Già il modo in cui vengono affrontate alcune scene di sesso fa capire la grandissima autoironia che c’è alla base della pellicola.
Autoironia che colpisce tutte quelle situazioni in cui si posso trovare universalmente coinvolti tutti (come ad esempio imbarazzanti incontri su app di dating), senza distinzione di orientamento sessuale o genere.
Da queste situazioni il film tira fuori un racconto capace di toccare tematiche profonde (come ad esempio l’omofobia) fino ad arrivare al divertimento più frivolo e politicamente scorretto possibile. Ciò rende la pellicola incredibilmente dinamica e mai noiosa.
Bros arriverà nei cinema italiani il 3 novembre.