Nel sesto episodio de L’Attacco dei Giganti inizia la prima vera battaglia della stagione
Dopo le polemiche della scorsa settimana riguardanti l’episodio Dichiarazione di Guerra, per le quali il regista dell’episodio ha subito diverse critiche anche su Twitter, L’Attacco dei Giganti ritorna con un nuovo episodio che ci catapulta nel pieno della battaglia.
Paradossalmente, quando ne L’Attacco dei Giganti ci sono episodi di azione e combattimenti, c’è molto meno da dire rispetto a quando le puntate sembrano spoglie e su schermo sembra non succedere nulla. Ed è un po’ così anche per Il Gigante Martello.
Dopo una scena presente solo nell’anime, in cui Willy Tybur saluta i suoi figli, assistiamo ad un dialogo tra il generale Magath e il capo della famiglia Tybur in cui capiamo che il teatrino messo in scena era solo un’esca per attirare i demoni dell’isola. Non solo, entrambi sanno che ci sono infiltrati che arrivano non solo da Paradis, ma anche tra i propri alleati e tra le file dell’esercito.
Intanto incombe una battaglia tra Eren e la sorella di Willy Tybur, che possiede il potere del Gigante Martello da Guerra e di cui, dopo tre anni dalla pubblicazione del manga, abbiamo anche un nome: Lara Tybur. Il potere del Martello è quello di riuscire a creare armi varie grazie al potere dell’indurimento, con le quali riesce a mettere in difficoltà il Gigante d’Attacco.
Mentre Pieck e Porco riescono a liberarsi dalla trappola, rivediamo anche i nostri vecchi amici Jean – già visto nell’episodio 1 -, Sasha, Connie, Floch e Mikasa, che con un colpo sembra sbaragliare il Martello. Nonostante tutto, alcune linee di dialogo, soprattutto di Mikasa, fanno intendere che questa battaglia è stata, per certi versi, inaspettata tanto per Liberio quanto per gli isolani.
Il panico è comunque già in città e abbiamo anche i primi morti importanti: i cadetti guerrieri Zofia, schiacciata da una pietra, e Udo, travolto da una folla di gente in panico. Colt riuscirà a salvare Gabi, che andrà dritta verso il luogo dello scontro, mentre Falco – e Reiner – sono ancora dispersi.
L’episodio si conclude con l’ingresso di Levi, che riesce a tagliare la mandibola del Mascella che stava per mangiare Eren e quindi il Gigante d’Attacco e Progenitore, mentre lo stesso guerriero si chiederà come mai dei miseri umani vogliono addirittura sfidare un Gigante.
E appunto, come anche sottolinea Jean, i soldati sono lì per aiutare Eren e non per fare una carneficina; Floch invece sembra assolutamente contrariato e vuole solo vendetta. A Liberio è stato fatto ciò che 9 anni prima era successo a Shiganshina: sono state portate morte e distruzione in maniera gratuita, insieme alla vita di centinaia di persone innocenti. Non solo questo, a portare via la tranquillità sono stati gli stessi che hanno vissuto lo stesso incubo. Possiamo ancora considerare i soldati di Paradis i buoni, soprattutto dopo aver visto come vivono e crescono i guerrieri nella loro madre patria? Domanda, ovviamente, più che retorica.
Lato tecnico
Matteo: Che l’episodio di questa settimana rappresenti così tanto L’Attacco dei Giganti pur essendo distante da ciò che la serie è stata in passato è un qualcosa di profondamente ironico e paradossale. Proprio come quello della scoperta della verità celata all’interno della cantina, infatti, anche Il Gigante Martello incarna un avvenimento positivo ma dal forte retrogusto amaro.
Chi ci ha seguito sin dall’inizio di quest’avventura, quando vi abbiamo riassunto le condizioni produttive dell’anime, conosce molto bene le ragioni alla base del clima di preoccupazione riguardo il futuro dell’adattamento. Una domanda importante riguardava la capacità di MAPPA di non farci sentire la mancanza della forte identità visiva che lo staff di Wit Studio era riuscito a dare alla serie, e trovarsi davanti un episodio come questo, che fallisce in quest’aspetto pur dimostrandosi comunque la migliore puntata della stagione, è un’esperienza tanto piacevole quanto dolorosa.
Dati i retroscena produttivi non era affatto difficile prevedere un massiccio uso della Computer Grafica per quanto riguarda la venuta dei Giganti, però che questo si estendesse anche alle scene di Manovra Tridimensionale e persino ad altre ancora più innocue è sorprendente e scontato allo stesso tempo. Se in questi due ultimi casi non l’aveste notata state tranquilli, lo staff ha fatto un ottimo lavoro nel nasconderla ed integrarla alle animazioni tradizionali, senza contare l’enorme assist fornito dal manga nel far svolgere la battaglia nel pieno dell’oscurità della notte.
Nonostante la CG, però, l’episodio conta comunque nel suo repertorio con un paio di scene tradizionali d’azione degne di nota. Traspare un tentativo — alle volte timido, alle volte meno — di imitare il glorioso passato dell’epoca di Arifumi Imai, però non c’è quasi traccia di una visione registica chiara sul da farsi diversa dal “cerchiamo di salvare la baracca”. La regia segue il manga in maniera sin troppo esemplare, e la maggior parte delle volte in cui effettua dei cambiamenti lo fa per nascondere le limitazioni dovute alle condizioni produttive.
Chi scrive ricorda ancora con incredibile piacere il genio creativo che spinse lo staff di Wit a creare degli impact frames che rivelassero l’identità nascosta di Reiner e Berthold, e vedere quel tipo di guizzo venire meno per delle cause esterne genera enorme dispiacere e nostalgia.
Un aspetto incapace di deluderci in questa stagione, però, sono decisamente gli effetti speciali. Lo staff si è dato alla pazza gioia specialmente su fumo ed esplosioni, e nonostante non sia stato raggiunto il (fantastico) livello di dettaglio del primo episodio, il risultato finale è decisamente buono. Un riconoscimento ben meritato va anche al morphing del martello di Taichi Furumata.
Azzeccate questa volta anche le OST, che pur non dominando la scena come in passato accompagnano in maniera impeccabile lo scontro tra i due titani.
In definitiva, Il Gigante Martello è sicuramente un episodio memorabile nonostante i modelli in CG e i compromessi con cui ha dovuto fare a patto. La seconda parte della puntata risulta ancora più piacevole e si avvale in certi casi di inquadrature che disconoscono le circostanze produttive facendo trasparire maggiore ambizione in fase di concepimento delle scene più movimentate.
Almeno per adesso sembra che la serie non possa permettersi il lusso di ideare un proprio stile nel trasporre i combattimenti, e che quindi sia costretta ad imitare, quando possibile, quello precedente. Considerando il progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro c’è molta preoccupazione per la qualità degli scontri futuri, però per ora godiamoci questo sudato momento di gloria.
L’Attacco dei Giganti è tornato. Certo, diverso da prima e con evidenti acciacchi, però è tornato.
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