All’inizio di marzo era stato riportato come una famosissima pietra in Giappone, denominata “Sesshouseki” o “Pietra Assassina”, si fosse spaccata spontaneamente in due. Il nome di questa pietra è dovuto soprattutto alle leggende che la circondano, e questo fatto ha subito portato le persone più superstiziose a temere il peggio.
La pietra, infatti, avrebbe tenuto imprigionato al suo interno lo spirito malvagio di una volpe a nove code, che secondo il mito popolare assunse le forme di una bellissima donna, ammaliando la corte giapponese con il fine di uccidere l’imperatore Toba (1107-1123). Lo spirito fu però scacciato da un sacerdote di corte, che giunto a Nasu si trasformò in una gigantesca pietra, capace di rilasciare un veleno fatale per gli animali che le passavano vicino.
Rompendosi di recente, forse per via delle crepe create dagli agenti atmosferici, si è diffusa a macchia d’olio la paura di possibili catastrofi in arrivo in Giappone, o altre devastanti conseguenze; in questi giorni, è quindi giunto un prete dal santuario del luogo, affinché egli effettuasse una speciale cerimonia di pacificazione del temuto spirito.
L’esorcizzazione dello spirito più temuto in Giappone
Per anni la Sesshouseki in Giappone era stata assicurata dal sacerdote del posto attraverso una spessa corta sacra, denominata Shimenawa, che andava a contornare l’intero masso. Con la sua rottura è diventato necessario prendere nuove misure nei confronti dello spirito, e per questa ragione è stato indetto un rituale che prende il vistoso nome di “Servizio Funebre della Pietra Assassina della Volpe a Nove Code” e “Cerimonia di Servizio e Preghiera per la Pace”.
L’approccio scelto non è stato dunque porre un’altra corda per sigillare nuovamente la roccia, poiché si andrebbe a interferire con le forze (naturali o meno) che l’hanno portata a spaccarsi. Attraverso il servizio funebre sono state offerte preghiere e doni per acquietare lo spirito, accompagnati dai gesti di purificazione; il tutto è avvenuto con la presenza di due figure mascherate da Kitsune (volpe giapponese), delle opere che illustravano la mitica creatura e dei suonatori di taiko (tamburi giapponesi).
Ma ecco che si giunge alla parte forse più misteriosa di questa storia: poco tempo dopo la conclusione del rituale, una fitta nebbia è discesa nell’area che ospitava la temuta pietra. E mentre i più scettici pensano come si tratti solo di una coincidenza, questo presagio lascia pensare che forse la cerimonia di purificazione abbia avuto una qualche sorta di effetto vero e proprio, anche se è difficile dire se in senso positivo o negativo.