Il capitolo 1015 di One Piece si intitola “Legame”. Scopriamo cosa voleva davvero raccontare Eiichiro Oda.
Gli avvenimenti del capitolo 1015 di One Piece riprendono esattamente da dove si erano interrotti nel capitolo 1014.
Il messaggio di Bao Huang della sconfitta di Rufy da parte di Kaido ha sortito l’effetto sperato dall’imperatore, generando sconforto e disperazione tra gli alleati.
I samurai sembrano confusi, scoraggiati, quasi come se la sconfitta di Cappello di Paglia dimostri quanto Kaido sia davvero il mostro che tutti credevano. Nonostante l’effettivo leader dei samurai sia Momonosuke, le speranze di tutti sono affidate al giovane pirata che è venuto a liberarli.
Infatti molti dei combattenti si trovavano nella prigione di Udon, erano proprio loro che inizialmente diffidavano di questo pirata un po’ strampalato, anche chiusi nell’ottica di isolazionismo che Wano sta vivendo da 20 anni. In questo momento, invece, sembra che tutta la speranza di vedere il proprio paese finalmente libero fosse racchiusa in un piccolo piratucolo che è appena stato sconfitto.
Persino Chopper in versione gigante trasmette una disperazione unica con il suo pianto. Ma non tutti si arrendono, molti dei combattenti coinvolti hanno visto fare a Rufy miracoli impossibili. Il primo che si fa forza è proprio uno dei compagni del capitano, Sanji, che entra in scena colpendo prima Queen e poi Perospero con un solo attacco.
Subito dopo anche Marco dimostra la sua fiducia in Rufy e la sua ciurma.
“Ragazzi, è per questo che vi adoro!”
Sono queste le sue parole. Ma anche Law dimostra che finalmente è davvero un fidato alleato dei Cappello di Paglia dicendo che è da tanto che collaborano assieme e che con Rufy non bisogna mai dare nulla per scontato.
Ci spostiamo al primo piano all’interno del castello. In due vignette vediamo i corpi di Kiku e Kanjuro a terra. Sembrerebbe che Oda abbia finalmente deciso di lasciare morti i personaggi di One Piece, come avevamo pensato la scorsa settimana.
E qui vediamo quelli che sembrano gli ultimi momenti dell’eroico Kin’emon, che poco dopo aver ucciso il suo caro amico, dà tutto quello che ha per far fuggire Shinobu e Momonosuke. Un piccolo flashback anticipa l’ultimo istante del samurai. Vediamo i primi passi del rapporto tra Kin e Momo. I primi tentativi di modificare il rapporto tra erede allo shogunato e suddito. I due inizialmente non riescono a chiamarsi fra loro “padre” e “figlio” perché troppo abituati ad essere formali.
Nell’ultima vignetta del flashback si vede, infine, che Momonosuke chiama Kin’emon padre con naturalezza mentre il samurai riesce a chiamarlo semplicemente con il suo nome senza aggiungerci desinenze finali formali. Oda fa perfettamente intendere che sono riusciti nel loro intento perché il loro rapporto si è evoluto e il legame si era davvero avvicinato molto a quello di padre e figlio.
Oda pensa bene di contrapporre nello stesso capitolo un altro confronto padre-figlio che stiamo aspettando da tanto. Infatti, il capitolo si chiude con Yamato che chiama Kaido per nome e l’imperatore gli risponde di chiamarlo padre. Qui troviamo la chiave di volta per capire il doppio significato del titolo del capitolo che in giapponese significa sia “Legame” che “Catene”. Il vero legame del titolo è rappresentato da Kin’emon e Momonosuke mentre le catene sono riferite alla tipologia di legame tra Yamato e Kaido. Il figlio chiude, infatti, il capitolo esclamando:
“Il nostro legame mi ha tenuto a lungo in catene… ma ora sono qui per spezzarle!”
In ultimo, vediamo come grazie all’intervento del generale delle forze alleate, Momonosuke, i guerrieri riacquistano speranza per il contrattacco. Infatti, l’erede di Oden annuncia a tutto il campo di battaglia che Rufy è ancora vivo ed ha intenzione di tornare presto a sconfiggere definitivamente Kaido.
Se volete approfondire il capitolo 1015, vi lasciamo qui anche il commento al capitolo 1014 di One Piece.
Vi ricordiamo che potete leggere il capitolo 1015 di One Piece sull’app di MangaPlus.