In Giappone, il rispetto verso gli altri viene dimostrato in moltissimi aspetti della propria vita: un esempio lampante ne sono gli onorifici, ovvero delle specie di “desinenze” poste alla fine di un nome, le quali si distinguono ognuna a seconda del grado di vicinanza o importanza che ha la persona a cui ci si sta riferendo.
Altro elemento importante, sempre presente nel gergo nipponico, è visibile nella formulazione delle frasi, anch’esse via via sempre più formali in base al contesto in cui ci si ritrova a comunicare con gli altri, ad esempio con i propri colleghi o con degli sconosciuti. Oltre all’esprimersi in modo garbato, però, i giapponesi pongono molta enfasi anche sui gesti che si rivolgono verso gli altri: pensiamo ad esempio all’inchino, che porta ad abbassare la testa sempre di più nel caso ci si stia scusando per qualcosa.
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Uno dei modi più “estremi” di chiedere scusa in Giappone è denominato “dogeza”, e consiste nel prostrarsi in ginocchio davanti alla persona a cui si rivolgono le scuse, abbassando la testa fino a posare la fronte sul pavimento, con lo sguardo rivolto verso esso. Il dogeza, per quanto “umiliante” possa risultare, non è in realtà una pratica poi così rara, e per questo sembra che qualcuno abbia voluto creare qualcosa di diverso da esso per mostrare tutto il proprio pentimento: il dogeritsu, o inchino in verticale.
Come scusarsi con i propri capi in Giappone
Mentre si potrebbe pensare come dopo il dogeza non ci sia alcun modo di “andare più in basso”, SoraNews rivela questo innovativo e fresco metodo per cercare di farsi perdonare dal capo sul posto di lavoro. Seiji Nakazawa, dopo aver fatto arrabbiare amici, colleghi e persone vicine, ha scoperto come il suo dogeza stesse perdendo d’efficacia, e allora ha voluto sviluppare questo “inchino verticale”, dandone anche diverse dimostrazioni.
Il pretesto per mettere in scena il dogeritsu è stato inviare per email al padre di Sato-san, corrispondente di SoraNews in Giappone, una foto “compromettente” di suo figlio. Seiji-kun allora ha voluto essere onesto e confessare subito il fatto al collega, andando a sfoggiare il suo magnifico dogeritsu; in risposta, Sato-san si dice così sorpreso e impressionato da aver dimenticato perché fosse arrabbiato.
Dunque, qui si rivela il potere dell’inchino verticale: a differenza del dogeza, che lascia inevitabilmente la persona adirata a crogiolare nella propria rabbia, il dogeritsu è capace di sorprendere e scioccare il prossimo, cosicché la ragione per cui dovrebbe essere arrabbiato passi in secondo piano. Seiji-kun ha anche voluto illustrare ai lettori in che modo assumere questa mirabolante posa, che in realtà sembra derivare in tutto e per tutto da una classica mossa da breakdance. Difficile dire se il dogeritsu prenderà davvero piede in Giappone, ma per adesso non possiamo fare a meno di complimentare l’impiegato giapponese per questa sua possibile invenzione.
- -Inginocchiatevi e allineate le mani per terra.
- -Spingete la testa sul pavimento mentre ruotate verso l’esterno la mano dominante, portandola sotto lo stomaco
- -Mettete il gomito della mano dominante sotto il vostro bacino cosicché vi supporti, e alzate le gambe in aria. L’altro braccio fornirà stabilità, e potrà mantenere del peso se necessario. Assicuratevi di avere le gambe dritte e allineate per un effetto impeccabile.
- -Seiji invita anche a fare attenzione alla distanza tra la mano dominante e la testa: maggiore è la vicinanza, più “ripido” sarà il dogeritsu, richiedendo però più forza per mantenersi sollevati.