Disney nell’ultimo decennio ha deciso di intraprendere una nuova strada con i propri film d’animazione, caratterizzata da due elementi: il primo, è la presenza di eroine, ragazze forti come protagoniste che spesso sono loro stesse a salvare altri uomini (e non viceversa come successo per decenni nel mondo del cinema). Se già con Mulan e con Atlantis – L’Impero Perduto a cavallo tra anni Novanta e Duemila era già iniziata questa tendenza, sono stati film come Rapunzel e soprattutto Frozen a dare il via a questa nuova tendenza dei Classici Disney.
Il secondo elemento che caratterizza gli ultimi film Disney è il continuo cambio di scenari, non più incentrato solo con ambientazioni che rimandano al continente nordamericano o europeo, ma anche ad altre nazioni o addirittura con altri mondi. Ebbene, il 59° Classico Disney unisce proprio questi due elementi con una protagonista femminile in un film ambientato in un regno fantasy: ed è Raya e l’Ultimo Drago.
Nel desolato regno di Kumandra la nostra protagonista, Raya è alla ricerca dell’ultimo drago per riunire i regni e i popoli che si sono divisi nel corso dei secoli. Infatti, 500 anni prima le forze del male avevano colpito il mondo di Kumandra e solo il sacrificio di tutti i draghi permise di respingerle. Ora quelle forze sono tornate e Raya deve salvare il mondo: proverà a farlo insieme a Sisu, l’ultimo drago rimasto a Kumandra.
Raya e l’Ultimo Drago sicuramente merita di essere uno dei 5 lungometraggi candidati all’Oscar come Miglior Film d’Animazione, soprattutto per la direzione artistica: infatti, l’estetica di Raya è uno dei suoi punti di forza, insieme all’eccellenza tecnica dei disegni e delle animazioni. Confermando così una tendenza dei Classici Disney degli ultimi anni, la cui CGI è arrivata alla pari di quella vista nei film Pixar.
Seppur la trama e l’intero impianto narrativo non siano originalissimi, visto che bene o male Raya si ispira ad altre opere come Star Wars, di sicuro i rapporti tra i personaggi funzionano molto bene, specie quello tra Raya, Sisu e coloro che la accompagnano durante il suo viaggio durante Kumandra.
Una nota di merito anche alla colonna sonora di James Newton Howard, che accompagna il film molto bene e che fa immergere lo spettatore nelle atmosfere dei 5 regni di Kumandra; questo fin dai primi minuti del film, con una traccia per esempio come “Prologue”.