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Road 96 – Recensione PS5: storie di strada tra un doloroso passato e un futuro incerto

Originariamente pubblicato su Nintendo Switch e PC il 16 agosto 2021, Road 96 è il terzo titolo prodotto dai ragazzi dello studio DigixArt, autori di Lost in Harmony (2016) e 11-11: Memories Retold (2018).

In occasione del suo imminente approdo sulle piattaforme PlayStation e Xbox di vecchia e nuova generazione, riscopriamo insieme ciò che questa avventura narrativa su strada ha da offrirci all’interno della nostra dettagliata recensione.

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Il lungo cammino verso la Road 96

Alcuni progetti nascono, si sviluppano e vengono immessi sul mercato con lo scopo, oltre che di intrattenere e divertire, di mettere in risalto una determinata situazione, un determinato evento storico, politico o sociale, affinché possa raggiungere la platea di riferimento ed offrirgli la peculiare visione delle menti che vi stanno alle spalle.

Road 96, se visto in quest’ottica, non fa eccezione; il team di creativi dietro lo studio DigixArt non si è mai risparmiato nell’esprimere in modi più o meno espliciti la propria visione politica della società in cui viviamo (chi ha giocato alle produzioni precedenti dello studio lo sa bene). In Road 96 infatti, pur narrando eventi inventati di sana pianta, lo studio prosegue con questo modus operandi, per certi versi persino in un modo ben più esplicito che in passato.

Il titolo è ambientato nel 1996 all’interno dello stato fittizio di Petria, un Paese in tutto e per tutto simile agli Stati Uniti odierni. Petria è però un Paese scosso da forti squilibri interni e costituito da un tessuto sociale e politico davvero sottile e traballante: le redini del Paese sono collocate nelle mani del Presidente Tyrak, controversa figura che detiene un controllo quasi dispotico dell’intera struttura governativa (nonché sovvenzionato da una foltissima schiera di sostenitori che ne hanno garantito l’elezione).

Road 96 screenshot (16)
In Road 96 potremo anche decidere di vandalizzare i manifesti elettorali di Tyrak (non senza conseguenze).

A Tyrak si contrappongono però le cosiddette Brigate Nere, un gruppo terroristico ribelle e violento che intende, con ogni mezzo possibile, intralciare il mandato del Presidente in carica, screditarlo e destituirlo con lo scopo di riportare Petria ai fasti di un tempo. Il tutto si svolge poi in un clima di imminenti elezioni politiche che, tra manifestanti agguerriti e il barlume di speranza simboleggiato dal candidato Torres, cadranno proprio in occasione del decimo anniversario di un tragico evento di cui le Brigate Nere vennero incolpate all’epoca e durante il quale persero la vita decine di persone innocenti.

All’interno di questo scenario così instabile e precario, il giocatore non vestirà direttamente i panni di uno dei membri delle Brigate Nere, né tantomeno quelli di Tyrak o di uno dei suoi sottoposti; il giocatore impersonerà un ragazzo comune, un adolescente che, zaino in spalla, ha preso la difficile decisione di abbandonare la sua casa, la sua famiglia e la sua vita e fuggire verso nord per cercare di lasciare il Paese e scampare alla tirannia di Tyrak.

Il nostro obbiettivo sarà dunque quello di intraprendere un viaggio faticoso e irto di pericoli lungo migliaia di chilometri per raggiungere la Road 96 e superare l’ostacolo finale rappresentato dal confine, il gigantesco e tremendamente spaventoso posto di blocco che separa Petria dalla tanto agognata libertà.

Road 96 screenshot (2)
Ogni personaggio che controlleremo partirà da punti differenti, visiterà luoghi differenti ed incapperà in eventi differenti.

Scelte morali, bivi e storie

Da queste premesse e da un Presidente Tyrak che riporta subito alla mente Donald Trump e il suo tanto iconico “muro”, inizia così il viaggio del protagonista. Un protagonista senza volto e senza nome (gli unici tratti di cui saremo a conoscenza ci sono comunicati mediante i menù di gioco, che presentano il profilo stilizzato del nostro alter ego) di cui prenderemo il comando mentre si trova già lungo la strada verso il confine.

