La famosa app di messaggistica torna di nuovo sotto i riflettori a causa di una presunta violazione dei requisiti del Nerwork Enforcement Act negli scorsi anni. Secondo la Germania, Telegram ha violato le precise specifiche dettate dal NetzDG, chiamata anche Facebook Act.
Le responsabilità che ha Telegram
Stando al comunicato dell’Ufficio Federale di Giustizia, l’app avrebbe dovuto istituire un personale addetto al controllo di attività illegali sulla piattaforma e anche un canale per le comunicazioni ufficiali. A fare da eco è il ministro della giustizia tedesco Marco Buschmann, secondo il quale “gli operatori delle app di messaggistica e dei social network hanno una importante responsabilità nel prevenire incitamento all’odio e altre attività illegali sulle loro piattaforme”.
La polizia federale teme che Telegram possa diventare un pericoloso mezzo di radicalizzazione nel Paese e spinge per la creazione di un’autorità sul suolo tedesco che possa intervenire tenendo sotto controllo specifiche chat e canali. Sono infatti noti gli episodi che coinvolgono Telegram a relativi canali su complotti, fake news e incitamento all’odio.
Famoso è stato Attila Hildmann, chef antisemita che ha organizzato una sfilata insieme ad alcuni neonazisti facendo uso di Telegram. Oppure tutta la schiera di No Vax che si è data appuntamento, sempre facendo uso di Telegram, per protestare contro i vaccini. A seguito di questi eventi, avvenuti tra il 2020 e il 2021, il Governo tedesco ha deciso di sanzionare l’app per ben 5 milioni di euro.
Telegram non risponde alle accuse
In questi anni l’Ufficio Federale di Giustizia ha ammesso che Telegram è stato ripetutamente notificato degli ultimi eventi ed esortato a intervenire. Dopo molte comunicazioni e nessuna risposta da parte della società di Pavel Durov, la nazione si è sentita in dovere di applicare la sanzione, definendo la società come “irraggiungibile”.
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Non è la prima volta che la Germania impone sanzioni a colossi informatici: già nel 2015 è stato presentato il problema delle azioni illegali che si svolgono sui social network e nel 2017 è stata approvata la NetzDG, varata soprattutto nei confronti di Facebook, per casi di una gestione quasi assente delle segnalazioni di utenti riguardo post che violavano le linee guida.