Ecco a voi la nostra recensione di Destruction AllStars!
Durante l’evento di presentazione di PlayStation 5, Sony diffuse il trailer di quello che doveva essere uno dei titoli di lancio della sua next gen: Destruction AllStars. Il titolo, almeno a prima vista, si presentava come un diretto erede di prodotti mai dimenticati quali Twisted Metal e Destruction Derby; a lasciare perplessi era tuttavia la sua struttura, totalmente incentrata sul multiplayer online, e soprattutto il prezzo, pari ai purtroppo ormai canonici 80 €.
Dopo svariati mesi tuttavia, Sony ha rivisto le sue scelte, rendendo Destruction AllStars gratuito per tutti i possessori di un abbonamento PS Plus; scelta assolutamente vincente, quantomeno sulla carta, dato che in tal modo il titolo targato Lucid Games raggiungerà la maggior parte degli utenti che hanno portato a casa una sempre più rara PS5.
Ebbene, il 2 febbraio 2021 Destruction AllStars ha finalmente fatto il suo debutto sulla next gen targata Sony. Dopo una settimana passata a schiantarci continuamente contro amici e sconosciuti, siamo finalmente pronti a dirvi cosa pensiamo di questo gioco, e se lo stesso riuscirà a dire la sua anche e soprattutto a lungo termine. Curiosi di scoprirne di più? Bene, proseguite nella lettura!
Personaggi riusciti, ma poco approfonditi
Come avrete avuto modo di comprendere dai trailer diffusi negli ultimi mesi, Destruction AllStars basa la sua intera esperienza ludica su una folle competizione, la Destruction AllStars appunto, a cui partecipano i 16 particolari personaggi che potremo utilizzare durante le nostre sessioni di gioco. Ognuno di essi è caratterizzato da un’estetica ben definita e piuttosto sopra le righe, che ben si amalgama con l’atmosfera tamarro-futuristica proposta dal titolo targato Lucid Games; a fare da corredo alla suddetta estetica, ci sono animazioni uniche, veicoli speciali con in dotazione particolari poteri e livree dal design estremamente riuscito, oltre che brevissime linee di testo cui è affidato il compito di raccontare sia il passato dei concorrenti, sia i motivi che hanno spinto gli stessi a partecipare alla Destruction AllStars.
Tali accorgimenti contribuiscono a rendere i vari Fuego, Boxtop, Xander ecc. personaggi dalla caratterizzazione ben delineata, che non faticheranno a restare vivi nella mente del giocatore per un bel po’ di tempo.
Tuttavia, nonostante la natura del titolo non presupponga né richieda una particolare attenzione alla ormai onnipresente “lore”, un minimo di attenzione in più nei confronti del roster dei personaggi giocabili sarebbe stata sicuramente gradita. Sia ben chiaro, non si chiede certo a Lucid Games di arrivare alla caratterizzazione dei personaggi di Overwatch, ma una maggior cura per i dettagli sarebbe stata sicuramente gradita, poiché avrebbe contribuito alla creazione di un mondo di gioco dal piglio sicuramente più elevato, che avrebbe fatto più presa sui tanti abbonati al PS Plus che hanno deciso di riscattare il gioco e di immergersi nei folli e distruttivi scontri, che sono inevitabilmente i veri protagonisti di questo titolo.
Divertimento a piedi o su 4 ruote
Destruction AllStars offre un gameplay frenetico ed estremamente divertente, incentrato non solo sugli scontri tra autoveicoli, ma anche sulle sessioni in cui ci ritroveremo al di fuori di essi. Iniziata la partita, vi ritroverete a dover correre verso uno dei tanti veicoli parcheggiati nell’arena di gioco; preso possesso di uno di essi, non dovrete fare altro che creare distruzione, schiantandovi contro le auto degli altri concorrenti per fare punti utili a scalare la classifica ed a vincere la partita. Per ricevere un sostanzioso numero di punti, avrete a disposizione due diversi tipi di schianto: uno frontale, capace di causare ingenti danni se utilizzato con il corretto timing, ed un altro laterale, più debole e utile perlopiù a schivare gli attacchi avversari. Purtroppo, entrambi gli schianti una volta utilizzati avranno bisogno di un periodo di cooldown per poter essere di nuovo attivati; scelta questa che non ci ha convinto appieno, in quanto mal si presta al ritmo di gioco, che risulta sempre elevatissimo e che necessiterebbe di meno “rallentamenti”.
