Xiaomi pubblica il brevetto per uno smartphone modulare
Dopo gli smartphone pieghevoli, saranno quelli modulari il nuovo trend? Speriamo di sì, perché il concetto è davvero interessante. Xiaomi fa subito un passo avanti brevettando uno smartphone modulare con lente periscopica.
Com’è fatto uno smartphone modulare?
È difficile dare una risposta univoca, perché le aziende che “ci hanno provato” sono poche e i risultati abbastanza scarsi. Un esempio è Moto Z di Motorola, le cui carenze non giustificavano il prezzo, e Fairphone, uno smartphone equosolidale che non poteva andare oltre alle funzioni base (ma non era comunque il suo obiettivo).
Lo smartphone modulare di Xiaomi
Le caratteristiche dello smartphone sono ancora ignote, le poche informazioni trapelate arrivano proprio dal brevetto che Xiaomi ha depositato allo United States Patent and Trademark Office (USPTO). Ci sono tre moduli:
- un modulo con la scheda madre e il sistema di telecamere;
- un secondo modulo per la batteria;
- un terzo modulo che compone la parte inferiore del dispositivo.
Un render realizzato da Concept Creatore per LetsGoDigital illustra bene la composizione.
I moduli Xiaomi
Nel brevetto, Xiaomi ha già descritto diverse tipologie di moduli fotocamera:
- un modulo fotocamera con quattro sensori posti verticalmente (dei quali l’ultimo dovrebbe essere una camera con zoom periscopico);
- un grande display secondario con accanto una tripla fotocamera;
- un modulo con tre fotocamere allineate verticalmente.
In più, l’azienda fa riferimento ad alcuni moduli inferiori per aggiungere funzioni extra (come un altoparlante). I moduli potranno essere collegati e rimossi tramite un meccanismo di scorrimento a binario.
Smartphone modulare, pregi e difetti
L’idea di uno smartphone modulare è intrigante, ma non è tutto oro quello che luccica. L’azienda dovrà impegnarsi a produrre una quantità notevole di moduli per convincere abbastanza consumatori a fare da “cavie”. In più, come abbiamo visto con i dispositivi pieghevoli, il rischio di rotture e malfunzionamenti è dietro l’angolo. A questi si aggiunge un enorme svantaggio economico per il produttore: uno smartphone che può essere migliorato nel tempo non ha bisogno di essere sostituito.
Quest’ultimo punto ci porta direttamente al primo di una lunga serie di vantaggi: meno sprechi e più sostenibilità. La vita del dispositivo sarebbe più lunga, riducendo il costo di riparazioni e sostituzioni. Entra in gioco anche una questione di flessibilità: uno smartphone che può cambiare in continuazione può adattarsi ad attività diverse. Ad esempio, l’utente può cambiare modulo fotocamera in base alla scena da fotografare oppure collegare un modulo altoparlante per migliorare l’audio durante un film.
Vi lasciamo delle immagini render per poter ammirare questo nuovo concetto di smartphone, ma prendeteli per ciò che sono: solamente dei render, almeno per ora.
Fonti: Telefonino.net, TuttoAndroid.