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L’Attacco dei Giganti: cosa ha ispirato Isayama?

L’Attacco dei Giganti si avvicina alla conclusione, ma… Cosa ha ispirato Isayama a realizzarlo, ormai più di 11 anni fa?

In un’intervista trasmessa su NHK nel maggio 2018, Hajime Isayama rivelò quale fu una delle sue ispirazioni nel creare il mondo de L’Attacco dei Giganti: la sua città natale, Hita.

Hita è una città giapponese nella prefettura di Oita, una zona dell’isola di Kyushu. Si tratta di una cittadina circondata da foreste e montagne e per questo dedita prettamente all’agricoltura e alle attività rurali in cui gli abitanti producono principalmente legname e prodotti in ceramica.

Dal momento che il perimetro della città è completamente circondato da altissime e imponenti montagne, racconta Isayama, si ha l’impressione sia separata dal resto del mondo. L’autore racconta di essere cresciuto domandandosi molto spesso se al di là delle “mura” risiedessero dei mostri. 

l'attacco dei giganti

Certo, fortunatamente Isayama non dovette mai preoccuparsi di vedere spuntare da quelle mura dei giganti pronti a divorarli e distruggere le loro case, ma l’idea con cui crebbe in quel posto fu un grande senso di inferiorità, che l’autore paragona persino alla frustrazione. Non odia la sua città natale, ma prova verso di essa un sentimento ambivalente a metà tra odio e amore, proprio a causa di quel senso di estraneità dal mondo e di inferiorità rispetto ad esso che gli faceva provare la vista di quelle “mura”.

Crescendo, racconta, lasciò la città guidato non dall’ambizione, ma proprio da quel senso di inferiorità e di impotenza che lo spinsero a cercare la libertà oltre la sua piccola città.

Vi ricorda qualcuno?

Da questo punto di vista, sembra quasi che Isayama abbia incanalato non solo nel mondo da lui creato, ma anche nei suoi personaggi quel sentimento che provava: l’inferiorità, la frustrazione di vivere come animali in gabbia, l’opprimente sensazione di crescere guardando quelle enormi “mura”. Eren, Armin e tanti altri personaggi si rispecchiano perfettamente in questa descrizione.

Isayama, ad ogni modo, ha detto di sentirsi ancora molto legato alla sua città natale. Nel 2014 fu nominato ambasciatore del turismo di Hita e da quando il successo de L’Attacco dei Giganti è esploso numerosi eventi e raduni di fan si sono svolti ad Hita.

Ultimi tra essi, ma non certo per importanza, l’anno scorso vi è stato eretto un monumento dei tre protagonisti da piccoli che guardano le mura come in “quel giorno”. In tempi più recenti è stata invece inaugurato quello dedicato a Levi.

l'attacco dei giganti

Anche i giganti hanno un significato specifico e non sono solo i mostri della storia. Sono creature che, dal punto di vista di Isayama, rappresentano la frustrazione della specie umana. Scherzando, l’autore li paragona a degli ubriachi, anche se ovviamente nessun ubriaco mangerebbe i propri simili né risulterebbe così pauroso.

Oltre a questo (e tornando seri) Isayama ha raccontato che i giganti più di tutto incarnano tutte le complesse e inspiegabili sfide che tutti gli esseri umani affrontano nell’arco della loro vita, anche e soprattutto nel mondo reale.

Tutti sperimentiamo delle difficoltà insormontabili, dei compiti che ci terrorizzano e i giganti nell’opera di Isayama sono proprio questo: la paura di affrontare queste sfide e al tempo stesso il coraggio con cui avanziamo per superarle.

Insomma, dietro L’Attacco dei Giganti non c’è solo l’immensa immaginazione e il genio di Hajime Isayama, ma anche esperienze ed elementi che derivano dalla sua storia e dal mondo dal quale proviene.

Voi cosa ne pensate del rapporti di Isayama con la sua città natale? Eravate a conoscenza che questa piccola vicenda autobiografica avesse contribuito a creare l’universo de L’Attacco dei Giganti

Fonte

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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