Clara Sorrenti, conosciuta online come “Keffals” è una streamer e attivista transgender, che da adolescente ha completato la transizione, e da allora è nota per le sue campagne a difesa dei diritti LGBT. Tra il 2018 e il 2019, la streamer ha anche corso per le elezioni regionali dell’Ontario e per quelle federali canadesi.
Dal 2020 Keffals ha iniziato a streammare videogiochi su Twitch, e in seguito è diventata famosa per le sue attività contro la discriminazione della comunità LGBT. E proprio per questo motivo, Keffals ha iniziato a dover nascondersi per le continue minacce ricevute da movimenti e gruppi di odio anti-LGBT.
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Keffals e le minacce ricevute per le sue idee
Pochi giorni fa, Keffals sul proprio canale YouTube e su Twitter ha pubblicato un video dove ha spiegato come la sua situazione sia “peggiorata”: nonostante abbia iniziato a nascondersi cambiando continuamente hotel, continua a subire “doxxing” da parte di gruppi di odio anti-LGBT:
Insieme al video, Keffals ha allegato un “press kit” che contiene tutta la documentazione e le informazioni relative alle minacce che ha ricevuto nelle ultime settimane.
Non ultima in ordine di tempo, il 5 agosto la stremare è stata oggetto di “swatting”: qualcuno che l’ha impersonata ha mandato diverse email ai consiglieri cittadini di London (Ontario), in cui affermava di “essere in possesso di un’arma illegale” e di avere in progetto di “andare in città e sparare a ogni persona cisgender”. E così le forze speciali sono entrate in casa sua e l’hanno arrestata; in seguito, la streamer è riuscita a chiarire la sua posizione e ha pubblicato un video dove spiegava la vicenda:
Dopo questo episodio di “swatting”, lei e la sua fidanzata hanno deciso di trasferirsi in diversi hotel, per evitare altre molestie. Ma questo non ha fermato i gruppi omofobi, come il forum Kiwi Farms: infatti, membri di questo sito hanno continuato a stalkerare Keffals e sono riusciti a triangolare la sua posizione in base agli elementi presenti nella stanza da dove streammava, come per esempio le “lenzuola del letto”.
La mattina successiva, cinque differenti pizzerie hanno inviato delle pizze nella stanza del mio hotel usando il mio “deadname” [nella comunità LGBT indica il nome utilizzato da una persona prima della transizione, n.d.a.] Ovviamente, non erano le pizza il problema, ma la minaccia che hanno fatto, e che sapevano dove io vivessi.
In seguito a questi episodi, Keffals non solo ha iniziato a usare un green screen per nascondere la sua locazione, ma è costretta a vivere spostandosi da un “AirBnB” e un altro, utilizzando anche una VPN:
Voglio che sappiate tutti che non ho intenzione di fermarmi. Non andrò da nessuna parte. Io continuerò a lottare.