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Lupin III Parte 6 – La recensione: Un’altalenante stagione di misteri

Dopo una quinta parte che aveva saputo regalare colpi di scena clamorosi anche nel suo episodio finale. Forse anche grazie a quello molti avevano alte aspettative per la sesta parte di Lupin III. Questa serie da poco conclusa sui personaggi creati da Monkey Punch ha celebrato anche i 50 anni della serie, riportando Lupin ad indossare una giacca verde, come nella storica prima serie del 1971 e ne La Donna Chiamata Fujiko Mine.

A differenza di Parte 5, che era divisa in quattro archi principali con episodi scollegati solo dopo la fine degli archi, questa sesta parte torna ad una struttura narrativa più simile a quella dell’Avventura Italiana (Parte 4), composta quindi da episodi autoconclusivi che intervallano gli archi narrativi principali, che anche in questa serie sono due.

La particolarità, però, sta nel fatto che i due archi non sono gestiti in generale da uno sceneggiatore principale ma da ben due. Nel primo arco abbiamo infatti lo scrittore di gialli Takahiro Okura, che aveva già scritto sceneggiature di film di Detective Conan, mentre nel secondo abbiamo Shigeru Murakoshi, conosciuto per Zombie Land Saga. Ogni cour, infatti, è contraddistinto da una “parola chiave”: “mistero” per il primo cour e “donne” per il secondo (in un certo senso, due delle anime che hanno da sempre contraddistinto le storie del ladro).

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Le avventure di Lupin III Parte 6

Il primo arco narrativo, vede la banda di Lupin in Inghilterra, dove il ladro vuole riuscire a rubare il tesoro di Raven, una longeva organizzazione segreta inglese. Sulla sua strada, però, si ritrova il famoso detective Sherlock Holmes. Tra i due non scorre bel sangue, in quanto il ladro sembra aver ucciso l’ex partner del detective, il Dottor Watson. L’arco riesce a mantenersi solido per quasi tutti i suoi episodi, regalando anche alcuni colpi di scena inaspettati (soprattutto per chi conosce già i personaggi di Holmes). Uno dei grandi difetti di quest’arco è che in fin dei conti sembra quasi più una origin story del detective nell’universo di Lupin III, con tanto di un’introduzione finale non da poco, ma che purtroppo non viene sviluppata a dovere.

Nel secondo arco narrativo, invece, vediamo Lupin in giro per il mondo alla ricerca di una figura importante del suo passato, collegata a doppio filo con le sue origini. Apprezzabile è la scelta di tornare ad esplorare le origini e le radici del ladro, anche se, a differenza del primo arco narrativo, questo inizia a deragliare dopo poco, per poi finire in un finale dove non tutto sembra quadrare al meglio, tanto che il piano dell’antagonista presenta alcune falle piuttosto evidenti.

Gli episodi scollegati dalla trama, invece, se la passano forse peggio. Le storie raccontate in questi episodi non sempre riescono a centrare l’obiettivo, risultando veramente poco accattivanti, sin troppo semplici e facilmente dimenticabili. I due episodi scritti dal regista Mamoru Oshii sono probabilmente tra i migliori episodi di questa parte, e ho apprezzato anche i piccoli rimandi al suo (purtroppo mai realizzato) film sul ladro. L’episodio 0, che è un grande omaggio al precedente doppiatore di Jigen, risulta invece un ottimo episodio a sé stante, che sicuramente sa prendere il cuore di chi vede Lupin da un sacco di tempo in lingua originale.

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Per quanto riguarda invece i personaggi, la cosa positiva è che si nota l’impatto del finale di parte 5 sulle loro relazioni. Il rapporto tra Fujiko e Lupin, ad esempio, è tornato sicuramente su binari più positivi rispetto a quanto avevamo visto nella serie ambientata in Francia. Il ladro, inoltre, risulta un poco più cinico rispetto al passato, anche se c’è da dire che questa sua caratteristica non rimane molto costante.

Da parte 5 abbiamo anche i ritorni di Albert d’Andresy e Goro Yatagarasu, con quest’ultimo che giova particolarmente della sua apparizione qui in Parte 6, tanto da essere un personaggio più sviscerato e con un episodio in parte dedicato. Tra i nuovi personaggi, invece, Holmes è risultato quello più convincente, assieme ad Arianna, la nuova assistente di Zenigata che accompagna lui e Yata nel secondo arco. Gli altri personaggi introdotti non si rivelano all’altezza di questi due, e avrebbero certamente meritato un maggiore approfondimento (come Lily). C’è da dire, almeno, che il personaggio di Matje rappresenta un interessante ribaltamento della classica figura della ragazza che finisce per allearsi/venire salvata da Lupin durante le sue avventure, nonostante non si faccia apprezzare fino alla fine.

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Sul fronte visivo, invece, questa parte non brilla particolarmente, risultando spesso poco ispirata. Particolarmente apprezzati, però, sono gli eyecatch, che nonostante non presentino chissà quale animazione, sono molto carini grazie al loro stile (character design e colori). Sulla colonna sonora, invece, spicca soprattutto il remix del classico tema di Lupin III, stavolta molto più rock del solito, accompagnato da una coloratissima opening).

In conclusione, la sesta parte di Lupin III non è assolutamente una seconda parte 5, rimanendo narrativamente incostante, tanto da deragliare durante il suo secondo arco narrativo. In questo senso, ricorda molto la parte 4. Se voleste vedere la stagione, la trovate interamente su Amazon Prime Video in versione originale sottotitolata.

lupin parte 6 pro e contro

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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