Chi lo avrebbe mai detto? Dopo quasi tre anni di problemi e multe causate dall’entrata in vigore della General Data Protection Regulation (GDPR) nell’Unione Europea, uno dei colossi Big Tech ha deciso di voltare completamente pagina e pensare più alla privacy degli utenti che al tracciarli per personalizzare annunci e l’esperienza d’uso di tutti.
L’annuncio-bomba è giunto direttamente tramite il blog di casa Google, ergo più ufficiale di così non può essere. In tale post si parla della diminuzione della fiducia collettiva del cittadino nei confronti delle aziende tech, con l’81% convinto che i potenziali rischi causati dalla raccolta dei dati superino i possibili benefici:
“Se la pubblicità digitale non si evolve per rispondere alle crescenti preoccupazioni delle persone sulla loro privacy e su come viene utilizzata la loro identità personale, il futuro di un web libero e aperto è a rischio.”
Frase importantissima in questo contesto, tanto a cuore a milioni di utenti da tutto il mondo.
Google agisce, un esempio per tutti?
Altra parte particolarmente interessante del post di Google afferma:
“Le persone non dovrebbero essere costrette ad accettare di essere tracciate mentre navigano online per poter ricevere pubblicità pertinenti. Così come gli inserzionisti non hanno bisogno di monitorare i singoli consumatori sul web per ottenere dei vantaggi in termini di prestazioni della pubblicità digitale.”
Insomma, risulta essere quasi il contrario di ciò che altre società come Apple e Facebook hanno continuato a sostenere fino agli ultimi mesi, con quest’ultima che ha cercato di convincere gli utenti a farsi tracciare in quanto tali dati sono “necessari per le piccole imprese”.
Considerato che Google d’ora in avanti cercherà di impedire il monitoraggio individuale e non utilizzerà altri identificatori alternativi per monitorare le persone mentre navigano su Internet, tutto ciò costituisce un precedente alquanto importante tra le aziende del settore. Ce ne saranno altre che seguiranno l’esempio di Big G? Staremo a vedere.
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