La società brasiliana è la più grande fornitrice di carni al mondo e ha oltre 150 stabilimenti in 15 paesi. L’FBI sta indagando sull’attacco
JBS è una società brasiliana fondata nel 1953 con sede principale a San Paolo. Attualmente è la più grande azienda al mondo di lavorazione della carne e dei suoi sottoprodotti. In Italia arriva con il nome Rigamonti, specializzata in bresaole.
Già accusata da tempo come causa principale della deforestazione della Foresta Ammazzonica (spazi utilizzati per il pascolo degli animali), JBS è stata presa di mira da un sofisticato attacco informatico.
L’attacco hacker a JBS
Come riporta Bloomberg, storica agenzia americana, le reti di tutti i computer JBS sono state violate causando la chiusura temporanea dei centri in Australia, Canada e Stati Uniti. L’attacco sembrerebbe di tipo ransomware, un virus che limita l’accesso ai dispositivi che infetta, richiedendo un riscatto (appunto ransom) da pagare per rimuovere la limitazione.
L’attacco sembrerebbe provenire da un gruppo criminale con centro in Russia, come ha specificato Karine Jean-Pierre, la portavoce della Casa Bianca. Lo stop ha quindi bloccato un terzo della produzione totale di carne dell’azienda.
“La Casa Bianca si sta impegnando direttamente con il governo russo su questa questione e trasmette il messaggio che gli stati responsabili non ospitano criminali ransomware”
L’attacco è stato effettuato domenica sera e sembra non aver toccato i server di backup di JBS. Tutt’ora non è chiaro a quanto ammonti la cifra chiesta dal gruppo criminale.
Il pericolo per i prezzi
Gran parte delle attività di JBS dovrebbero riprendere già da oggi grazie al contenimento dell’attacco ma si teme un ritardo nelle consegne. A pagare saranno i grandi supermercati e le catene dei fast food come McDonald’s, storico cliente dell’azienda.
Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura del Governo degli Stati Uniti, a causa dell’attacco ransomware alla JSB, i produttori di carne statunitensi hanno macellato il 22% di bestiame in meno rispetto alla settimana precedente. Questo, quasi sicuramente, porterà ad un aumento dei prezzi della carne dall’1 al 2%.
Beh, come si dice di solito… Meglio prevenire che curare!