La US Customs and Border Protection ha recentemente sequestrato 2.000 AirPods contraffatte provenienti da Hong Kong. Peccato che non fossero affatto AirPods contraffatte, ma OnePlus Buds.
“Non è Apple…”
L’operazione della CBP è stata orgogliosamente annunciata su Twitter, in un post che riporta:
“Non è Apple – gli ufficiali della CBP all’aeroporto JFK hanno recentemente sequestrato 2.000 AirPods contraffatte provenienti da Hong Kong che, se autentiche, avrebbero un valore di 398.000 dollari“.
Segue anche un comunicato stampa che riassume l’avvenuto con le foto dei prodotti e con tanto di elogio agli ufficiali che “ogni giorno proteggono il pubblico americano da vari pericoli“.
…infatti è OnePlus
Dalle foto pubblicate si vede chiaramente che le “AirPods contraffatte” sono in realtà OnePlus Buds, gli auricolari usciti ad agosto. Si tratta quindi di un prodotto differente, senza logo Apple o altri riferimenti alla multinazionale statunitense. Gli auricolari in sé sono ovviamente molto simili a quelli della concorrenza, ma è innegabile che ormai i modelli siano tutti molto simili tra loro.
OnePlus risponde
OnePlus l’ha presa alla leggera, rispondendo solo al tweet con un “Hey, giù le mani!?“, ma senza rilasciare ulteriori commenti. Sicuramente, non ha apprezzato l’accusa – nemmeno tanto velata – di produrre cloni della nota Mela americana.
Hey, give those back! 🙃
— OnePlus_USA (@OnePlus_USA) September 14, 2020
Nessun rimorso dalla dogana
La notizia della “gaffe” si è diffusa a macchia d’olio, e l’agenzia federale non ha tardato a rilasciare uno statement a difesa del “configuration trademark” che copre l’aspetto generale di un prodotto.
“Dopo aver esaminato la spedizione in questione, uno specialista sulle importazioni della CBP ha stabilito che gli auricolari sembravano violare il marchio di configurazione di Apple. Apple detiene marchi di configurazione relativamente agli auricolari e ha registrato tali marchi alla CBP. Sulla base di tale determinazione, gli ufficiali CBP dell’aeroporto JFK hanno sequestrato la spedizione ai sensi del 19 USC 1526 (e)”.
Il sequestro sarebbe quindi legittimo, ma è sempre difficile definire il confine tra “clonare” e “prendere ispirazione” da un prodotto. Vengono in mente tutti gli auricolari TWS che potrebbero davvero essere considerati delle AirPods contraffatte: come mai quelli non vengono bloccati in massa?
Sono molteplici i fattori che contribuiscono a categorizzare l’avvenuto come un errore, eppure la CBP non si smuove. L’unico passo fatto in direzione di OnePlus è partito da un portavoce, che afferma:
“OnePlus […] avrà molte opportunità tramite il processo di aggiudicazione per fornire la prova che il loro prodotto non viola i relativi marchi registrati“.
Fonti: HDBlog.
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