L’Antitrust italiano ha ufficialmente avviato un’indagine nei confronti di FiberCop, newco nata con TIM, Fastweb e KKR per sviluppare la rete fissa di TIM.
Per Telecom Italia i problemi non sarebbero finiti: dopo aver perso la causa contro Enel/Open Fiber avviata otto mesi fa, ora la società di Luigi Gubitosi dovrà affrontare una nuova indagine assieme a Fastweb S.p.A., Teemo Bidco S.r.l., FiberCop S.p.A., Tiscali Italia S.p.A. e KKR & Co.
Come da comunicato stampa, infatti:
“Lo sviluppo delle reti di telecomunicazione in fibra rappresenta un obiettivo cruciale per il nostro Paese che può essere raggiunto in tempi rapidi solo attraverso l’esplicarsi di una sana concorrenza dinamica. In questa prospettiva, l’Autorità – riconoscendo le possibili efficienze dei progetti condivisi di infrastrutturazione – ha avviato un’istruttoria per accertare che gli accordi in questione non comportino restrizioni concorrenziali non necessarie e che forniscano adeguati incentivi alla dismissione della vecchia tecnologia delle reti in rame.”
Questo procedimento avviato dall’Antitrust intende verificare che gli accordi stabiliti con la formazione di FiberCop non creino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori, sia nel medio che nel lungo termine.
La risposta di TIM e Fastweb all’AGCM
Le due società hanno accolto con favore la decisione presa dall’organo Antitrust, ergo dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, spiegando nel loro comunicato che in questo modo verrebbero confermati gli obiettivi positivi di FiberCop:
“FiberCop, che ha come obiettivo il rapido sviluppo della fibra ottica (FTTH), ed in particolare la copertura del 76% delle aree nere e grigie, si svilupperà sul modello del co-investimento aperto, così come previsto dal nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni, grazie al quale tutti gli operatori interessati potranno prendere parte al progetto secondo diverse modalità di partecipazione e nell’ottica di garantire la massima concorrenza.”
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