Per i Pixar Animation Studios gli anni Duemila sono stati il loro periodo d’oro, in particolare quello compreso tra Ratatouille (2007) e Toy Story 3 (2010). E proprio il primo film vogliamo consigliarvi, candidato a 5 Oscar e vincendone uno come Miglior Film d’Animazione nel 2008.
Remy è un piccolo topo che ha il sogno di diventare cuoco, grazie a un naso molto sensibile agli odori. Questo però rende difficile i rapporti con i suoi simili, specialmente suo padre, che non comprende la passione di suo figlio. Un giorno, il nostro protagonista e la sua colonia si ritrovano a dover fuggire dalla casa che avevano infestato e si dirigono verso Parigi. Remy però rimane indietro e si stacca dal suo gruppo, trovandosi così da solo nella capitale francese; a fargli “compagnia” c’è il libro di August Gusteau e il suo spirito: lo chef stellato che è l’idolo di Remy
Ratatouille è stato il secondo lungometraggio Pixar per Brad Bird, che aveva già diretto tre anni prima Gli Incredibili – Una Normale Famiglia di Supereroi (2004). Questo lungometraggio è decisamente particolare, soprattutto per la scelta di avere come protagonista un topo appassionato di cucina: una cosa che sicuramente non si vede tutti i giorni.
Ma al di là di questo, Ratatouille è una piccola gemma nella filmografia Pixar, che non punta a raccontare un’avventura epica o qualcosa di complicato, anzi; ma riesce appieno a creare un’atmosfera stupenda e a emozionare lo spettatore. Il rapporto che si crea tra Remy e Linguini (lo sguattero che verrà aiutato dal piccolo protagonista a diventare cuoco) è ciò che rende speciale questo film, insieme alla “lezione” del film:
“Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque!“
C’è altro in Rataouille: la cura nei dettagli estetici, sia delle atmosfere di Parigi, sia, soprattutto, dei piatti che vengono cucinati dal “piccolo chef” Remy: il team che ha realizzato il film ha studiato e fotografato nei minimi dettagli piatti veri per poterli riprodurre nel film. E poco sarebbe così reso stupendamente in questo film senza la stupenda colonna sonora di Michale Giacchino, forse uno dei suoi migliori album.