“Allora, in questo sogno effimero, lascia che ti chieda… Il tuo viaggio è stato divertente, fino ad ora?”
Non ho paura di dirlo: The Case Files of Lord El-Melloi II è una delle migliori produzioni non Ufotable che il Nasuverse abbia avuto.
È un prodotto che ha saputo stupire più volte, presentandosi come un esperimento al grande pubblico dei prodotti animati legati al franchise. Si tratta di una serie nella quale non è coinvolta nessuna guerra, ma che piuttosto si occupa di studiare le conseguenze che la Guerra per il Santo Graal ha sui suoi partecipanti. Quelli che riescono a sopravvivere, almeno.
Waver sa quanto sia difficile essere quello che resta in vita, quanto terribile sia assistere ad una lotta spietata contro persone che, per realizzare un solo desiderio, sono disposte ad uccidere senza pensarci. Waver lo sa, e questa serie ci mostra proprio l’impatto che quegli eventi – e la presenza di Iskandar nella sua vita – hanno avuto sulla sua cresciuta.
The Case Files of Lord El-Melloi II non è una fine, né è un inizio. Si colloca perfettamente in mezzo alle due cose.
Questa non sarà una recensione nel senso tradizionale del termine. Nelle mie recensioni di questa serie mi sono dedicata ad un’analisi dei vari temi che venivano proposti puntata dopo puntata. Anche adesso vorrei procedere in questo modo, sviscerando i concetti che più mi hanno colpiti nella serie e che emergono prepotentemente negli ultimi episodi.
“The Case Files of Lord El-Melloi, una serie di formazione”
La serie era iniziata ricordandoci la fine del viaggio del giovane Waver e l’inizio del suo percorso come Lord, e l’ultimo episodio rappresenta allo stesso tempo il tramonto della storia di un giovane troppo legato al passato per andare avanti e l’alba di un nuovo cammino, più consapevole, più maturo ed indipendente.
Per buona parte della serie, il nostro protagonista rimane rivolto al passato, ancorato ai propri traumi legati alla Guerra e al desiderio di rivedere ancora una volta l’uomo che lo ha aiutato a crescere, il sovrano che, per primo, lo ha spinto a camminare sulle proprie gambe e ad affrontare la realtà e il mondo degli adulti, invece di fuggire.
The Case Files of Lord El-Melloi II ha dimostrato di essere una serie di formazione tanto quanto lo era stato Fate/Zero, riguardo Waver.
Waver cresce ed impara in Fate/Zero, grazie alla presenza di Iskandar, al suo continuo esortarlo e credere in lui. Grazie a questa fiducia riposta da altri, il ragazzo ha imparato ad averne rispetto a se stesso, ad affrontare le situazioni, ad inseguire i propri obiettivi sempre e comunque. E, nonostante spesso si sottovaluti o sia pessimista, ha imparato che nulla è dovuto, che bisogna lottare per realizzare ciò che si vuole.
Questo non vale solo per Waver: tutti i personaggi iniziano il proprio cammino e al termine della serie si ritrovano in un punto completamente diverso da dove erano partiti. Svin e Flat maturano, anche se non sembra, e sono pienamente consapevoli del fatto che questa cresciuta è avvenuta proprio grazie al loro professore.
Gray, poi, è il personaggio che assieme al protagonista si evolve di più nella serie, ma di lei parleremo dopo.
La maturazione di Waver
The Case Files of Lord El-Melloi II ricomincia da dove avevamo lasciato il nostro protagonista e ci mostra, finalmente, la crescita e il distacco dalla figura di Rider. Non è un distacco traumatico, né un distacco causato da forze esterne, come era alla fine di Fate/Zero, ma è frutto della sua maturazione.
Waver si rende conto di non potere ancora stare al fianco di Rider, che gli manca ancora qualcosa: un percorso proprio, un sogno slegato da quello dell’altro.
Non basta vivere nell’ombra del servant, non basta perseguire i suoi ideali. Deve essere in grado di creare un proprio percorso fatto di dolore, gioie e conquiste, solo così potrà essere degno di stare accanto a lui.
Un sogno, un obiettivo nel mondo reale, deciso da sé, retto unicamente dalle proprie forze: ecco ciò che Waver, d’ora in poi, cercherà di realizzare.
Per smettere di vivere all’ombra di qualcuno, per non trascurare ciò che si trova di fronte a lui adesso imprigionato dalle catene del ricordo, per non struggersi ancora nell’ossessione di un passato ormai sepolto, deve andare avanti. Per davvero, questa volta.
E questo è il più grande messaggio che The Case Files of Lord El-Melloi II lascia, nonché il più importante tassello nella maturazione di Waver fino ad ora: andare avanti, sempre e comunque. Perché la gloria si trova oltre l’orizzonte.
Gray
Come ho detto, Waver non è l’unico personaggio a maturare nel corso di questa serie.
Gray, nonostante un inizio più lento, durante la saga del Rail Zeppelin dà il meglio di sé.
Aveva iniziato il suo percorso come una ragazzina che non sa chi è, perché è al mondo o che cosa vuole. L’immagine di lei, rannicchiata in un angolo all’interno di una stanza vuota, descrive perfettamente questo aspetto del personaggio.
Era confusa, e l’unica certezza che possedeva erano il suo Maestro e le persone che aveva attorno. Ma di cosa volesse realizzare veramente non aveva idea.
