Jebediah Springfield è il fondatore della città dei Simpson, Springfield. Ma qual è la sua storia?
In 32 stagioni dei Simpson il nome di Jebediah Springfield è apparso molte volte, alcuni episodi hanno raccontato la sua storia e la statua al centro della città in suo onore riporta una delle sue frasi celebri “Un animo nobile titaneggia nel più piccolo tra gli uomini.”
Molti personaggi de I Simpson si sono ispirati a personaggi storici, Jebediah Springfield potrebbe essere uno di questi.
La sua vera storia viene scoperta dalla piccola Lisa nell’episodio “Lisa l’iconoclasta” della settima stagione, in cui tutti i bambini della scuola elementare devono scrivere un saggio per il 200° anniversario della città. Lisa va alla società storica per sapere qualcosa in più su Jebediah e mentre controlla i suoi beni, giocando con il suo piffero scopre accidentalmente la confessione segreta di Springfield, che mette a nudo la sua vera identità.
Il personaggio che potrebbe aver ispirato Jebediah Springfield è David Crockett.
Le strane somiglianze tra Jebediah e David Crockett
David Crockett è stato una delle prime celebrità americane ed è stato considerato una delle persone più famose in America durante la sua vita.
L’opera teatrale The Lion of the West è un racconto molto esagerato sulla vita di Crockett. La storia si concentrava sul colonnello Nimrod Wildfire, un “eroe peculiare vestito con abiti di pelle di daino, scarpe di pelle di daino e un bizzarro cappello di pelle di gatto selvatico” ecco la prima somiglianza con il nostro personaggio dei Simpson.
David Crockett e Jebediah Springfield hanno entrambi statue di bronzo erette in loro onore: la statua di Jebediah Springfield raffigura il soggetto in piedi su un orso che, a quanto raccontano, hanno “ucciso a mani nude”. Crockett era un leggendario cacciatore e forse ha ispirato gli scrittori dei Simpson a includere un orso sconfitto sulla statua di Springfield. La statua di David Crockett risiede a Lawrenceburg, nel Tennessee. Ci sono altre statue di Crockett in tutto il paese, ma quella di Lawrenceburg è particolarmente simile a quella della città di Springfield.
Sia Crockett che Springfield indossavano strani cappelli fatti di animali. David Crockett, indossava il suo famoso berretto di pelle di procione. Jebediah Springfield indossava un cappello di bufalo o come la soprannomina lui “mucca di terra”.
Entrambi conoscevano qualcuno che sposava le proprie cugine. La disputa tra Springfield e Shelbyville nasce proprio perchè Shelbyville Manhattan, che era il secondo uomo di Jebediah Springfield e della sua banda di coloni di frontiera, arrivò a credere che l’intero sforzo pionieristico fosse intrapreso in modo che gli uomini potessero sposare le loro cugine perchè ritenute “troppo attraenti”.
Quando David Crockett aveva 17 anni, fu abbandonato da Amy Sumner per scappare con suo cugino, Robert Canaday.
Crockett era noto per il potente uso del linguaggio e la maestria che aveva nel padroneggiarlo, sia nella Statehouse che al di fuori. La lingua argentea di Springfield, è stata rappresentata in senso letterale.
Jebediah Springfield era un vero pirata dalla lingua d’argento, una protesi costruita per sostituire la sua vera lingua che era stata morsa da un pirata turco durante una rissa. Crockett, era davvero un funzionario pubblico e patriota della Repubblica del Texas, la cui lingua d’argento (figurativa) faceva parte del fascino e del mito che ha ispirato riferimenti culturali per quasi due secoli.
David Crockett aveva intenzione di trovare la sua fortuna in Texas, sostenendo che era “la terra migliore e le migliori prospettive di salute che avesse mai visto”. Invece, trovò una fiorente lotta per l’indipendenza a cui si unì.
Le motivazioni di Jebediah Springfield, invece, erano di fondare una città “dedita alla castità, all’astinenza e a una poltiglia insipida che chiamo ‘marmellata di radici'”. Chiaramente nessuno dei due ha ottenuto ciò che si aspettava. Jebediah Springfield ha fondato una città che è l’opposto di tutto ciò a cui era devoto, mentre David Crockett ha ottenuto l’indipendenza e l’immortalità culturale.
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