L’esplorazione del cielo e dello spazio sono due dei temi che più affascinano l’immaginazione umana. Infatti, sin dall’antichità, i nostri antenati si interrogavano sull’esistenza della Luna, degli astri, dei pianeti e di tutti gli altri corpi celesti; è proprio per questa ragione che esiste un forte collegamento tra le stelle e la religione.
Con lo sviluppo della scienza e della tecnologia, l’esplorazione spaziale sta divenendo sempre più a portata di mano: spedendo dei satelliti nel vuoto cosmico è oggi possibile accedere a delle aree che prima ci erano precluse.
L’ultima di queste missioni ha avuto inizio il 25 dicembre scorso, quando il telescopio James Webb, chiamato così in onore dell’amministratore NASA delle operazioni Gemini, Mercury ed Apollo, è partito dalla Guayana francese alla volta del cosmo. Solo adesso sono state rese note le prime immagine scattate dall’apparecchio.
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La missione spaziale e le foto del James Webb
L’intera operazione è diretta a scoprire cosa sia accaduto nei primi momenti di vita dell’universo. Per fare ciò è necessario raccogliere molti dati, di conseguenza il James Webb è dotato di complessi sistemi di rilevazione, tra cui uno specchio di osservazione, largo 6,5 metri, capace di sfruttare la tecnologica NIR Cam (Near InfraRed Cam) per studiare le lunghezze d’onda della banda infrarossa.
Lo specchio primario è composto da 18 esagoni metallici placcati in oro che sono liberi di muoversi nello spazio tridimensionale. Affinché si possano raccogliere dei risultati ottimali però è necessario che tutti gli elementi lavorino in modo coordinato; di conseguenza la prima fase dell’operazione consiste nella calibrazione di tutti gli componenti in modo da permettere alla camera di individuare la luce emanata dalle stelle.
È proprio in questo momento che sono state scattate le due foto, condivise poi dalla NASA: la prima ritrae una singola stella, HD 84406 nella costellazione dell’Orsa Maggiore, ripetuta 18 volte, ciò dimostra che l’apparecchiatura funziona ma che il sistema non è ancora perfettamente calibrato (in questo caso infatti apparirebbe un solo astro, non 18); la seconda immagine, più simpatica, contiene lo specchio primario e potrebbe essere considerata il primo “selfie spaziale”.
Da ultimo è bene specificare che l’ultima missione di questo tipo è stata quella del famoso telescopio “Hubble”, lanciato nell’orbita terrestre il 24 aprile del 1990 ed ancora operativo. A differenza del suo predecessore, il James Webb non orbita intorno alla Terra, bensì intorno al Sole, più precisamente nel punto L2 di Lagrange, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra.
Fonti: Wired