Mamoru Oshii è sicuramente uno dei registi di film d’animazione giapponesi più apprezzati dal pubblico, soprattutto per opere come Ghost in The Shell (1995) e il suo seguito Innocence (2004). Prima di questi lungometraggi, però, il regista ha lavorato su un franchise molto noto in Italia, ma che raramente viene accostato allo stesso Oshii: ovvero, Lamù, l’opera nata dalla penna di Rumiko Takashi.
Mamoru Oshii ha lavorato precisamente alla supervisione della prima parte delle serie animata di Lamù (1981-86) e ha debuttato come regista di un film con Lamù: Only You (1983). L’opera che però lo ha portato all’attenzione della critica è stato il secondo lungometraggio di questo brand, ovvero Lamù Beautiful Dreamer (1984):
Ataru, Lamù e gli altri protagonisti della serie sono impegnati a preparare il festival studentesco; ma qualcosa non va: le giornate sembrano ripetersi continuamente, senza che cambi nulla. Il professor Onsen Mark e la dottoressa Sakura si accorgono però che loro e gli studenti della scuola sono intrappolati in una sorta di “loop temporale”; insieme, Ataru e compagni affronteranno un viaggio onirico per riuscire a uscire da questo loop.
Anche solo leggendo la trama di questo film ci si rende conto di come Beautiful Dreamer sia molto distante da quanto si è visto nel manga e nelle altre opere animate di Lamù, anche se l’idea di questo lungometraggio riprende uno dei capitoli del manga di Takashi (il capitolo 31, adattato nell’episodio 42 della prima serie come L’incubo di Ataru, a cui, ricordiamo, ha lavorato anche lo stesso Oshii).
Il futuro regista di Ghost in The Shell ha voluto spingersi oltre con Lamù Beautiful Dreamer, non solo inserendo un concetto come quello del “loop” temporale/onirico che verrà ripreso da numerose altre opere (come Paprika o Inception); ma anche presentando i personaggi sotto una sfaccettatura diversa, cercando un approfondimento inedito del mondo dei personaggi di Rumiko Takahashi.
Una soluzione che però all’epoca non piacque né al pubblico degli appassionati dell’opera, né alla sua autrice, Rumiko Takahashi. E questo portò Oshii a chiudere la sua esperienza con il franchise di Lamù. Il risultato, però, è stato ampiamente rivalutato nel tempo anche dal pubblico, e oggi Lamù Beautiful Dreamer è riconosciuto quasi universalmente come la miglior opera animata del brand.
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