“Gli appassionati di fumetti e giochi elettronici hanno un sogno: vedere anche i videogames diventare disciplina olimpica”, non si tratta di un meme sul web, ma di un servizio della Rai nel quale si parlava del “fenomeno otaku”.
Capita molto spesso di sentire dei servizi imbarazzanti e non proprio pieni di informazioni esatte su alcuni TG riguardanti videogiochi, anime o manga. Un esempio che nelle scorse settimane ha fatto il giro del web è il servizio proposto sul programma Wonderland di Rai 4 nel quale The End of Evangelion, film del 1997, veniva confuso con Neon Genesis Evangelion 3.0+1.0: Thrice Upon a Time, film che invece concluderà i Rebuild of Evangelion e che nel nostro paese sarà disponibile dal 13 Agosto.
Recentemente la Rai ha proposto un altro servizio nel quale gli inviati hanno fatto un giro per Akihabara, area di Tokyo molto nota per gli Animate o i maid caffé, cercando di analizzare il “fenomeno otaku”. Il servizio naturalmente è subito diventato virale per il suo contenuto superficiale e forse anche un po’ imbarazzante a riguardo.
Il servizio, che potete vedere qui, ha già una grossa imprecisione all’inizio: la pronuncia di Akihabara, infatti, è sbagliata.
L’errore è comunque solo la punta dell’iceberg. Proseguendo, infatti, possiamo sentire delle parole che a molti appassionati di anime e manga suoneranno sicuramente come un’esagerazione:
“Patiti di manga, anime e videogames. Guai a ridurre il tutto a fumetti e cartoni animati: per loro è una ragione di vita.”
Gli inviati intervistano poi uno studente giapponese che dichiara di recarsi ad Akihabara tre volte a settimana per giocare sette ore di fila a diversi videogames. Il ragazzo dichiara:
“Un giorno anche i videogiochi diventeranno disciplina olimpica come lo skateboard. Se ne parla da anni, io ci credo.”
Il servizio sembra quasi completamente costruito sulle poche parole dei ragazzi intervistati e di conseguenza l’essere semplici appassionati sembra stato fraintesi ed interpretato come una vera e propria “ragione di vita” quando, in realtà, per la stragrande maggioranza dei fan non si tratta di questo.
Il servizio termina quindi con un imbarazzante e sarcastico:
“Vuoi vedere che anche gli otaku un giorno realizzeranno il loro sogno olimpico?”
Che ne pensate voi Commodoriani del bizzarro servizio della Rai? Fatecelo sapere con un commento!