Una volta subito un grosso ammontare di danni, bisognerà abbandonare il veicolo a nostra disposizione per evitare che gli avversari ci mandino KO, facendo anche un buon numero di punti grazie alla demolizione dell’auto. Una volta abbandonato il nostro fido destriero tuttavia, ci siamo comunque ritrovati innanzi ad un’enorme varietà di approcci allo scontro; il nostro eroe infatti, quando si ritrova a piedi, ha svariate possibilità per volgere la battaglia a suo favore. Egli infatti potrà sia correre e saltare sulle tante piattaforme mobili dell’arena per raccogliere dei cristalli rossi, la cui utilità vi verrà svelata di qui a poco, sia raggiungere un altro dei veicoli disponibili, sia salire su una delle auto avversarie per attivare un QTE che i nemici potranno tuttavia contrastare; QTE che, se portato correttamente a termine, vi metterà di fronte a due distinte possibilità di scelta: o rubare il veicolo nemico, o distruggerlo, accaparrandovi un discreto numero di punti.
I cristalli di cui vi parlavamo poc’anzi saranno utili invece a caricare le due “barre abilità” del nostro personaggio; una volta riempite, queste ci permetteranno o di scatenare la skill unica del nostro eroe, il quale potrà ad esempio sparpagliare mine per l’arena, aumentare la propria velocità o la forza negli scontri “a piedi” e così via, o di evocare il nostro veicolo personale, diverso per ogni personaggio ed immune a qualsivoglia “furto” da parte di altri; tale veicolo avrà in dotazione un’abilità unica, che ci permetterà spesso di ribaltare le sorti dello scontro. Purtroppo, abbiamo notato come il bilanciamento delle suddette abilità non sia stato curato al meglio; ciò fa pendere, inevitabilmente, le preferenze dei giocatori solo verso tre-quattro eroi, rendendo l’ottima varietà del roster ideato da Lucid Games poco più che un’inutile aggiunta ad un gameplay che rischia, alla lunga, di essere monopolizzato da pochi e fortissimi personaggi.
Multiplayer fulcro dell’esperienza
Destruction AllStars offre diverse modalità di gioco, sia in multiplayer che in single player. L’offerta multigiocatore si compone di quattro diverse modalità: Mayhem, Gridfall, Carnado e Stockpile.
Mayhem rappresenta sicuramente al meglio le idee di Lucid Games; essa consiste infatti in un classico tutti contro tutti, dove ad avere la meglio sarà il pilota che, mediante scontri, demolizioni e l’utilizzo delle più disparate abilità, riuscirà a fare più punti degli altri.
Gridfall invece è, almeno a nostro parere, la modalità meglio riuscita del gioco, essendo più tattica e meno casuale rispetto alle altre; l’arena di gioco infatti comincerà a “perdere pezzi” lasciando delle voragini che porteranno i giocatori alla morte. Ogni giocatore, a differenza delle altre modalità, ha però a sua disposizione una sola vita; per poter cantare vittoria dovrete dunque utilizzare tutta l’abilità in vostro possesso, dosando per bene scontri, schivate ed utilizzo di abilità speciali, con un particolare occhio al vostro posizionamento che, soprattutto nelle fasi finali della competizione, potrà fare la differenza tra la vita e la morte.
Carnado è invece un deathmatch a squadre, in cui ogni volta che sferreremo un attacco agli avversari riempiremo una vistosa barra posta nella parte alta dello schermo, accumulando punti che andranno poi depositati in un enorme tornado posto al centro dell’arena; depositare i punti tuttavia porterà alla distruzione del veicolo utilizzato al momento. Anche qui è richiesta una buona dose di strategia, in quanto nel caso in cui il vostro veicolo dovesse essere demolito prima del deposito, perderete tutti i punti accumulati fino a quel momento. Dovrete dunque scegliere voi se continuare ad attaccare, rischiando di perdere quanto accumulato fino a quel momento, o se giocare in maniera più safe e portare a casa anche una piccola quantità di punti.
Stockpile infine è una modalità a squadre che rielabora il concetto di “king of the Hill“. L’obiettivo di questa modalità è quello di conquistare due delle tre “banche” presenti all’interno dell’arena di gioco, depositando al loro interno gli ingranaggi che appariranno dopo la demolizione di un veicolo; tali ingranaggi potranno tuttavia essere raccolti solo a piedi. A vincere sarà la squadra che, al “fischio finale” avrà due delle tre banche disponibili.
