Google, l’azienda statunitense che offre servizi online, si trova attualmente nell’occhio del ciclone, in quanto sembra dovrà pagare la cospicua somma di 118 milioni di dollari a più di 15 mila dipendenti di sesso femminile: la causa sarebbe da imputare alla discriminazione di genere.
Le querelanti relative all’ingiustizia si sarebbero mosse a favore delle donne occupate in diverse mansioni all’interno dell’azienda, come manager e ingegneri. Le suddette hanno accusato Google di porre donne maggiormente qualificate in ruoli che vengono pagati meno, non permettendo promozioni e pagando le stesse circa 17 mila dollari in meno rispetto agli uomini che ricoprono la stessa posizione.
Holly Pease, una delle donne che ha querelato l’azienda si è pronunciata affermando:
Come donna che ha occupato la sua intera carriera a lavorare nell’industria tech, sono ottimista del fatto che le azioni prese da Google garantiranno una maggiore equità per le donne.
Lo studio legale Lieff Cabraser Heimann & Bernstein LLP, assieme a Altshuler Berzon LLP, hanno annunciato l’accordo nella giornata di venerdì. Lo stesso dovrà essere approvato da un giudice e, secondo gli studi legali, l’udienza preliminare si terrà nella giornata di martedì 21 giugno.
Chi sono le donne che hanno citato in giudizio Google?
La causa fu originariamente avviata nel settembre del 2017; a maggio 2021 il caso si è evoluto in azione collettiva per mano di un giudice a San Francisco. Ciò significava che i querelanti potevano avviare una singola causa collettiva piuttosto che essere costretti ad avviare casi individuali contro Google.
Le quattro donne, dipendenti di Google in California, hanno accusato l’azienda di aver violato l’Equal Pay Act dello Stato Californiano; esse sono Kelly Ellis, Holly Pease, Kelli Wisuri e Heidi Lamar.
Heros of the day: Kelly Ellis, Holly Pease and Kelli Wisuri
They’re battling for all women at Google. https://t.co/ZtKIaTNKa7
— Rhode Masked in PVD (@rhoderedpvd) September 15, 2017
La Ellis lavorò come Software Engineer dal 2010 per quattro anni, assumendo il ruolo di senior manager nel 2014, lo stesso anno nel quale lasciò l’azienda. Il motivo per il quale abbandonò l’impiego fu per la “cultura sessista” che aleggiava all’interno di Google.
Nella causa era indicato di come la stessa veniva pagata come un ingegnere novizio nonostante i suoi quattro anni di esperienza nel ruolo, specificando anche che un collega, uscito dal college il suo stesso anno e con meno esperienza, veniva pagato molto di più.
Come se non bastasse, nel 2018 un giudice di San Francisco ha imposto un ordine restrittivo nei confronti di Alex Gulakov, il quale avrebbe affermato che la Ellis meritava di essere stu*rata per aver citato in giudizio l’azienda.
Here’s Alex Gulakov, aka Aleksandr Gulakov, sending other people messages threatening to rape, torture, and murder me. His latest Twitter handle is @meta4numbers. pic.twitter.com/0qsoevC21B
— Kelly Ellis is Pro-Abortion ??? (@justkelly_ok) September 30, 2019
Fonte: dailymail.co.uk