La gestione dei rifiuti elettronici costituisce una delle sfide decisive per il raggiungimento di una economia circolare. Nel settore ha assunto particolare importanza la questione dello smaltimento e del riciclo delle batterie al litio, oggi utilizzate nella maggior parte dei dispositivi portatili.
Il problema è così rilevante che anche l’Unione Europea ha deciso di intervenire. Nel 2020, la Commissione ha infatti depositato la proposta di un regolamento comunitario per disciplinare proprio il riciclo e la gestione delle batterie, questa è poi confluita nel Green Deal Europeo.
Più di recente, il disegno normativo è stato discusso ed emendato da una sottocommissione del Parlamento Europeo, la ENVI, che ha incluso nel regolamento anche le batterie appartenenti ai mezzi di trasporto leggero, come i monopattini elettrici o le biciclette a pedalata assistita.
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Gli obiettivi e gli interventi dell’Unione Europea
L’Unione Europea si pone 2 obiettivi davvero ambiziosi: in primo luogo vuole ottimizzare il ciclo produttivo delle batterie così da renderle più sostenibili, in secondo luogo vuole facilitare l’estrazione dell’accumulatore energetico così da agevolare il riciclo o lo smaltimento di questo.
A tal fine, la Commissione ha proposto di apporre, sui prodotti dotati di batteria interna, un’etichetta che dichiari l’impatto ambientale del prodotto, espresso in grammi di CO2. Il calcolo dell’impronta avverrà seguendo 2 parametri, ossia le prestazioni della batteria e le emissioni generate durante il ciclo di produzione. Oltre a ciò, l’etichetta dovrà indicare anche la percentuale minima dei materiali che potranno essere impiegati in nuove batterie, che siano “terre rare” come il litio o materiali più comuni come il cobalto.
A questa importante misura se ne aggiunge un’altra: l’obbligo per le industrie di progettare i prodotti di consumo, come smartphone, monopattini elettrici e via discorrendo, in modo tale che le batterie siano facilmente estraibili e sostituibili dal consumatore o da un soggetto terzo, indipendente dal produttore. Questa disposizione entrerà in vigore solo a partire dal 2024, per dare modo ai produttori di adeguarvisi.
Dal memorandum che precede il disegno normativo emerge che l’Unione Europea ha modificato gli obiettivi di lungo periodo. Infatti, la quota di recupero degli accumulatori energetici per il 2025 è aumentata dal 65% al 75%, mentre quella per il 2030 dal 70% al 80%. In modo analogo, è stata fissata una quota di riciclo delle batterie dei mezzi di trasporto leggeri: 75% entro il 2025 e 85% entro il 2030.
Questo grande piano europeo di gestione dei rifiuti elettronici è anche idoneo a ridurre il rapporto di dipendenza che il Vecchio Continente ha nei confronti del resto del mondo. Infatti, attraverso un imponente sistema di riciclaggio, l’Europa ridurrà sensibilmente l’importazione di materie prime (come le terre rare), che molto spesso vengono estratte attraverso lo sfruttamento minorile (la normativa avrebbe anche una funzione sociale).
Il rovescio della medaglia della nuova disciplina consiste nell’aumento delle spese sostenute dai produttori, queste sicuramente saranno scaricate sul consumatore aumentando il prezzo del prodotto.
Da ultimo, per l’approvazione del testo definitivo sarà necessario aspettare i pareri positivi del Parlamento Europeo, a cui la proposta sarà sottoposta a breve, e del Consiglio.
Fonti: Parlamento Europeo