Sin dall’esplosione della pandemia a marzo del 2020, raggiungere il Giappone è diventato più un’illusione proibita che un sogno da realizzare. Il paese, come molti altri, ha serrato le sue frontiere in modo categorico, non consentendo alcun genere di spostamento per entrare o uscire; in più, mentre altre nazioni danno adesso la possibilità a qualunque turista (anche nipponico) di circolare liberamente, in Giappone solo negli scorsi mesi sono stati effettuati i primi progressi sugli ingressi, permettendo di raggiungere la nazione attraverso un visto lavorativo o matrimoniale, e più avanti aprendo anche a quello studentesco.
Tuttavia, per il turismo la faccenda è rimasta ancora molto complicata: in due anni di pandemia il Giappone si è come alienato interamente dai visitatori stranieri, promuovendo invece il turismo interno attraverso campagne promozionali come il “Go To Travel”. Quest’iniziativa portava i residenti in Giappone a supportare le industrie grazie a dei fondi stanziati dal governo che andavano a coprire i costi dei viaggi domestici con dei coupon, e dando sconti sui pacchetti di viaggio.
Tuttavia, anche per i residenti giapponesi l’aumento dei contagi si è rivelato un ostacolo, i quali hanno portato a sospendere la campagna, e in tutto ciò i vari esercizi che vivevano di turismo come ristoranti, alberghi, agenzie e così via, hanno man mano dovuto chiudere i battenti. Sembra però che il 2022 potrebbe portare a un importante cambiamento: infatti, proprio in questi giorni si parla dei programmi futuri relativi a un’apertura ulteriore delle frontiere, e che permetterebbe anche ai singoli visitatori di entrare in Giappone per turismo.
Il Giappone sta riaprendo le porte ai turisti?
In questo articolo eviteremo di parlare della risposta al COVID del Giappone: è un discorso lungo e poco relativo a ciò che davvero ci interessa. Ciò che vogliamo sapere, infatti, riguarda i programmi del paese per quanto riguarda il turismo.
Fino a un mese fa, il paese è rimasto sigillato ad ogni tipo di visitatore senza un visto, e con un numero di arrivi consentiti molto esiguo; da giugno, c’è stato il primo spiraglio di speranza per i viaggi turistici aprendo ad alcune nazioni asiatiche, e poi ai viaggi permessi a tutti ma solo attraverso dei pacchetti di gruppo offerti dalle agenzie, con un itinerario programmato e approvato dalle autorità competenti, spesso paragonato a quelle visite guidate effettuate in Corea del Nord (esagerazione? O realtà?).
Il Giappone aveva anche creato una sorta di classifica dei vari paesi a seconda del rischio d’infezione COVID, basandosi sui colori rosso, giallo e blu, e richiedendo un test COVID negativo effettuato 72 ore prima della partenza. In aggiunta, chi entrava nel paese avrebbe necessitato di effettuare un altro test, e se proveniente da paesi rossi o gialli, fare un periodo di quarantena in una struttura registrata.
In questi giorni, la situazione sembra però evolversi ulteriormente: secondo le parole del Primo Ministro Kishida, il governo infatti avrebbe intenzione di aumentare a partire da settembre il numero d’ingressi giornalieri, che arriverebbe a 50 mila anziché gli attuali 20 mila.
Coincidenza interessante, proprio questa settimana un sondaggio di una compagnia giapponese rivolto a 52 paesi differenti ha mostrato come il 72% dei partecipanti non visiterà il paese, se le condizioni dei controlli ai confini rimarranno tali. I pacchetti turistici imposti dal governo sono stati la ragione principale della riluttanza a viaggiare in Giappone con il 71% che ha affermato che avrebbe cambiato idea se i tour fossero stati interrotti.
Circa il 39% desiderava la revoca dell’obbligo del visto, mentre il 38% si opponeva all’obbligo del test negativo COVID-19 prima dell’arrivo. Circa il 23% desidera che il limite alle entrate giornaliere venga abolito.
Il passo avanti del Giappone: sì ai turisti singoli
Ma le novità più interessanti arrivano adesso: come scrive il ministro Taro Kono su Twitter, tutto avrà inizio a partire dal 7 settembre: da quella data, non verrà più richiesto un test COVID negativo ai vaccinati con almeno tre dosi, e in programma ci sarebbe appunto l’aumento del limite giornaliero dei passeggeri in arrivo, e in seguito anche l’esenzione del visto.
Questo ultimo punto è il più intrigante, ma anche quello con “l’inghippo”: come riportato da NHK e Nikkei, il governo vorrebbe accettare anche i turisti individuali che non vogliono muoversi attraverso dei tour guidati, ma essi dovranno comunque prenotare il loro viaggio mediante un’agenzia di viaggi. Non sono state date informazioni ufficiali su come quest’ultime influiranno sui progetti del turista, ma sicuramente sarà compito loro occuparsi della prenotazione del volo, dell’hotel, dell’assicurazione sanitaria relativa al COVID, e chissà, forse anche di decidere che genere d’itinerario si effettuerà.
Informazioni sui costi per il pacchetto viaggio: il volo e l’hotel
Per delle informazioni ufficiali ci toccherà aspettare ulteriormente, poiché non ce ne sono ancora; ma si ipotizza che le agenzie in questo caso avranno un ruolo utile per comunicare i tragitti del singolo turista, consentendo così di controllare i loro spostamenti (e dunque i siti online come Booking, Airbnb, Expedia non saranno considerati entità sostitutive valide per le agenzie). Chiaramente, dover usare un’agenzia per il proprio viaggio in Giappone comporterà dei costi aggiuntivi per l’intermediazione, che andranno ad aggiungersi agli attuali prezzi piuttosto elevati per il biglietto aereo.
Prima della pandemia, i costi di un viaggio in Giappone organizzato in modo autonomo potevano essere in realtà molto convenienti: le stime andavano tra i mille e i duemila euro a seconda delle proprie esigenze e della durata della nostra visita, oltre che anche alla scelta tra volo diretto o con scalo. Un biglietto nel 2019 poteva arrivare a costare in media dai 400 ai 700 euro (anche a seconda di diretto o con scalo), mentre adesso con il rincaro dei prezzi del carburante e i voli ridotti, la cifra sarà certamente più elevata.
Per quanto riguarda invece gli hotel o altri alloggi, questa è forse la parte più conveniente: il settore turistico del Giappone sta annaspando per nuovi visitatori, e per questo dando un’occhiata su siti come Booking e simili, le varie opzioni si possono trovare a prezzi particolarmente abbordabili. Aggiungiamo poi il cambio euro-yen decisamente favorevole: il tasso di cambio attuale va dai 134 ai 138, cifre che non si sono viste così spesso nel periodo prepandemico.
Tutto questo, però, sarà relativamente irrilevante se ci si dovrà rivolgere ad un’agenzia: essa richiederà certamente un pagamento aggiuntivo per i suoi servizi, e ora come ora fare una stima precisa è pressoché impossibile. Tirando le somme, ancora non si conoscono le modalità con cui verranno reintrodotti i viaggi individuali, e nemmeno di preciso quando ciò avverrà; intanto, rimaniamo attenti a possibili nuove notizie a settembre, e continuiamo a risparmiare un po’ di soldi per il viaggio tanto sofferto e sudato in due anni di restrizioni e ondate di virus.