A distanza di due anni torna lo spettacolo su due ruote targato Milestone e il suo Ride. Il quarto capitolo del brand promette grande spettacolo e tanti miglioramenti: avrà centrato l’obbiettivo?
Il mondo videoludico “a due ruote” deve molto a Milestone e in particolare al brand Ride. Ammettiamolo.
Fatta eccezione per le produzioni su licenza (sempre appannaggio di Milestone, almeno negli ultimi anni), di iterazioni valide e veramente importanti dedicati ai centauri in moto ce ne sono state veramente poche, incapaci in ogni caso di competere con lo strapotere dei brand dedicati alle automobili.
Per dirla “in soldoni”, alle moto videoludiche è sempre mancato un rappresentante alla Gran Turismo, Project Cars, Forza Motorport, in grado cioè di riprodurre su pista l’essenza delle due ruote sotto un aspetto diverso, più a tutto tondo e se vogliamo divertente rispetto ai “vincoli” della competizione, ed è proprio qui che entra in gioco l’azienda milanese ed il suo progetto più ambizioso e probabilmente caro.
Affacciatasi sul mercato con Ride ormai oltre cinque anni fa, se vogliamo anche timidamente e con un progetto ambizioso sì ma moto limitato, oggi l’azienda meneghina è una vera e propria certezza, grazie anche al suddetto brand e al suo grande percorso di crescita. Il passaggio all’Unreal Engine ha reso il terzo capitolo della serie uno dei prodotti più interessanti ed appaganti per gli appassionati di giochi di guida, grazie anche ad un gameplay sempre più scalabile e regolabile, in grado di soddisfare ogni tipo di palato.
A distanza di due anni dall’uscita del sopracitato Ride 3, arriva su PlayStation 4, Xbox One e PC (e successivamente su console di nuova generazione), il quarto ambiziosissimo capitolo della serie, chiamato a fare quel passo avanti decisivo per spingere il brand verso vette impensabili soltanto qualche anno fa. Ci sarà riuscito? Sì e no, ma parliamone con calma.
Accendete i motori, comunque, Ride 4 è arrivato!
Una Carriera per tutti i gusti!
Il piatto forte dell’offerta ludica di Ride 4 rimane senza ombra di dubbio la Carriera, vero fiore all’occhiello di una produzione sempre più ambiziosa. Appena scesi “in pista” e creato un avatar attraverso pochi modelli ma super personalizzabili (ne parleremo più avanti), prenderemo subito familiarità con una struttura molto familiare e intuitiva. La modalità è divisa in tre blocchi separati, di difficoltà sempre maggiore, chiamati Leghe.
Si parte chiaramente dalla Lega Regionale, per poi passare a quella Mondiale, fino al raggiungimento della massima competizione che porta il nome di Leghe Finali. Per coronare la scalata al successo del nostro alter ego è necessario però procedere a step, attraverso una progressione lenta ma molto curata, in cui ogni passaggio risulta necessario per poter avanzare. In pieno stile Gran Turismo, infatti, per poter sbloccare nuove Leghe è necessario progredire e completare quella attuale, attraverso non solo il completamento di specifiche gare ma anche il conseguimento delle tanto amate (ma difficilissime da sbloccare) patenti.
Completare le sfide proposte da Ride 4, credeteci, non è assolutamente semplice, e richiede al giocatore tanta pazienza, dedizione e se vogliamo anche programmazione. Ogni prova mette a disposizione un numero prestabilito di Punti, necessari per avanzare, e dunque bisogna prepararsi al fatto che non basterà concludere una gara o una prova, ma si dovrà tentare di completarla tenendo bene a mente quali sono i requisiti da soddisfare.
Ciò chiaramente è più evidente nelle patenti che nelle gare, anch’esse però legate al giogo dei punti e dunque da vincere tutte (o quasi) per poter sbloccare i successivi step. Va anche detto che la varietà e la diversificazione delle prove rappresenta uno degli aspetti più riusciti sia della modalità che di Ride 4 in generale. Gli sviluppatori si sono infatti preoccupati di inserire prove molto stratificate e sufficientemente differenziate tra loro, cosa che rende la progressione più piacevole e meno vittima di una routine che potrebbe inficiare il ritmo della carriera stessa.
Da quanto detto è chiaro quanto la Carriera risulti incredibilmente longeva e appagante, grazie ad un tasso di sfida molto elevato, che rende ogni vittoria una piccola impresa ed una grande soddisfazione per il giocatore.
Endurance: il nuovo che avanza (e che ci piace)!
