Non è certamente un grande momento per Netflix. Dopo il calo degli abbonamenti registrato nell’ultimo periodo (con conseguente crollo in borsa), il colosso dello streaming americano ha infatti dovuto patteggiare con l‘Agenzia delle Entrate e versare quasi 56 milioni di euro (55.850.513€ se vogliamo essere precisi) al Fisco italiano. Il motivo è semplice ed è quello che sta portando tante aziende del settore tech a fare lo stesso e non solo nel nostro paese, ovvero il mancato versamento delle tasse tra l’ottobre 2015 e il 2019. Il contenzioso, portato avanti da un’inchiesta della Procura di Milano e dalla Guardia di Finanza, è stato quindi finalmente risolto, con Netflix che ha versato la cifra in un’unica soluzione.
A far notizia è stata anche la maniera in cui la società americano ha evitato per anni il pagamento delle tasse. La Procura di Milano ha infatti fornito il resoconto delle indagini, spiegando che Netflix è stato il:
“Primo caso, in ambito mondiale, in cui viene ipotizzata l’esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nella Digital Economy, completamente priva di personale e caratterizzata esclusivamente da una struttura tecnologica avanzata”. Questa struttura sarebbe stata asservita in via esclusiva allo svolgimento di funzioni aziendali chiave per la conduzione del proprio business sul territorio dello Stato“.
In pratica l’azienda fondata nel 1997 da Reed Hastings e Marc Randolph era presente sul nostro territorio con una struttura formata da centinaia di server, che però non risultavano all‘Agenzia delle Entrate, rendendo di fatto l’azienda invisibile agli occhi delle istituzioni italiane, pur essendo in realtà presente nel nostro paese (nel 2019 vi erano già oltre un milione di abbonati).
Netflix: aperta la prima sede italiana
Per risolvere la situazione ed evitare ogni genere di inconveniente futuro, Netflix ha costruito lo scorso primo gennaio la prima società italiana (Netflix Italy srl), come specificato nella nota del Procuratore di Milano Marcello Viola:
“Di diritto italiano che ha iniziato a stipulare i contratti e fatturare i corrispettivi provenienti dagli abbonamenti sottoscritti con gli utenti nazionali. Ciò determinerà la tassazione in Italia dei redditi prodotti dalla vendita degli abbonamenti agli utenti residenti sul territorio nazionale”
Fonte: Il Sole 24 Ore