L’arrivo del doppiaggio italiano è l’occasione giusta per rimarcare la profondità di Made In Abyss
Proprio oggi è arrivato su VVVVID, insieme ad altre serie, il doppiaggio italiano di Made In Abyss, anime del 2017 tratto dal manga di Akihito Tsukushi, e quale occasione migliore per mettere a punto una breve recensione di questa piccola – ma ormai nemmeno tanto – perla del panorama dell’animazione giapponese?
Made In Abyss riesce a mescolare adrenalina, misteri e degli scenari mozzafiato… ma analizziamo tutto nel dettaglio.
La storia
La storia di Made In Abyss ha in realtà un incipit molto semplice, ma altrettanto efficace: un’intera città costruita intorno ad un grosso buco, un abisso per l’appunto, nel quale è sì possibile addentrarsi, ma le possibilità di riuscire a risalire in superficie – in condizioni normali – sono piuttosto scarse, per non dire prossime allo zero.
Rico, la nostra protagonista, è una sorta di miracolata: concepita nell’abisso, è riuscita, da neonata, a risalirlo, ovviamente grazie all’aiuto di altri avventurieri e ora ha un solo sogno, ovvero esplorare l’abisso e incontrare sua madre.
Nella città Osu, dove vive la nostra Rico insieme ai suoi amici, c’è una vera e propria scuola di addestramento per chi desidera, da grande, avventurarsi nell’abisso e riuscire ad esplorarlo fino in fondo. Ma non è così facile come sembra. L’abisso nasconde insidie e chi riesce ad addentrarsi abbastanza in fondo, verso gli “strati” più profondi, non sempre riesce a risalirlo in condizioni tali da poter raccontare cosa è successo e cosa ci sia nelle profondità.
Durante una delle sue avventure negli strati più superficiali, Rico incontrerà Reg, un robot simile agli umani per aspetto. I due, con l’aiuto degli amici della scuola, si imbarcheranno nell’abisso in una emozionante avventura alla ricerca della verità su questo mondo sconfinato.
Cosa rende Made In Abyss unico nel suo genere
Ci sono diversi elementi che contribuiscono a rendere Made In Abyss una perla che brilla nel panorama mainstream degli anime (ma anche dei manga). Innanzitutto è questo mondo affascinante, reso splendidamente, con scenari mozzafiato e bestie dal design originale e sorprendente, mai banale.
Il mondo affascinante e colorato, il fatto che i protagonisti siano solo due bambini e lo stile da molti definito “pupazzoso” cozzeranno immediatamente con l’aria pesante della serie, che eliminerà ogni sorta di dubbio: l’abisso è crudele e non vuole e non risparmierà niente e nessuno.
Il viaggio di Rico e Reg è un viaggio all’insegna della scoperta, dell’irrefrenabile voglia dell’essere umano di scoprire cosa c’è al di là del mondo conosciuto, dello scoprire le proprie origini, della sete di conoscenza, nonostante tutto. I due protagonisti sanno bene a cosa vanno incontro, sanno che probabilmente non rivedranno mai più -soprattutto Rico- gli amici e le persone a loro care, ma lo scoprire cosa possa celarsi lì in fondo all’abisso è un qualcosa di troppo grande a cui rinunciare.
E forse è anche un discorso un po’ egoista, perché, come insegna la loro storia, è praticamente impossibile riuscire a risalire e raccontare qualsiasi cosa vedranno, qualsiasi cosa conosceranno. Ma anche solo la possibilità di venire a capo, per se stessi e per nessun altro, del mistero dell’abisso, ormai ultimo brandello del mondo inesplorato, non terrà a freno i due bambini, che nel loro viaggio incontreranno persone straordinarie e vivranno situazioni prima inimmaginabili.
Non un’opera esente da difetti
Nonostante tutto, Made In Abyss potrebbe, per alcuni – tra i quali il sottoscritto -, far storcere il naso. Essenzialmente, oltre ad un ritmo di narrazione fin troppo lineare, il che però è totalmente un gusto soggettivo, Made In Abyss ha due problemi: i personaggi e l’Abisso.
I personaggi, fondamentalmente, sono solo due: Rico e Reg. Nonostante siano caratterizzati molto bene, risulta comunque difficile empatizzare con loro. Rico ha quel carattere e quella personalità anche per la particolare storia che la contraddistingue, mentre Reg è un robot e quindi è un po’ difficile decontestualizzare la sua personalità da questo elemento. Durante il loro viaggio i due incontreranno anche altri personaggi ma o dureranno molto poco su schermo, o, più che con loro, si empatizzerà con gli eventi che hanno vissuto e con le loro esperienze.
Per quanto riguarda l’abisso invece, il problema è che… non abbiamo notizie su cosa contenga e cosa ci sia alla fine. Il che è normale, in fondo scopriremo tutto quando si arriverà all’ultimo strato. Ma quando ci arriveremo? L’abisso è così profondo e chissà se ce l’ha una fine. Al di là di qualche piccola informazione sul suo funzionamento, non avremo altre informazioni per tutta la durata del viaggio su questo abisso. E forse è questo anche il senso che l’opera vuole trasmettere, quello di un’infinita ricerca su qualcosa di potenzialmente infinito anche.
Ma durante le avventure di Rico e Reg verrà posto l’accento sul fatto che ci sia qualcosa di più, qualcosa di conoscere, ma sembra che ogni passo che i due facciano non ci sia nulla che ci dica qualcosa sul mistero dell’abisso, il che potrebbe far sì che, alla lunga, gli eventi siano abbastanza fini a se stessi, senza che implichino una vera e propria prosecuzione della trama o una particolare evoluzione per i protagonisti.
Nonostante tutto, Made In Abyss rimane un’opera di tutto rispetto e che sa intrattenere, far riflettere ed emozionare tutti. Che sia con sottotitoli o con doppiaggio italiano, è fortemente raccomandato a tutti di guardare, o perché no, riguardare, questo grande anime.
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