Se, durante il sesto episodio, Gray aveva capito che restare al fianco di Waver non era abbastanza per proteggerlo, qui compie un ulteriore passo avanti.
Chi sono io? Chi voglio essere? La ragazza riesce, finalmente, a rispondere a queste domande. E lo fa a testa alta, senza più nascondersi, senza vergognarsi. Alza la testa e urla al mondo chi è, così che tutti possano sentirla.
Vuole proteggere il maestro e tutti gli altri. Ecco il motivo per cui esiste qui ed ora, e lo urla al mondo forte e chiaro, così che tutti possano sentirla, a testa alta: Vuole essere una persona in grado di proteggere: ecco il motivo per cui esiste, qui ed ora.
L’importanza del ruolo dell’insegnante
Il tema dell’insegnamento, nonostante sia secondario durante il Rail Zeppelin, è fondamentale in The Case Files of Lord El Melloi II. Per tutta la serie vediamo Waver interagire coi propri studenti, spesso riprendendoli con fare seccato, ma non manca mai di dimostrarsi saggio e protettivo nei loro confronti.
Anche in questo il ragazzo ha preso spunto da quei pochi giorni passati da Iskandar che così profondamente hanno segnato la sua vita: sprona i propri alunni a camminare sulle loro gambe, ad impegnarsi con le loro forze, ma non esita a pararsi di fronte a loro nei momenti di bisogno.
Una delle scene finali della serie mi hanno colpita in particolare.
Svin riceve il grado PRIDE, uno dei tre più alti nella Torre dell’Orologio. Waver è fiero di lui, naturalmente: è felice che uno dei suoi allievi l’abbia superato.
Durante la cerimonia, Svin lo ringrazia, con un sorriso:
“Sono arrivato fin qui solo grazie a lei. Per me, e penso anche per Flat… è solamente merito dei suoi insegnamenti.
Questa frase colpisce il nostro protagonista più di quanto potesse pensare, portandolo quasi alle lacrime. Questo è ciò che un insegnante più di tutto desidera sentire, perché significa avere fatto il proprio lavoro. Significa, prima di tutto, avere insegnato ai ragazzi a vivere. E viste le precedenti esperienze, questo è esattamente ciò che Waver punta a realizzare nella sua classe.
Anche Caules dice qualcosa di simile: se sua sorella avesse incontrato il professore, probabilmente avrebbe intrapreso un cammino diverso.
Waver potrà sottovalutarsi, potrà ritenere di non essere all’altezza del titolo che porta o della cattedra che possiede, ma per quanto lui possa svalutare se stesso, i suoi allievi lo riconosceranno sempre come colui che ha segnato le loro vite, rendendoli migliori, più capaci. Esattamente come, un tempo, Waver ha fatto con Iskandar.
Una possibile seconda serie?
Personalmente, mi piacerebbe se TROYCA tornasse a lavoro su Lord El-Melloi II con un’altra serie, prossimamente.
Le premesse ci sono tutte. Nell’ultimo episodio, infatti, si fa più volte riferimento al Dr. Heartless, al fatto che Faker sia sopravvissuta, e che prima o poi saranno costretti a scontrarsi ancora con loro. D’altra parte, però, gli ultimi minuti mi impediscono di essere troppo ottimista.
È un finale perfetto, troppo poetico per lasciare spazio ad altro. È la giusta conclusione del viaggio di Waver così come lo abbiamo conosciuto.
Di fatto, quindi, provo sensazioni contrastanti riguardo alla possibilità di una seconda serie. Aspettiamo e speriamo di avere notizie da parte di TROYCA nei prossimi mesi.
Giudizio Finale
Forse è un voto legato dalla nostalgia, forse è un giudizio troppo di parte, ma non posso fare altro se non dare un 9 abbondante a questa serie.
Non è un capolavoro, non è innovatrice, né particolarmente rivoluzionaria. Eppure, nonostante tutto, è riuscita a colpirmi nel profondo. Di fatti la ritengo superiore al recentemente concluso Fate/Grand Order: Zettai Majuu Sensen Babylonia (come ho detto nella mia ultima recensione della serie, nella quale ne tiro le somme).
Nel contesto del franchise legato a Fate The Case Files of Lord El-Melloi II è una serie diversa dalle altre, meno corale, più incentrata sul mondo magico in generale e sulle avventure di un semplice mago, a che fare con cose diverse da quelle alle quali siamo abituati.
Fino all’ultimo episodio mi sono sentita coinvolta nelle vicende di questi personaggi, nella crescita di Gray, nel riuscire, finalmente, ad andare avanti di Waver. E questo è abbastanza.
Non serve che il viaggio sia perfetto: basta avere la consapevolezza di essersi divertiti, di avere imparato qualcosa.
The Case Files of Lord El-Melloi II è proprio questo: una serie che lascia molto allo spettatore. Una serie che, vista insieme a Fate/Zero, completa lo straordinario percorso di formazione di Waver Velvet.
L’immaturo, codardo e infantile studente è diventato un insegnante di tutto rispetto, che insegna e continua ad imparare.
E ora, dopo avere assistito ad un nuovo, ultimo saluto (stavolta più sereno, meno sofferto) tra due vecchi amici, è giunto il momento anche per noi di salutare il giovane Waver.
Alla prossima, ragazzo!
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