Oltre alla Carriera, Ride 4 offre al giocatore un’offerta contenutistica molto classica. Nel parterre di possibilità troviamo dunque le classiche partite in Multigiocatore Online, legate però alla formula dal nostro punto di vista ancora “vecchia” delle Lobby che mina in qualche modo la stabilità delle partite. Nelle gare online disputate, però, dobbiamo ammettere di non aver avuto problemi di stabilità ma più che altro ci è parso di assistere ad una sorta di input lag, un leggero ritardo non tanto nel controllo del proprio bolide quanto nei movimenti e nel contatto con gli avversari.
L’aggiunta più intrigante dell’offera single player, fondamentalmente rimasta immutata sia per gli standard del genere sia per il titolo di Milestone, è certamente l’introduzione delle gare della categoria Endurance. Prendendo parte a tali competizione è praticamente impossibile non notare quanta cura e dedizione l’azienda ha messo in questo specifico tassello, creando alla perfezione una struttura quasi a sé stante rispetto al gioco base. Le gare Endurance, infatti, si distanziano tantissimo da quelle “normali” sia in pista sia fuori. Tali gare sono pertanto molto diverse dalle “semplici” corse a cui siamo abituati, ma richiedono per forza di cose un lavoro di strategia e di preparazione molto più marcato.
Dalla pianificazione delle soste fino alla scelta delle gomme, tutto va gestito in modo corretto e parsimonioso. Tutto a questo si lega giocoforza alla resa ben diversa delle moto della categoria, che offrono in game un feedback generale ben diverso, cosa che rende l’esperienza ludica incredibilmente appagante e sempre più vicina alla simulazione più pura.
Gameplay: il trionfo della simulazione?
Pad alla mano è impossibile non apprezzare il grande lavoro svolto da Milestone per offrire ai giocatori un titolo appagante e stratificato dal punto di vista del gameplay. E, a dirla tutta, la missione è complessivamente riuscita seppur il titolo non sia esente da alcuni svarioni del caso.
Il primo step è quello di elogiare un’intelligenza artificiale assolutamente sopra la media, merito soprattutto della grande ottimizzazione compiuta da ANNA (Artificial Nerual Network Agent) nella gestione, in particolare, del comportamento degli avversari in pista. È impossibile non apprezzare la grande aggressività di questi ultimi (per quanto si possa maledirli, ovviamente) che anche ai livelli più bassi di difficoltà tendono ad assumere atteggiamenti molto realistici e votati pienamente all’attacco. Questo però a volte sfocia in un’aggressività forse eccessiva che compromette talune volte anche lo stesso risultato del giocatore, spesso e volentieri il bersaglio prediletto degli avversari mossi dall’IA.
Ciò però non vuol dire che tra di loro gli avversari vadano d’accordo, ovvio. Per tutta la durata della gara è possibile assistere a continui sorpassi e controsorpassi, cosa che rende ogni gara spettacolare e realistica ma anche incredibilmente difficile. Perché, e qui dobbiamo per forza di cose passare alle note dolenti, è proprio sotto questo aspetto che Ride 4 ci ha lasciati un po’ perplessi. La difficoltà generale è infatti molto elevata, specialmente per chi è meno avvezzo ai titoli del genere, cosa resa ancor più evidente da una fisica delle moto ora più pesante e sicuramente più realistica, ma anche più spietata nei confronti del giocatore occasionale, al netto della difficoltà selezionata e degli aiuti attivati.
Nonostante l’esperienza rimanga complessivamente modulare e “liberamente” settabile attraverso un vasto numero di scelte, nel complesso Ride 4 non fa sconti, presentando un gameplay che pretende dal giocatore una grande dedizione per essere padroneggiato, proprio come un bolide richiede il suo tempo per poter essere domato, indipendentemente dalla bravura del centauro. Le difficoltà principali sono comunque dovute principalmente alla nuova fisica delle moto, molto “pesante” e che compromette parecchio la manovrabilità da parte del giocatore. Ci siamo trovati infatti più di una volta a baciare il terreno per errori anche minimi, e ciò non nascondiamo che ci ha scoraggiati non poco.
A questo si aggiunge una variabile molto importante, introdotta proprio con questo capitolo: il meteo dinamico. Guidare sul bagnato, di giorno, di notte o sull’asciutto, restituisce una giocabilità completamente diversa, ve lo possiamo garantire, e prendere atto di ciò è un passaggio fondamentale per completare al meglio ogni gara, con tutte le difficoltà accessorie che questo comporta.
Nel complesso, comunque, siamo convinti che il livello di difficoltà alla guida dovrebbe essere in parte rivisto e reso un attimino più accessibile, ma ci teniamo a sottolineare che non siamo esattamente dei super pro, e forse è anche per questo motivo che abbiamo dovuto combattere con qualche difficoltà di troppo.
