Tutti stanno cercando di fiondarsi nel campo degli NFT, uno dei mercati economici più recenti che ha trovato un boom proprio negli scorsi mesi, cavalcando l’onda delle blockchain e criptovalute. A partire dai colossi della tecnologia, passando poi a svariate celebrità e compagnie di grosso spessore, ognuno di loro vede un potenziale che li spinge a investire in questo campo in modo significativo.
Anche diverse case videoludiche hanno iniziato a mostrare una crescente inclinazione nel voler coinvolgere i token non fungibili nei loro affari: come primo esempio abbiamo certamente Konami, che già ha sfruttato la popolarità di una delle sue IP più classiche, ovvero Castlevania, per guadagnare ingenti somme attraverso un’asta di NFT dedicati all’anniversario della serie. Simili sono anche i propositi di Square Enix, intenzionata a muoversi sempre di più verso l’impiego di NFT e giochi “play to earn”.
Sega, invece, accenna il proprio interesse andandoci però più cauta, onde evitare di scatenare l’ira dei fan. E forse è stata una scelta saggia, vedendo come con il lancio da parte di Ubisoft di Quartz, una piattaforma per gli NFT Ubisoft Digit, c’è stato un numero impressionante di reazioni negative. Eppure, i capoccia dell’azienda sembrano convinti di voler proseguire su questa strada, rinforzando la loro posizione in un’intervista piuttosto preoccupante.
La sviolinata agli NFT di Ubisoft
Il vicepresidente e Strategic Innovation Lab di Ubisoft, Nicolas Pouard, ha parlato dei benefici degli NFT alla testata australiana Finder. Ciò avviene dopo alcune settimane dal gigantesco buco nell’acqua che Ubisoft ha fatto presentando Quartz, luogo dove sarebbe possibile mantenere tutti gli oggetti (Ubisoft Digit/aka NFT) firmati Ubisoft, oltre a poterli vendere, scambiare, acquistare e affittare con altri giocatori.
Per Pouard, Ubisoft aveva già messo in conto le reazioni da parte dell’utenza, sostenendo come gli NFT non siano un concetto semplice da cogliere. Tuttavia, Quartz sarebbe il primo passo verso qualcosa di grosso, che sarà man mano reso più facilmente comprensibile ai giocatori, e questa è la ragione che spingerà Ubisoft nel continuare a sperimentare.
Per quanto riguarda la relazione con gli utenti, a Ubisoft si dicono abituati alle reazioni ricevute con Quartz, e secondo Pouard esse dimostrano quanto loro siano strettamente legati alle proprie passioni. Non viene negata, però, una certa frustrazione, visto che per l’azienda la direzione imboccata sarebbe quella giusta.
Il prossimo passo sarà rendere il tutto più sensato per i giocatori: con gli NFT, essi potranno rivendere i propri oggetti una volta terminato di giocare. Questi oggetti sono uno strumento per loro, aggiunti a loro beneficio. Ma gli utenti ancora non capiscono.
Nel resto dell’intervista, viene aggiunto come in nessun momento si verrà costretti a utilizzare Quartz e Digits; eppure, come nel caso delle skin NFT in Ghost Recon: Breakpoint, ci saranno comunque contenuti esclusivi accessibili solo attraverso Quartz.