Il gioco si sviluppa in un numero variabile di episodi (durante la nostra prima partita ne abbiamo affrontati sei per raggiungere l’epilogo della storia) della durata di circa un’ora ciascuno, durante i quali impersoneremo tanti ragazzi quanto il numero degli episodi stessi.

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Tramite questa schermata potremo scegliere quale alter ego impersonare.

Road 96 può contare su una peculiarità decisamente atipica per la categoria delle avventure prevalentemente narrative di cui fa parte: gli scenari che andremo a visitare sono generati proceduralmente; ciò significa che il percorso di ogni nostro alter ego sarà differente ed ognuno di essi vivrà la propria personale storia.

Dotati soltanto di pochi spiccioli e di ciò che riusciremo a trovare lungo la strada, dovremo fare di necessità virtù e cercare di sopravvivere con gli scarsi mezzi a nostra disposizione. Naturalmente il viaggio non sarà semplice: pericoli e difficoltà di ogni tipo ci sbarreranno la strada e dovremo essere in grado di amministrare con saggezza le nostre risicate risorse per raggiungere indenni la libertà. Unico indicatore di cui dovremo preoccuparci sarà quello dell’energia, costituito da un numero di segmenti variabile e che si svuoterà o riempirà compiendo svariate azioni come mangiare, riposare o percorrere lunghe distanze a piedi: ogni nostro gesto dovrà essere soppesato con attenzione, perché una decisione sbagliata potrebbe gravemente compromettere l’avanzamento verso il nostro obbiettivo e, in taluni casi, mettere perfino in pericolo la nostra stessa vita.

Road 96 tuttavia non è un gioco survival, non avremo mai a che fare con l’accumulo di risorse e non fronteggeremo mai animali feroci: i pericoli succitati sono costituiti dalle persone che incontreremo e dalla precarietà della vita di strada. L’elemento che infatti renderà unico ogni nostro viaggio sarà garantito dai comprimari che avremo modo di incontrare lungo il cammino, vero fulcro dell’esperienza e motore primario degli eventi che vivremo. Road 96 infatti può contare (escludendo le svariate comparse occasionali) su una platea di 8 personaggi unici che vivranno delle storie profondamente interconnesse tra loro, nonché tutte accomunate da quel tragico evento che vide coinvolte le Brigate Nere nel 1986.

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I dialoghi ci porteranno a sfruttare sapientemente le nostre conoscenze e scegliere con attenzione le risposte che daremo.

Dialoghi e interazioni sono dunque l’aspetto fondante del gameplay: tutti e 8 i comprimari sono mossi da ideali e scopi ben precisi che avremo modo di scoprire e approfondire con l’incedere della progressione; starà a noi, mediante dei dialoghi a scelta multipla ed una struttura a bivi narrativi cercare di indirizzare le loro azioni per toglierci da un impaccio o dissuaderli dal compiere un gesto di cui potrebbero pentirsi.

Stringere rapporti con questi personaggi ci poterà inoltre dei vantaggi concreti e tangibili: sarà possibile infatti ottenere da loro dei potenziamenti, condivisi tra i personaggi che impersoneremo di episodio in episodio e che potremo sfruttare per procedere più agilmente: potremo infatti imparare, per esempio, a scassinare le serrature e hackerare dispositivi elettronici per accedere ad aree precedentemente precluse al nostro passaggio, ma anche affinare il nostro intuito e sbloccare così nuove tipologie di interazioni durante i dialoghi.

Nonostante la frammentazione generata dalla struttura ad episodi, la trama del gioco procede piuttosto fluentemente; i personaggi principali sono ben caratterizzati ed approfonditi, seppur spesso e volentieri si finisca per cadere in banali cliché caratteriali e di trama già visti in moltissime altre occasioni. Tuttavia, riteniamo che il sistema di dialoghi a scelta multipla non funzioni sempre in modo adeguato: abbiamo spesso avuto l’impressione che le interazioni possibili, seppur in diversi casi molteplici e antitetiche tra loro, tendessero comunque a confluire all’interno di un binario già stabilito a priori indipendentemente dalla risposta data, vanificando parzialmente l’influsso della stessa.

