Al Magic Kingdom del Disney World di Orlando, in Florida, si è tenuta la scorsa settimana una parata che ha suscitato le polemiche del web a causa di un balletto giudicato razzista. La squadra di cheerleader del lice del Texas Port Neches-Groves High School, chiamata Indianettes ha portato un’esibizione ispirata ai nativi americani. Essa consisteva in un ballo su canzoni dei nativi, con le cheerleader che cantavano ripetutamente “Scalp ‘em, Indians, scalp ‘em” (“Togliete i loro scampi, Indiani, togliete i loro scalpi”).
Il video dell’esibizione è poi diventato virale su Twitter lo scorso giovedì grazie al retweet della giudice Tara Houska, fondatrice del Collettivo Giniw, la quale ha scritto “Vergogna alla Disney per aver ospitato quest’esibizione” e definito l’esibizione delle Indianettes come “razzismo nostalgico“. Il tweet ha raggiunto quasi 2700 persone in meno di una giornata, e questo ha spinto lo staff del parco Disney a scusarsi pubblicamente per quanto accaduto.
Lo staff del parco si è infatti definito dispiaciuto e ha dichiarato che l’esibizione delle liceali non era in linea con i loro valori, sottolineando anche come essa non fosse coerente con il nastro dell’audizione fornito alla scuola.
La storia, però, non è finita con la dichiarazione dello staff del parco, perché un rappresentante della Port Neche-Groves High School ha poi dichiarato che le Indianettes avevano già portato quella stessa esibizione a Disney World per ben otto volte, e che finora nessun membro dello staff del parco gli aveva mai detto che essa non andava bene.
Houska ha poi definito la risposta della Disney “misera” durante una sua intervista pubblicata su Forbes, dichiarando anche che se la compagnia si stesse davvero impegnando nel promuovere l’inclusività, questi episodi verrebbero davvero condannati. La giudica considera anche difficile da credere che la Disney non sapesse con chi avrebbe avuto a che fare. La scuola ha infatti ricevuto numerose di razzismo dalla tribù Cherokee, il cui capo Chuck Hoskins Jr. ha chiesto più volte alla scuola di rimuovere qualsiasi riferimento alla loro cultura dal loro programma (il logo della scuola, ad esempio, presenta un copricapo dei Nativi Americani).
Una settimana travagliata per la Disney
Per la Disney si tratta solo della ciliegina sulla torta in una settimana in un l’azienda ha affrontato numerose polemiche, a partire dalla sua mancata presa di posizione riguardo la legge “Don’t Say Gay” proposta in Florida e il loro sostegno monetario a politici che sono favorevoli alla legge (che ha scatenato ancora una volta le antipatie dei dipendenti dell’azienda, i quali hanno anche creato l’hashtag DisneyDoBetter).
La Pixar ha anche mandato una lunga lettera a Variety dove sottolineava la censura dei contenuti LGBT da parte della Disney, e ha ripristinato la scena di un bacio omosessuale in Lightyear.