Il mondo della produzione fumettistica nipponica negli ultimi anni ha ricevuto una notevole impennata a livello di attenzione mediatica e introiti; i manga, infatti, hanno la peculiarità di essere in grado di fornire al pubblico qualsiasi tipo di opera accordante ai suoi generi preferiti e/o interessi del momento.
Vi è un po’di tutto: dal fantasy al mistery; dall’avventura allo slice of life; dall’horror alla commedia e via discorrendo.
Uno dei generi che però, da sempre, suscita particolare interesse nei confronti del fumetto giapponese è indubbiamente l’ecchi.
Ecchi, o etchi, è una parola giapponese spesso utilizzata nello slang per indicare fantasie erotiche e allusioni sessuali; come aggettivo assume il significato di “osceno”, “lascivo” e “frivolo”. Tutto ciò che contiene frequenti allusioni sessuali o nudità vera e propria, insomma.
Vi sono molti manga e anime ecchi che hanno spopolato nel corso degli anni come per esempio, solo per citarne alcuni, High school DxD, Highschool of the Dead, To LOVE-Ru, 100% Fragola e, nello specifico di questa ricorrenza, Monster Musume.
In lingua originale intitolato come “モンスター娘のいる日常” o “Monster Musume no Iru Nichijou”, il manga compie infatti oggi, 19 Marzo, 20 anni dalla pubblicazione del suo primissimo capitolo.
Partorito dalla mente di Takemaru Inui e pubblicato sulla rivista seinen Monthly Comic Ryu, Monster Musume ha impiegato pochissimi mesi a consolidarsi come uno dei manga più letti e apprezzati dell’intero panorama ecchi.
L’1 settembre 2014, infatti, Monster Musume aveva venduto già oltre un milione di copie in Giappone, con una progressione imperterrita che l’ha portato a raggiungere 2,5 milioni di copie in madrepatria nel febbraio 2016 ed oltre 5 milioni nel solo giappone nel Marzo 2019. A livello mondiale invece si parla di un’opera da oltre 9 milioni di copie in circolazione.
Insomma, l’opera a cadenza mensile di Takemaru Inui è un caposaldo del genere e, possibilmente, è stata in grado di creare una tendenza tutta nuova all’interno del panorama fumettistico giapponese, ovvero quella delle Monster Girl dove, al posto delle classiche ragazze scostumate, vi sono delle bestie antropomorfe a fare da protagoniste.
Lamie, meduse, donne-ragno, chimere, arpie, centauri e quant’altro hanno iniziato a spopolare dopo il successo di Monster Musume.
Il manga è tutt’ora ancora in fase di pubblicazione, seppur con cadenza irregolare. Monster Musume infatti conta ad ora solo 73 capitoli.
Vi è anche un omonimo adattamento animato del 2015 (che ha innegabilmente aiutato a cementificare la fama e popolarità del franchise), il quale tuttavia adatta solo fino al capitolo 26. Di quest’ultimo non si sa nulla, a sette anni di distanza, per quanto riguarda un potenziale sequel.
Di cosa tratta Monster Musume?
Tre anni fa il mondo ha appreso che arpie, centauri, ragazze gatto e ogni sorta di creature fantastiche non sono solo appartenenti alla finzione; esistono realmente in carne ed ossa.
Grazie al “Cultural Exchange Between Species Act”, queste creature un tempo mitiche si sono inserite e amalgamate nella società, o almeno ci stanno provando.
Quando uno sfortunato umano di nome Kurusu Kimihito viene inserito come “volontario” nel programma di scambio del governo, il suo mondo viene sconvolto. Una lamia simile di nome Miia si ritrova a vivere con lui, ed è compito di Kurusu prendersi cura di lei e assicurarsi che si integri nella sua vita quotidiana.
Sfortunatamente per il protagonista, Miia è innegabilmente sexy, ma la legge contro l’accoppiamento interrazziale è molto severa. La situazione per Kurusu degenera quando assieme a loro due si trasferiscono anche un’affascinante centauro e un’arpia, a loro volta molto avvenenti.
