Sin dall’uscita, i giocatori di Battlefield 2042 hanno provato una grande frustrazione verso la gestione del gioco, e nei mesi scorsi questo sentimento si è manifestato in numerose occasioni. A gennaio, i fan che frequentavano la pagina subreddit dedicata al gioco hanno espresso con ferocia il loro scontento, prendendo a mali parole sia gli sviluppatori che i moderatori del sito web.
In più, con il rinvio della season 1 inizialmente programmata per la primavera 2022, l’ira e la delusione dei giocatori non ha fatto altro che aumentare, poiché il gioco risulta da troppo tempo decisamente scarno di contenuti, e ciò sta influendo pesantemente anche sul numero di giocatori che attivamente partecipano alle partite nel gioco.
Rivolgendo lo sguardo poi a questa settimana, è stata lanciata una petizione riguardante Battlefield 2042 su Change.org, la nota piattaforma online che permette di portare avanti diverse campagne sociali da parte dell’utenza sul web. Le richieste nella petizione riguardavano il rimborso dei soldi spesi per acquistare Battlefield 2042, e non ci è voluto molto dunque perché quest’iniziativa si diffondesse in ogni angolo del web, raggiungendo in pochissimi giorni un numero di partecipazioni alquanto impressionanti.
La petizione contro Battlefield 2042
L’autore, dal generico nome di Satoshi Nakamoto, ha lanciato la petizione dirigendola a cinque diversi decisori, tra cui Sony, Microsoft, Steam e la Federal Trade Commission, esprimendo le motivazioni sulla pagina di Change.org. Egli descrive il rilascio di Battlefield 2042 da parte di Electronic Arts come “una presa in giro” verso ogni cliente che ha acquistato il gioco a 70 dollari per via della falsa pubblicità effettuata dell’azienda.
A suo dire, Battlefield 2042 sarebbe costato ai consumatori milioni di dollari di danni, e turbato migliaia di clienti in tutto il mondo. Nella descrizione viene anche affermato come molti consumatori avrebbero riportato un comportamento scorretto da parte di EA e DICE, le quali non avrebbero rispettato le numerose promesse effettuate durante il lancio, facendo inoltre uscire il gioco in condizioni ingiocabili.
Ancora oggi, Battlefield 2042 rimane infestato da bug che cambiano drasticamente l’esperienza in-game, e il gioco viene considerato in uno stato di rilascio non terminato da parte di molti membri della community. Battlefield 2042 è stato creato in modo così pessimo che anche Steam, noto fornitore di videogiochi per PC, avrebbe permesso ai clienti di ottenere un rimborso integrale. Firmare questa petizione avvicinerebbe dunque alla possibilità di ricevere il rimborso, e una volta superati le 50mila o più firme si otterrebbe accesso all’assistenza di alcuni dei migliori avvocati per cause class action, portando in tribunale il caso contro la EA.
Attualmente, la petizione si trova ad aver raggiunto oltre le 117mila firme, e mira ad arrivare alle 150mila. Si tratta di un traguardo alquanto infelice per l’ultima opera di DICE, che nel frattempo starebbe lavorando per rilasciare una corposa patch che vada a risolvere alcuni dei problemi più gravi che ancora si insidiano nel gioco.
La creazione di petizioni per avere dei rimborsi su giochi fallaci non è però una cosa nuova, e si è visto come a volte le compagnie videoludiche decidano di cedere a questo genere di richieste, com’è stato già dimostrato in precedenza da Cyberpunk 2077. Vedremo allora se la petizione potrà fare qualche effetto nei confronti di uno dei colossi dell’industria videoludica come EA.