Mentre tempo addietro non era così facile fruire di media e materiali prodotti in Giappone, come gli anime, i manga, i videogiochi e prodotti derivanti, attualmente la situazione si è evoluta in modo più che evidente. Per esempio, ad oggi non è più così complesso trovare serie animate da vedere, e ogni stagione le varie piattaforme e servizi di streaming offrono un catalogo molto vario.
Certamente, con l’allargamento del mercato degli anime anche all’estero oltre che in Giappone, si è andata a creare una nuova fonte di guadagno per gli studi d’animazione e i produttori, ed è anche per questo che le varie linee di merchandise delle rispettive serie offrono adesso una varietà di oggettistica molto più ampia, e presente su numerosi siti accessibili globalmente.
Quando si è particolarmente fan di un certo anime, resistere all’acquisto di un CD, cofanetti blu-ray, poster o teneri pupazzi non è mai semplice. Purtroppo, però, sappiamo bene come i costi per questo tipo di articoli non siano affatto esigui. In Giappone, un giovane studente ha allora trovato una via per acquistare i prodotti dei suoi anime preferiti, ma c’era una caratteristica che presto o tardi avrebbe dovuto affrontare: ciò che stava facendo, non era legale.
Il prezzo dell’essere un fan di anime in Giappone
Il fatto è stato rivelato il 22 febbraio, attraverso il Dipartimento di Polizia di Tokyo: uno studente 21enne che frequenta il terzo anno all’Università Nihon, la più grande università del Giappone, è stato arrestato con l’accusa di aver acquistato del merchandise di anime in modo fraudolento. Egli avrebbe utilizzato i dati delle carte di credito di altre persone, comprando materiale per un valore di 1.34 milioni di yen.
Questo atto fraudolento è venuto a galla dopo che l’autore del fatto, Tomoya Konishi, ha comprato illegalmente quattro celebri edizioni limitate di orologi appartenenti a una serie animata, con un valore di circa 170 mila yen. L’acquisto era stato effettuato nell’aprile del 2021 attraverso un ordine via mail, utilizzando dei dati trafugati legati a una carta di credito.
Konishi è sospettato di aver sottratto i dati della carta di un suo collega mentre si trovava all’interno dello spogliatoio nel ristorante cinese in cui lavorava part-time. Con questo metodo, egli avrebbe inoltre avuto modo di ottenere i dati di dieci persone in totale, riuscendo infine a comprare del merchandise di anime per una cifra pari a 10 mila euro.
Apparentemente, egli avrebbe ammesso la sua colpevolezza, e tra le dichiarazioni rilasciate dallo studente di una delle più prestigiose università in Giappone, questo modo di guadagnare gli sarebbe stato insegnato da un suo collega di facoltà, mentre si trovavano a bere insieme.
Nel caso abbiate mai acquistato dei beni giapponesi, dovreste allora sapere che spesso essi presentano prezzi decisamente elevati, specialmente se si parla di figure o blu-ray; tuttavia, raggiungere una cifra del genere deve comunque richiedere molto impegno, ed effettuare reati del genere non sarebbe poi una scelta così furba.