L’esperienza rimane comunque sufficientemente godibile durante tutta l’avventura e la costante preoccupazione di non sapere se le decisioni che abbiamo preso precedentemente avranno o meno delle conseguenze nefaste sul corso degli eventi garantisce un livello di coinvolgimento alto per l’intera durata.

La generazione randomica degli scenari assume in questo frangente un ruolo importante; lo stupore e il timore che si prova nel visitare per la prima volta una location nuova contribuiscono a mantenere alta l’attenzione e la tensione. Il momento in cui arriverete per la prima volta allo spaventoso posto di blocco al confine lo ricorderete a lungo.

Un comparto tecnico altalenante, ma lo stile non manca

Il comparto tecnico di Road 96 non è propriamente il suo punto di forza. Il team di sviluppo non dispone certo dei fondi di altri grandi colossi dell’industria, ma al netto di una conta poligonale modesta, di qualche modello ripetuto e di un set di animazioni un tantino legnose in diversi frangenti, le espressioni facciali dei vari comprimari riescono comunque a comunicare adeguatamente i relativi stati d’animo (interessante il dettaglio degli occhi arrossati dei personaggi che, trattenendo a stento le lacrime, ripensano ad eventi dolorosi del proprio passato), restituendo un buon livello di empatia. Lo stile grafico adottato poi fa il resto, proponendo un tratto stilizzato che ben si lega ai modelli “grezzi” di personaggi ed ambientazioni.

Come detto, la Petria di Road 96 richiama in tutto e per tutto l’immaginario dell’America rurale alla quale i media più disparati ci hanno da sempre abituato; la generazione procedurale degli scenari ci consentirà di visitare decine e decine di luoghi differenti e sebbene non visiteremo mai grandi città o insediamenti particolarmente complessi o popolosi, le ambientazioni che scandiranno il nostro lungo cammino verso il confine riusciranno a regalarci diversi scorci mozzafiato: passando dalla nuda, interminabile strada asfaltata costeggiata da distese di terra brulla a perdita d’occhio, arriveremo a visitare ampie vallate bucoliche, rigogliose foreste di alberi secolari, imponenti catene montuose, ma anche modesti insediamenti urbani come piccoli campi caravan illuminati da poche fioche luci o le immancabili stazioni di rifornimento trasandate e decadenti con tanto di diner a corredo.

Anche sul versante sonoro non raggiungiamo vette particolarmente memorabili; i brani presenti all’interno del gioco non sono molti e alcuni di essi tenderanno a ripetersi in più occasioni. Tuttavia, i brani utilizzati e le sonorità spiccatamente anni ’90 delle canzoni che potremo ritrovare nelle musicassette nascoste nelle varie location riescono a fare il loro dovere: non è da escludere che potreste ritrovarvi ad ascoltare qualcuna di esse anche dopo aver concluso la vostra avventura.

La versione PlayStation 5: performance ed implementazione del DualSense

È il caso di spendere anche qualche parola sulla versione PlayStation 5 del gioco, ovvero quella che abbiamo avuto modo di provare. Road 96 su PS5 funziona piuttosto bene; del resto, il titolo di per sé non presenta né un comparto tecnico esoso né un gameplay particolarmente frenetico. Le prestazioni si sono mantenute regolari e stabili per tutta la durata dell’esperienza e non ci è mai capitato di percepire rallentamenti significativi.

Ci aspettavamo però una maggiore cura nell’implementazione del DualSense, le cui peculiari funzionalità non vengono mai sfruttate eccetto che durante l’uso della sparachiodi, unica “arma da fuoco” presente nel gioco che fa uso dei grilletti adattivi dell’innovativo pad PlayStation. Avremmo sicuramente gradito una maggiore implementazione, per esempio, del feedback aptico che ben si sposa con i terreni rocciosi ed irregolari che spessissimo ci siamo ritrovati a percorrere. Un’occasione sprecata.

Pro e Contro Recensione Road 96

Road 96

Storia - 7.9
Gameplay - 7.2
Comparto Tecnico - 7.6

7.6

VOTO

Road 96 è un'avventura narrativa di DigixArt in uscita sulle console Xbox One/S/Serie X/S, PlayStation 4/5 il 14 aprile 2022.

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