Abbiamo letto il primo volume de I diari della Speziale edito da J-POP. Ecco cosa ne pensiamo!
Dopo esser stata rapita da degli sconosciuti nel quartiere a luci rosse in cui lavorava come speziale, Maomao si ritrova costretta a fare da sguattera presso la corte imperiale, a cui stata venduta. Grazie alle conoscenze che ha acquisito con il suo lavoro, la nostra protagonista riesce ad assicurarsi un ruolo di maggior prestigio all’interno della corte. Tuttavia, questo vuol anche dire testimoniare più da vicino la silenziosa ma brutale lotta per la conquista del potere che si svolge costantemente tra le sue mura.
È questo l’incipit de I diari della Speziale, adattamento manga dell’omonima light-novel pubblicata, inizialmente sotto forma di romanzo online, da Natsu Hyuuga, e che proprio in questo periodo approda in Italia grazie all’editore J-POP. Il mondo della speziale e della corte imperiale, all’interno della quale, almeno per quanto riguarda il primo volume, si svolgono le vicende narrative, prende però vita dal carinissimo tratto di Nekokurage, piuttosto che da quello del character designer della light novel originale, Touco Shino.
I diari della Speziale è ambientato nella Cina del passato, ai tempi in cui la sua gente aveva ancora un Imperatore il cui compito non era soltanto quello di governare il proprio popolo, ma anche quello di donare ad esso un erede degno ed in salute in un mondo in cui morire giovanissimi era tutt’altro che una rarità. La corte imperiale della capitale è descritta da Maomao come «un’oasi di donne che hanno il dovere di dare un figlio all’Imperatore» in cui «nessun uomo può mettere piede», tranne che per alcune eccezioni.
Storicamente, quello di permettere a diverse consorti di giacere con l’Imperatore si è rivelato un sistema che ha saputo garantire la presenza di un erede, ma ha anche finito col creare una sanguinosa competitività tra le famiglie interessate a sfruttarlo per mettere le mani sulle redini del paese. La storia di Natsu Hyuuga è ben conscia di questo tipo di dinamiche, e di fatto saranno proprio queste, seppur nel primo volume non ancora esplicitate al massimo del loro potenziale, a formare lo scheletro su cui si regge il racconto.
È proprio tra le immense mura di questa corte, attraversata da sorrisi tanto smaglianti quanto falsi, che la nostra protagonista Maomao si ritrova costretta ad esporsi, mettendo a disposizione della corte le sue conoscenze. Ad incuriosire è sin da subito la furbizia del personaggio, che avrebbe preferito fingersi ignorante per evitare di finire immischiata in situazioni spiacevoli e di compiacere ancora di più i suoi rapitori.
Con il suo carisma e con la sua acutezza, ma anche con quella sottile ironia e il suo bel caratteraccio, Maomao non ha alcuna difficoltà ad imporsi come vera e propria colonna portante del racconto. Il personaggio imparerà in fretta a destreggiarsi tra le fitte ragnatele della corte, anche se dovrà determinare di chi fidarsi e di chi dubitare.
A riguardo, il manga non si fa problemi nel tradire vistosamente la provenienza del racconto dal medium delle light-novel, abbandonandosi con frequenza a dei monologhi interni della protagonista che però sono funzionali ad una maggiore comprensione e contestualizzazione delle vicende narrative.
Non possiamo ancora sapere se I diari della Speziale diverrà una sorta di thriller politico che vedrà la nostra protagonista cercare di far sopravvivere chi la circonda servendosi delle sue conoscenze, ma quel che è certo è che la lettura dei suoi primi quattro capitoli fa pensare che la direzione possa essere questa.
Per adesso, comunque, il lettore si ritroverà con una storia che saprà tenerlo sulle spine ed intrigarlo con certi aloni di mistero ancora tutti da scoprire, senza risultare però pesante da digerire. Il tutto grazie a delle scenette comiche ben posizionate che ben si avvantaggiano del tratto molto affascinante di Nekokurage, che va ad imbellire ulteriormente una storia che, stando almeno a quanto letto finora, non possiamo che consigliare caldamente.
