Da ieri è sbarcato su Disney+ l’ultimo film di Kenneth Branagh ovvero Assassinio sul Nilo (vi lasciamo alla nostra recensione): si tratta del secondo lungometraggio del recente premio Oscar tratto da una delle opere della “regina dei romanzi gialli”; il primo è stato Assassinio sull’Orient Express (2017).
Pubblicato originariamente nel 1934, quello che forse è il più celebre romanzo di Agatha Christie aveva già ricevuto un adattamento nel 1974 per la regia di Sidney Lumet, con un cast stellare: Ingrid Bergman, Lauren Bacall, Sean Connery, Anthony Perkins, e, infine, Albert Finney nei panni di Hercule Poirot.
Kennet Brannagh si è trovato quindi con un precedente di tutto rispetto, ma il suo Assassinio sull’Orient Express è riuscito a rendere giustizia al materiale originale. E come per la pellicola del ’74, anche in questo film compaiono tutti attori di un certo calibro: da Johnny Depp a Michelle Pfeiffer, da Willem Dafoe a Judi Dench; e, per l’appunto, lo stesso Brannagh come Hercule Poirot.
Siamo nel 1934, il film comincia a Gerusalemme dove Hercule Poirot risolve un caso di furto, stupendo la folla presente con un’altra delle sue note intuizioni. Il celebre detective decide di tornare a Londra, e per farlo riesce a ottenere un post sull’Orient Express grazie all’amico Buon. Qui Poirot fa la conoscenza di Samuel Ratchett, un uomo d’affari che ha realizzato le sue fortune per lo più con truffe e traffici di opere d’arte falsi. Dopo aver ricevuto una lettera di minacce, Ratchett chiede a Poirot se potesse fargli da guardia del corpo per il viaggio, la il detective belga rifiuta. Ma quella stessa notte, una valanga prova il deragliamento dell’Orient Express; e mentre sono fermi, Poirot e i passeggeri fanno una macabra scoperta.
I film gialli sono sicuramente molto difficili da gestire sullo schermo. Bisogna riuscire a tenere lo spettatore incollato alla sua poltrona e soprattutto nascondergli sotto gli occhi la soluzione del caso, senza che lo possa scoprire subito: e Brannagh ci riesce decisamente bene con questo Assassinio sull’Orient Express.
Partendo dall’ottimo materiale originale, il suo film è un ottimo adattamento, che gestisce bene il caso e il cast incredibile del film. Il ritratto che il regista dà di Poirot è molto particolare, più “umano” delle passate versioni cinematografiche del celebre detective di Agatha Christie. In generale è un film che merita molto la sua visione, anche solo per la soluzione finale del caso che lascerà a bocca aperta molti spettatori.