Spettacolo su due ruote!
Se c’è un aspetto sotto il quale il brand Ride ha sempre cercato di migliorarsi anno dopo anno, partendo da una situazione iniziale tutt’altro che clamorosa, è sicuramente quello estetico.
Anno dopo anno, Milestone ha provato a rifinire sempre di più la propria creatura e, chiaramente, il passaggio al nuovo motore grafico avvenuto con lo scorso capitolo ha gettato delle basi molto interessanti su cui lavorare con questo quarto capitolo. Inutile dirvi che il risultato è nel complesso più che soddisfacente e si palesa con forza analizzando la resa audiovisiva sia dei piloti sia e soprattutto dei bolidi su cui viaggiano.
Senza distanziarsi più di tanto dall’ottimo lavoro svolto l’anno scorso, gli sviluppatori hanno limato e perfezionato praticamente ogni aspetto del comparto tecnico, portando su schermo una resa complessiva molto più realistica e precisa. La qualità dell’immagine appare nettamente più a fuoco, grazie anche ad un interesse più marcato verso gli elementi di contorno, finora sempre “snobbati”, che ora assumono un ruolo più centrale nell’economia della produzione.
A rubare la scena però sono indubbiamente le protagoniste di Ride: le moto. La ricostruzione quasi integrale dei modelli 3D dei bolidi è encomiabile e, come dicevamo anche in precedenza, è tutta la fisica in generale ad aver subito una rivisitazione incredibilmente accurata. Tutto questo si unisce ad un grande lavoro svolto anche sull’illuminazione, che grazie anche ad un buon utilizzo dell’HDR offre un’immagine complessiva più che curata.
La bontà visiva è resa ancor più evidente da un lavoro maniacale svolto da Milestone in termini di personalizzazione e vastità di tracciati, moto e accessori vari (tutti su licenza) per i piloti. Ride 4 offre una quantità di bolidi su due ruote tra cui scegliere impressionante e anche personalizzare l’aspetto di questi ultimi ha ricevuto una grande attenzione, così come la personalizzazione del pilota stesso, almeno per quel che concerne il vestiario generale.
Si parla comunque di oltre 100 moto disponibili appartenenti ai marchi più importanti, come Honda, Yamaha, Kawasaki e tanto altro, per un’offerta contenutistica impareggiabile.
Tornando ad un discorso più strettamente tecnico, Ride 4 offre ottime prestazioni su PlayStation 4 pro. Il target non è il 4K nativo, certo, ma l’immagine complessiva appare molto pulita e soprattutto stabile, grazie ad un frame rate che si assesta con forza sui 60fps senza cali e senza sbavature.
Molto buono anche il sonoro: i suoni familiari a chi mastica la pista sono riprodotti in modo encomiabile, il che contribuisce a rendere l’immersività un vero e proprio fattore.
In conclusione…
Ride 4 è la naturale evoluzione del suo predecessore e un ulteriore step in avanti verso la consacrazione definitiva del brand targato Milestone. Il corsistico su due ruote in stile Gran Turisimo ha dalla sua un gameplay di forte impatto, seppur a volte eccessivamente ostile ai neofiti o comunque a chi non è esattamente a suo agio con i giochi del genere e una quantità di contenuti imponente e stratificata, capace com’è di tenere incollati allo schermo per ore e ore ogni buon appassionato che si rispetti. A ciò si unisce un comparto grafico sempre più rifinito e che, in attesa del salto generazionale, alza l’asticella qualitativa anche sulle macchine attuale. Il piatto forte della produzione è rappresentato da una vastità impressionante di moto e da una personalizzazione totale di esse, cosa che contribuisce a rendere l’esperienza ancor più immersiva e appagante. Molto buona è anche l’introduzione del meteo dinamico, capace di dare grande variabilità alle gare, anche da un punto di vista dei risultati, proprio perché in grado di stravolgere pesantemente i piani sia dei giocatori che degli avversari mossi dall’IA. Proprio quest’ultima ci ha fatto una buonissima impressione: anche a livello di difficoltà basso, i piloti avversari si sono rivelati ostici da superare e incredibilmente sul pezzo, con tutto ciò che ne consegue. Quella della difficoltà generale, decisamente tarata verso l’alto, risulta dunque in una caratteristica da tenere ben presente, specialmente per i meno avvezzi a titoli del genere.
Nel complesso, l’esperienza generale di Ride 4 è più che soddisfacente, a patto però di riuscire a chiudere un occhio su alcune imperfezioni e su una curva di apprendimento e di difficoltà forse eccessivamente rigida.
VOTO: 8
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