Il genere “storico-epico” è stato uno dei primi che ha caratterizzato il mondo del cinema, compreso quello italiano; infatti, il nostro Paese è riuscito ad affermarsi nel mondo del cinema muto con film kolossal che richiamavano i fasti dell’Antica Roma, come il celebre Quo Vadis? (1913) e Cabiria (1914).
Anche definito come “peplum”, questo genere ha conosciuto una notevole fortuna nei primi decenni del ‘900, fino a raggiungere il suo picco con Ben Hur (1959) e Cleopatra (1963), per poi lasciar il passo ad altri generi, come il western prima e la fantascienza poi.
Finché nel 2000 non è arrivato Il Gladiatore: il film che vede come protagonista Russel Crowe nei panni del soldato romano (e gladiatore) Massimo Decimo Meridio, per la regia di Ridley Scott (già affermatosi di anni con capolavori come Alien e Blade Runner).
Siamo nel 180 a.C: il generale Massimo Decimo Meridio porta alla vittoria l’esercito romano contro i Marcomanni in Germania. Le sue gesta e imprese sono elogiate dall’imperatore Marco Aurelio, ormai anziano e malato, che rende visita a Massimo sul fronte germanico. Per l’occasione, l’imperatore confida al generale che è sua volontà rendere di nuovo una Repubblica Roma e cedere il potere alla sua morte a Massimo per far sì che realizzi il suo sogno. Questo nonostante Marco Aurelio abbia un figlio, Commodo, che però ritiene indegno e superbo. Ma Commodo non prende bene la decisione del padre.
Il gladiatore non punta a essere storicamente accurato, ne è consapevole il film stesso: potremmo definirlo un “romanzo storico”, dove di “storico” ha “solo” le atmosfere, l’ambientazione e in parte i personaggi. Ma per l’appunto, non era l’intenzione di Scott: e il film riesce benissimo nel costruire un’atmosfera credibile ed epica; il premio Oscar per i Migliori Costumi è lì a testimoniarlo (una delle 5 statuette che ha vinto il film).
La tragica vicenda di Massimo è il centro de Il gladiatore, e Russel Crowe ha reso un ottimo lavoro nell’interpretazione del generale romano, tanto da aver vinto l’Oscar come Miglior Attore Protagonista; anche Luca Ward ci ha regalato uno dei migliori e più iconici doppiaggi in Italia. Il protagonista, i costumi, e anche la colonna sonora: Hans Zimmer ha composto uno dei suoi album migliori con Il gladiatore, con tracce che hanno lasciato il segno, prima fra tutte Noi we are free, resa benissimo dalla bellissima voce di Lisa Gerrard.
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