A dirla tutta, questa è la modalità di gioco che ci ha convinto di meno, a causa di una certa macchinosità del gameplay e soprattutto a causa della poca coordinazione che si ha con gli altri membri della squadra, che il più delle volte saranno sconosciuti. A poco serve la chat vocale “obbligata” implementata dagli sviluppatori, dato che difficilmente sarà possibile riconoscere i compagni di squadra e organizzarsi con loro per arrivare alla vittoria.
Matchmaking da rivedere
A tal proposito, segnaliamo alcune falle del Matchmaking che vanno assolutamente risolte; se infatti dei giocatori lasceranno la partita, questi non verranno in alcun modo sostituiti. Ciò porta, piuttosto spesso a dir la verità, a degli incontri in 6 vs 3, 7 vs 2 e così via. Nulla che non possa essere risolto con delle patch correttive, ma che comunque rischia di minare l’engagement dei numerosi possessori del gioco. Anche il gioco con amici non è particolarmente ben costruito, in quanto creando una lobby non sarà possibile partecipare né a Mayhem, né a Gridfall, ma solo ai giochi a squadre; impossibile, almeno al momento, creare partite private. Mancanze queste, in un titolo che punta tutto sul multiplayer, da non sottovalutare.
Single player presente ma di poca sostanza
Destruction AllStars offre anche delle modalità single player, che daranno un minimo background ai personaggi e che ci permetteranno di completare delle sfide utili a sbloccare dei cosmetici per i nostri eroi preferiti. Al momento sono presenti solo quelle relative a due eroi, Ultimo Barricado e Lupita; rispetto al multiplayer sono presenti delle modalità create ad hoc, come ad esempio la Transporter (in cui bisognerà trasportare passeggeri da un lato all’altro dell’arena) che contribuiscono a rendere un po’ più vario il comparto ludico, ma che faticano a tenere alto l’interesse, anche in ragione del costo delle stesse e delle ricompense ottenute. Infatti, terminata la prima sfida sarà necessario acquistare dei Destruction Points mediante delle fastidiose microtransazioni; tale valuta ci permetterà di sbloccare le altre sfide disponibili. Guardando alle ricompense, che altro non sono che dei banali recolor delle skin originali, viene da chiedersi il motivo di tale scelta.
Tecnicamente ottimo, con il DualSense in grande spolvero
Dal punto di vista tecnico Destruction AllStars è un titolo pienamente convincente. Il lavoro svolto da Lucid Games sotto questo punto di vista è da premiare, avendo gli sviluppatori sfruttato appieno, o quasi, tutte le potenzialità di PS5. Il titolo gira a 60 FPS granitici, anche nelle situazioni più concitate, ad una risoluzione di 4K dinamici; il livello di dettaglio è ottimo, così come l’impatto visivo e la pulizia dell’immagine. Degna di nota anche la gestione dei danni, che affliggono effettivamente sia l’estetica dei veicoli sia il sistema di controllo degli stessi. A fare la differenza è però il modo in cui Lucid Games ha sfruttato il DualSense; il feedback aptico e la resistenza dei grilletti adattivi contribuiscono enormemente all’immersività, garantendo appunto dei feedback capaci di farci comprendere lo stato della nostra auto, e non solo. Di buona fattura le arene, non particolarmente ispirate nell’estetica ma comunque ben costruite, così come le musiche e la telecronaca dei match.
In conclusione..
Destruction AllStars dunque è un titolo capace di offrire ore ed ore di divertimento, grazie ad un gameplay frenetico, fresco ed appagante nonostante il suo essere arcade e ad un ottimo utilizzo delle caratteristiche del DualSense. Purtroppo però vi sono delle criticità da non sottovalutare, come l’assenza di una personalizzazione degna di nota e la presenza di fastidiose microtransazioni che non stimolano l’utente a giocare in single player. Le quattro modalità disponibili inoltre, per quanto ben congegnate, sono davvero poche per tenere il giocatore medio incollato al titolo anche sul lungo periodo; a tal proposito, Lucid Games non ha ancora rilasciato una roadmap dettagliata dei contenuti che verranno aggiunti nel corso del tempo. C’è dunque il concreto rischio che l’ottimo gameplay di Destruction AllStars passi in secondo piano, e che il titolo, senza un adeguato supporto, possa finire nel dimenticatoio prima del previsto. Con una piccola ristrutturazione del Matchmaking, la possibilità di creare lobby private e l’inserimento di nuove modalità di gioco, Destruction AllStars potrebbe invece dire la sua anche in futuro, complice anche il suo essere gratuito per tutti gli abbonati al PS Plus fino al 5 aprile.